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Eolo
recensioni
FESTIVAL DELLA NARRAZIONE DI ARZO 2017
QUEST'ANNO DAL 24 AL 27 AGOSTO

Il Festival internazionale della narrazione che si tiene ad Arzo, il piccolo paese del Mendrisiotto, situato sul Monte San Giorgio,nello svizzero Canton Ticino, giunto quest'anno alla sua dicioottesima edizione, è un appuntamento per noi irrinunciabile alla fine d'Agosto. Quest'anno si è tenuto dal 24 al 27 .

Il festival per questa edizione ha riservato un posto speciale a due vere e proprie star della narrazione italiana : Oscar De Summa con due suoi cavalli di battaglia, tratti dalla “ trilogia della Provincia “, l'ormai storico “ Stasera sono in vena” ed il più recente “La sorella di Gesù Cristo” e il calabrese Saverio La Ruina con la sua ultima creazione “ Masculu e Fiammina”già da noi visti e apprezzati in altre occasioni. Saverio la Ruina ha narrato con la sua solita profonda voce gentile, intrisa di forte umanità, la difficile odissea di un ragazzo omosessuale in una città del Sud, ancora piena di pregiudizi. Il tutto è narrato in modo liberatorio sulla tomba della madre morta.

Lo spettacolo è stato corredato anche da una mostra curata dall' Arcigay sull' omolocausto, lo sterminio in parte sconosciuto di migliaia di omosessuali nei campi di concentamento.

Oscar De Summa invece ci ha immesso direttamente nell'ambiente in cui ha passato la sua infanzia e giovinezza, Erchie, in una Puglia che Oscar ci restituisce attraverso una narrazione molto personale e ci fa ripercorrere, come una vera epopea, la vita di un ragazzo consapevole del fatto che andando via da quella terra matrigna , potrà trovare una sua via di salvezza.

Ciononostante, tutti e due gli spettacoli sono pervasi da un’affettuosa, quanto aspra, melanconia, per quella patria rifiutata, ma che in qualche modo ancora gli appartiene.

Il Festival ha celebrato degnamente i 40 anni di teatro di uno degli autori che ha consacrato la maggior parte della sua arte alla narrazione, Roberto Anglisani, che ad Arzo ha presentato un vero e proprio florilegio dei suoi spettacoli, dalle prime esperienze con i ragazzi di “L'avventura di Nino” a “ Il sognatore” ispirato a “L'inventore di sogni” di Mc Ewan, all'ultima creazione “ Giobbe” che in un'e ora e venti, narra, traendola da Capolavoro di Joseph Roth, reso per il teatro con sobria e commossa partecipazione da Francesco Niccolini, la storia portentosa di Mendel Singer, ambientata nella Russia di inizi '900 ma non solo.

Anglisani poi attraverso imagini ha ripercorso la sua carriera con un omaggio ai suoi maestri da Marco Baliani e Maria Magletta a Raul Manso, immergendoci attraverso anche nelle sue prime esperienze legate alla mitica Comuna Baires.


Molto interessanti i due spettacoli eseguiti da interpreti di origine non italiana e che in modo assolutamente diverso parlano di identità culturale.

Aleksandros Memetai in “Albania casa mia”, che avevamo già visto al Festival “Terreni creativi” di Albenga l'anno scorso, raccontandoci la sua vita, davanti a una mappa dell’Albania, paese odiato ed amato nel medesimo tempo, dall'arrivo in Italia nel 1991 ad appena sei mesi di vita, figlio di un immigrato , mette a nudo il suo cuore sempre diviso in due, da cittadino italiano tra gli italiani, da bambino tra i bambini, e, alla fine, sempre da “diverso tra gli uguali”.

Bintou Ouattara della compagnia “ Piccoli Idilli” invece aiutata dalla danza di Kadi Coulibaly e dalle musiche dal vivo di Daouda Diabate in “Kanu”,che in lingua bambarà significa amore, agghindata come una vera regina, ci ha narrato un'antica storia africana, intrisa di mistero, un vero e proprio racconto di Metamorfosi, dove gli uomini si cangiano in animali per perpetuare un amore, reso impossibile dal destino e dall'arroganza del potere. Parola, canto e danza si fondono insieme, trasportandoci in un mondo misterioso, restituendoci senza falsità tutto l'autentico sapore dell'Africa profonda.

Anche la reinvenzione della lingua, impastata da dialetti diversi, ha avuto la sua gloria, quest'anno ad Arzo in “Groppi d'amore nella scuraglia ” testo di Tiziano Scarpa, che Emanuele Arrigazzi trasporta in modo efficace in scena, narrandoci le vicende dell'ingenuo protagonista Scatorchio e della sua amata Sirocchia, in un paese popolato da tanti caratteri, riconsegnati in modo vivissimo da una lingua nuova, eppur carica di sapori antichi.



Il festival ha anche ospitato una “Metà-Conferenza” organizzata per presentare, e soprattutto iniziare a finanziare, un progetto di spettacolo, legato alle “Metamorfosi”, creato dagli attori e registi pugliesi Gaetano Colella, Enrico Messina e Daria Paoletta con la supervisione di Roberto Anglisani. Provenienti da esperienze diverse, i nostri eroi hanno deciso di unificare le loro poetiche e abilità in un progetto comune, dedicato al capolavoro dello scrittore latino Publio Ovidio Nasone “ Le Metamorfosi” di cui nella corte dell' Aglio del piccolo paesino svizzero ci hanno mostrato alcune gustose anticipazioni. Per chi volesse finanziare il progetto l'indirizzo web per farlo è http:// www.wemakeit.com/projects/metamorfosi.

Qui ad Arzo abbiamo anche rivisto la commosa e commovente narrazione di Luigi D'Elia, dedicata a Don Milani “Cammelli a Barbiana “ e “ Piccoli eroi” del teatro del Piccione, spettacolo premiato dalla nostra rivista come migliore novità per il teatro dedicato ai ragazzi del 2016.


Ecco poi gli spettacoli adatti al pubblico dei più piccoli che i lettori di Eolo conoscono già molto bene ,l'ultima creazione di Silvano Antonelli “ Brutti anatroccoli” e “Azzurra e Sole” di Onda teatro che abbiamo molto apprezzato all'ultima edizione del Giocateatro. Una piacevole novità per noi è stata invece Cristina Zamboni che con semplicità e utilizzando piccoli oggetti ha narrato la celebre fiaba di Hansel e Grethel.

MARIO BIANCHI









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