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recensioni
Visioni di teatro visioni di futuro a Bologna
IL REPORT DI MARIO BIANCHI

Dal 28 febbraio al 9 marzo a Bologna al Teatro Testoni Ragazzi si è svolta la decima edizione di “Visioni di futuro, visioni di teatro…” il festival internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia, organizzato da La Baracca - Testoni Ragazzi.

Edizione importante quella di quest'anno perchè segna una svolta nella storia del Festival coincidendo con la scadenza del progetto “Small size, big citizens”, la rete europea per la diffusione delle arti performative per la prima infanzia che è stato finanziato dalla Comunità Europea fino al 2014. 

Quindi, se non dovesse trovare un nuovo sostegno con il prossimo Programma Europeo“Visioni di futuro, visioni di teatro…” potrebbe essere arrivato al capolinea con la nascita magari di un nuovo progetto, anche se la domanda del bando è stata rinnovata. In attesa del responso  comunque  per 10 giorni, per tutto il giorno, il Teatro Testoni Ragazzi si è riempito di bambini di genitori, insegnanti ed educatori che hanno assistito alle decine di eventi del Festival. 

Quest’anno sono stati 23 gli spettacoli rivolti ai nidi, alle scuole dell’infanzia e alle famiglie. 43 repliche in totale (nelle mattine dei giorni feriali per le scuole; nei pomeriggi e nei due fine settimana per le famiglie). 

20 compagnie ospiti, di cui 11 straniere: provenienti da Austria, Danimarca, Germania, Inghilterra, Israele, Messico, Olanda, Repubblica Ceca e Sudafrica. 

Il Sudafrica è stato uno dei protagonisti di questa decima edizione  grazie al progetto Africa meets Europe, avviato l’anno scorso in occasione di Visioni2013, con l’obiettivo di creare una rete di scambio tra Africa ed Europa attraverso la mobilità di artisti e ricercatori che si occupano di Teatro Ragazzi. Un progetto che quest’anno è riuscito a portare a Bologna due compagnie sudafricane e la regista Jennie Reznek, che in un incontro, il 6 marzo ha presentato l’esperienza del Magnet Theatre di Cape Town.

Agli educatori e agli insegnanti sono dedicati 14 laboratori, tenuti da 14 diversi conduttori, tra attori, registi, danzatori, musicisti, docenti, che hanno messo a disposizione le loro competenze artistiche per contaminare con i propri linguaggi il lavoro di chi quotidianamente si confronta con i bambini. Ci sono state poi importanti conferenze: “Il sogno del teatro ragazzi” (sabato 1 marzo) e “Il coraggio dell’educazione” (sabato 8 marzo) a cui si sono aggiunti tre  specifici incontri che  hanno illustrato il rapporto esistente tra i servizi educativi e i luoghi di arte e cultura in Irlanda, Francia e Turchia .

E poi ancora studi per nuovi spettacoli, performance, due incontri di Assitej Italia, l’Associazione italiana di teatro per l’infanzia e la gioventù.

Di particolare interesse ci è sembrata la mostra fotografica “Grandi sguardi- visioni di occhi bambini” che ha raccolto le immagini scattate da bambini di nido e scuola dell’infanzia, un progetto a cura de La Baracca – Testoni Ragazzi in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia, Scuola di Specializzazione in Psicologia Cognitiva, Università di BolognaDodici macchine fotografiche, fornite dall’Università, sono state lasciate nelle mani di bambini piccoli, da 2 a 5 anni, liberi di muoversi e di ritrarre a piacimento, all’interno di: due Scuole dell’infanzia, tre Nidi d’infanzia e due Centri bambini e genitori di Bologna e Provincia.La mostra raccoglie solo alcune delle oltre 19.000 fotografie scattate, come esempi dello sguardo dei bambini coinvolti, uno sguardo che spazia tra micro e macro cosmo ed è libero e creativo. Un invito a rendersi conto che occhi tanto “piccoli” sono capaci di scegliere e raccontare.


Molti gli spunti interessanti che abbiamo trovato negli spettacoli italiani e stranieri che abbiamo visto frequentando in due giorni fitti fitti di appuntamenti  il Festival, esemplificativi dei vari modi in cui la scena si approccia allo sguardo dei suoi spettatori più piccoli.

La compagnia danese Theatre Madam Bach nel suo spettacolo “BLǼST / Vento” per esempio lega la parola, spesso intrisa di venature poetiche, all'immagine  attraverso una  performance sensoriale e visiva in cui tutte le “tonalità del vento”  dalla brezza più leggera alla burrasca più furiosa si fanno reali sulla piccola scena. Ventilatori di tutte le forme agitano lenzuola, stoffe si gonfiano, palloni si muovono nell'aria regalando suggestioni ed emozioni.  

In “Wash / Lavaggio” degli inglesi Birdsnest Theatre, il lavaggio di uno scimmiotto diventa anche e soprattutto per mezzo di canzoncine che ti entrano nell'orecchio una lode al bucato e all'acqua in una specie di gioco a nascondino ambientato tra gli attrezzi che siamo abituati a trovare in una lavanderia.

 Dario Moretti in “PEU” su testo di Mafra Gagliardi narra, attraverso il formarsi di un essere umano in viaggio verso la luce, l'avventura di un piccolo embrione nel ventre della mamma  dal suo crearsi sino alla nascita.Un viaggio fatto di rumori, sensazioni, colori che si riflettono su uno schermo arrivando al piccolo pubblico attraverso la danza parlata di Elena Ciaravella e la immaginifica musica composta ed eseguita dal vivo al vibrafono da Saya Namikawa.

Più strutturato lo spettacolo “I bambini volanti” della compagnia ceca Divadlo Drak Theatre dove i protagonisti sono tre specie di divertenti Teletubbies  che,  avendo perso i loro palloncino, fanno di tutto per ritrovarlo, costruendo da una culla un vero e proprio aereo che lo raggiungerà, gettandolo letteralmente in pasto agli spettatori.  

La pura narrazione incrociata è il mezzo invece con cui si esprimono Claudio Mariotti e Maria Giulia Campioli in “Maman Canaie”  della giovane compagnia friulana : teatro al quadrato.  Che cosa c’è di là? E' un viaggio oltre la montagna alla ricerca del mare, un viaggio teatrale che utilizza pietre sassi ed un linguaggio a volte misterioso nutrendosi come fa soprattutto  della lingua friulana, dove la parola è prima di tutto suono. 

In Cri cri, cri cri, cri cri...  Antonio Catalano  ricrea un mondo di materiali naturali in cui si cela il suono della poesia della vita. Roberto Capaldo, unico abitante umano e reale di questo rifugio dell'anima, come un rabdomante  cerca incessantemente i respiri, gli umori che questo mondo può donargli. Uno spettacolo poetico, fragilissimo che alla fine un bambino tenta di farlo diventare suo cercando di arrivare alle stelle.

Tiziana Lucattini per Ruotalibera in “ Bambina mia”  si ispira a Peter Pan per parlare di amici immaginari e di crescita, ponendo al centro del suo spettacolo Mia una bambina dalla madre un poco oppressiva, ma vigile e cosciente,  che al parco si imbatte  in una presenza magica, una specie di fata albero che la farà volare. Superando la difficoltà di vedere un adulto che fa la bambina, lo spettacolo, con l'ausilio anche di suggestive immagini in movimento, si configura come un racconto  poetico di iniziazione ad una vita più consapevole delle proprie emozioni.  

Infine in “Tutti al mare” Tiziano Manzini, tra animazione e narrazione, conduce 50 bambini in mare aperto coinvolgendoli in un' avventura che li fa diventare attraverso semplicissimi accorgimenti dei veri e propri marinai alle prese con le difficoltà e le ebbrezze delle onde, ascoltando nel contempo storie antiche di marinai. 






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