eolo | rivista online di teatro ragazzi
recensioni
UNA SERATA CON ANTONIA POZZI
IL REPORT SUL BELLISSIMO SPETTACOLO DI ELISABETTA VERGANI DEDICATO AD ANTONIA POZZI CHE HA APERTO 'IL GIARDINO DELLE ESPERIDI '

Esperienza unica ed emozionante quella vissuta dallo spettatore in”Radici profonde nel grembo di un monte”, lo spettacolo itinerante dedicato alla poetessa lombarda Antonia Pozzi, concepito da Farneto Teatro e dalla compagnia Scarlattine che ha aperto il festival “Il giardino delle Esperidi”. Elisabetta Vergani, con la musica dal vivo di Mario Arcari, Filippo Fanò, Leonardo Ramadori, nello spazio scenico creato da Matteo Lainati e Tania Corradini, attraverso le luci di Andrea Violato,la drammaturgia della stessa Vergani e la regia Maurizio Schmidt, mette in scena per mezzo delle stesse parole della Pozzi la vicenda umana e poetica dell'artista negli stessi luoghi che la videro passare diverse estati della sua vita. Finalmente dopo anni di oblio la poesia di questa infelice donna, morta suicida è stata lodevolmente riscoperta e lo spettacolo ne fa ampia giustizia.
Gli spettatori, sessanta alla volta, compiono un vero e proprio cammino reale ed immaginifico nel giardino della dimora di Pasturo, origine di molte delle sue composizioni : uno spazio ampio composto da prati, alberi, un piccolo porticato, il retro della casa con panchina e altalena , un ponticello che attraversa un fiumiciattolo. Le alte parole della Pozzi si riverberano per tutto lo spazio scenico diviso in diverse stazioni dove Elisabetta Vergani si muove dando voce al desiderio di poesia, bellezza e di libertà della donna.
Desiderio di poesia a cui Antonia si è immolata e le cui rime come finestre della sua anima si aprono sul pubblico, desiderio di bellezza e di libertà, manifestate dalla necessità di respirare ogni parte che la natura le concede con le fotografie da lei stessa scattate che si adagiano sui muri della villa, testimoni perfette del suo amore per la vita.
Le sue parole così riempiono i prati, gli alberi, gli orti, il torrente, accompagnate dalle bellissime e sempre appropriate musiche dal vivo di Mario Arcari, Filippo Fanò, Leonardo Ramadori che si intersecano con i rumori reali e ricreati della natura, dando spessore e suggestione sempre adeguati ai versi della Pozzi.
Ma la cosa che ci ha fatto più immensamente piacere è immaginare la faccia e i pensieri del meschino padre della poetessa nel vedere tanta gente accorrere e commuoversi alle parole da lui tanto disprezzate di cotanta figlia e che il teatro ha così meritatamente valorizzato.
MARIO BIANCHI