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Eolo
recensioni
PAROLE PER LA TERRA A NAPOLI
UN PROGETTO DA RIQUALIFICARE

L'anno scorso al Festival di Napoli dopo la visione dello spettacolo coordinato da Carlo Presotto sulla “Tempesta “ di Shakesperare eravamo molto soddisfatti di come il teatro ragazzi si fosse fatto onore su un palcoscenico così importante .
Molte compagnie e altrettanti artisti avevano compiuto un percorso comune per mettere in scena in modo fantasioso e suggestivo un capolavoro senza tempo che poteva essere fruibile da tutto il pubblico. Quest'anno invece il progetto gemello “Parole per la terra” proposto sempre con il coordinamento artistico di Carlo Presotto che vedeva coinvolte ancora diverse compagnie e che era impergnato su cinque domande poetiche sul futuro, svolte attraverso altrettanti pezzi teatrali all'interno di un percorso effettuato nei suggestivi luoghi del Convitto Vittorio Emanuele, ci ha sostanzialmente lasciato perplessi.
Perplessi sia per la qualità teatrale vista in molti lavori ma soprattutto per la genericità del progetto comune che si è tradotto anche in una vera e propria mancanza dello sguardo bambino che in qualche modo doveva contraddistinguere lo spettacolo nel suo insieme.
Ovviamente ci sono stati diversi momenti che ci hanno coinvolto su tutti quello proposto dalla compagnia inglese Dancing Brick che in “Hanna e Ike” nello stupendo e immenso scenario del campo di calcio su cui occhieggiava parte di Napoli ipotizzava un mondo sommerso dalle acque e quello coraggioso di Carlo Presotto che, diretto da Babilonia teatro, ha espresso in modo convincente il delirio culinario che sconvolge il nostro mondo contemporaneo.
Ma non basta, sarà necessario, a nostro modo di vedere, per l'anno prossimo ripensare tutto il progetto, riqualificandolo, donandogli un respiro maggiore, affinchè il teatro ragazzi possa a pieno titolo essere rappresentativo in un festival così importante.
MARIO BIANCHI





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