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Eolo
recensioni
IN -BOX VERDE A SIENA
17 18 MAGGIO

Il 17 e il 18 maggio si è tenuta a Siena la fase finale di In Box verde, la sezione del concorso, dedicata al teatro ragazzi, giunta alla seconda edizione e che ha animato il Teatro dei Rozzi e il Teatro del Costone .

4 spettacoli si sono esibiti, in repliche mattutine, nell'ambito del progetto di rete ideato, da Straligut Teatro, e dedicato alla promozione della scena emergente. In-Box ha fin dall'anno scorso intelligentemente aperto i suoi orizzonti verso il teatro ragazzi, affiancando “In Box verde” a quello “Blu”, riferito in precedenza al solo teatro adulti. In – box verde, dunque, dove il verde è stato individuato come colore della speranza, aperto al futuro con il pubblico dei bambini che, come abbiamo spesso ripetuto, è a tutti gli effetti, il pubblico di oggi.

In-Box è nato a Siena, per merito della compagnia Straligut, come una rete vera di distribuzione intelligente che si pone come sostegno concreto alle compagnie, mirando nel contempo alla selezione della qualità, al ricambio generazionale, alla visibilità, con il riconoscimento del professionismo e della dignità economica del lavoro di artisti e tecnici. Per questo è stata creata appunto una rete attraverso un bando e la successiva scelta degli spettacoli da parte di una giuria. Per in Box- blu sono stati quest'anno complessivamente 52 le repliche messe in palio, da distribuire tra 6 spettacoli: 24 invece per i 4 vincitori di quella Verde (Teatro ragazzi) per un cachet di 1.000 euro. Grazie al Comune e al prezioso sostegno di Fondazione Toscana Spettacolo, è stata creata la vetrina di In-Box dal Vivo 2016 (all’interno della programmazione di TeatroInScatola) un vero e proprio minifestival di 6 giorni, con la sezione dedicata al teatro per le nuove generazioni che12-13 ha aperto l'iniziativa e dove Eolo è stato presente, per raccontarvi i 4 spettacoli prescelti.



Ed eccoci ai 4 spetacoli finalisti


“Cappuccetto Rosso, il Lupo e altre assurdità” di Dedalofurioso/Matàz Teatro che ha vinto una replica, “Il fiore azzurro” dell' Ass. culturale teatrale "Compagnia Burambò" risultato vincitore che ne ha totalizzate 12, “Bleons/Lenzuola” di Teatro al Quadrato che ha conquistato una piazza e “Mr Bloom” di Antonio Brugnano, giunto secondo con 6.


Fuori concorso è stato presentato il significativo spettacolo"Gme over" della compagnia Genovese Beltramo






“Cappuccetto Rosso, il Lupo e altre assurdità di Matàz Teatro- ” pone al centro dello spettacolo ancora una volta la figura iconica di Cappuccetto rosso, ma lo fa in modo nel complesso innovativo, utilizzando la clownerie e un tono volutamente surreale che tende per tutto lo spettacolo a ribaltare tutte le regole dela storia.

Infatti Cappuccetto Rosso e il Lupo vorrebbero fare tutt’altro da quello per cui sono stati predestinati e che, osinatamente, due voci, provenienti dall'alto, vorrebbero che invece facessero.

Il Lupo e Cappuccetto rosso del nostro spettacolo vorrebbero andare allo zoo insieme e non vogliono andare per nulla da una nonna che di solito li morsica. Poi, per arrivare prima nella fatidica casa dell'ottuagenaria, che verrà alla fine tra l'altro, conglobata in un aspirapolvere, non ci vanno a piedi, ma in una pazzesca gara motociclista. Questi sono solo alcuni dei capovolgimenti di uno spettacolo ben condotto da Marco Artusi e Evarossella Biolo, che avrebbe bisogno di una maggiore compattezza e di un ritmo più calibrato per sottolinearne meglio le particolarità che lo contrddistinguono.

Di tutt'altro tenore è invece “Bleons/Lenzuola” di Teatro al Quadrato, dedicato ai piccolissimi.

Qui due personaggi, Lucia Linda e Claudio Mariotti, due fratellini forse (sarebbe forse meglio dare loro caratteristiche più precise), si preparano per andare a letto, a consumare un momento quotidiano che appartiene a tutti i bambini del mondo. E' da questo istante che, attraverso le lenzuola, i due attori, senza parole, sulle musiche di Chaplin, ma non solo, creano mondi reali ed immaginari dove i piccoli spettatori vi si possono facilmente specchiare, creando un gioco teatrale efficace e nel complesso coinvolgente con qualche ripetizione di troppo.Spettacolo intimo che avrebbe bisogno sempre di una intima vicinanza del pubblico di piccolissimi a cui è rivolto.

“Mr Bloom, sognatore specializzato“, è invece una performance di mimo e clownerie, senza parole, dovuta ad Antonio Brugnano, poliedrico attore di Quelli di Grock.

E qui non possiamo fare altro che ripetere quello che avevamo scritto quando abbiamo visto per la prima volta lo spettacolo “Mr Bloom, parente alla lontana del protagonista dell'Ulisse di Joyce, affratellato con Magritte , come si evince dalla figura che lo accompagna per tutto lo spettacolo, anche lui come il suo omonimo, vive una giornata del tutto speciale tra i rumori della città e tra le nequizie della vita di ogni giorno. Ma la sua mente è da un'altra parte e tutto quello che lo circonda per magia diventa un 'altra cosa ed egli così può diventare ora geniale pianista ora cuoco sopraffino. I suoi sogni per mezzo della forza espressiva dell'attore, guidato da una voce fuori campo, diventano realtà e si materializzano sulla scena attraverso i soli gesti ed un accompagnamento musicale sempre consono ed inventivo. Tra Tati', Chaplin Lloyd e Keaton uno spettacolo molto particolare, poetico, divertente e ben costruito.


“ Il Fiore Azzurro “ invece coniuga in modo perfetto narrazione e teatro di figura, avendo a disposizione un'artista completa come Daria Paoletta della compagnia Burambò, nata burattinaia, e diventata narratrice sopraffina. La storia che narra Daria è una storia zigana che ha come protagonista un ragazzino Tzigo, qui con le fattezze di un pupazzo( creato con perizia da Raffaele Scarimboli) che l'attrice, narrando, muove con assoluta veritiera maestria.

La storia è quella di un bambino che si mette in cammino alla ricerca della felicità e della fortuna, seguendo le indicazioni ereditate dalla madre, attraverso un fiore azzurro, incontrando animali magici disposti ad aiutarlo, affrontando nel contempo la terribile strega Muma Padurii. L'attrice in modo credibilissimo, attraverso una lingua che si nutre anche di diversi dialetti, riesce a rendere vivi tutti i numerosi personaggi e luoghi che Tzigo incontra, dialogando nel contempo con il pupazzo che diventa alla fine umano, pur rivendicando in modo profondamente naturale la sua vera e particolarissima natura. Nello stesso modo rende giustizia ad un popolo che nell'immaginario comune è visto sempre come ostile e respingente. Uno spettacolo che dovrebbe essere visto dai bambini di tutta Italia dalla Valle d'Aosta alla Sardegna.






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