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recensioni
IL GIARDINO DELLE ESPERIDI
LE RECENSIONI

Partecipare, vivere nel giardino delle Esperidi da spettatore privilegiato vuole dire muoversi in contesti diversi, passeggiare in una Brianza così diversa da quella immaginata da tutti, non orrendi casermoni o fabbriche infinite, ma paesi immersi nel verde, giardini fioriti con il profumo del tiglio, case patrizie dove il conte parla con te dello spettacolo appena visto e ti mostra il cavallo preferito o ascolti un concerto jazz in una chiesa scoperchiata, mangiando pane e salame con il saxofonista.
E poi rivedi Paola Bianchi ed il suo “Duplica” dove ancora una volta scherza danzando con la sua ombra e poi ti affretti, davanti ad un'insalata , a parlare sempre con lei, per l'ennesima volta, di come fare la danza e anche organizzarla sia, in un paese come il nostro, impresa ardua e difficile.
Ma ciò poco importa ai giovanissimi Andrea Amaducci, Nicola Galli, Angelo Pedroni, Francesca Pennini che esibiscono il loro corpo ignudo in ”XD – Scritture retiniche sull'oscenità dei denti”. Loro sono il CollettivO CineticO e presentano una performance davvero bellissima piena di divertente e pensosa riflessione sull'immaginario contemporaneo. Ed il tuo sguardo corre sempre attento sul palco a cercare ogni movimento, a carpirne il rapporto con quello successivo o con quello che avviene giù in fondo alla scena, in un gioco di incastri sempre intelligente e gustoso, dove la danza viene scarnificata all'altare del pop più sfrenato ed insieme minimalista. Sono vignette esili formate da movimenti impercettibili, spesso volutamente insignificanti che il teatro rende però unici o da gag surreali in cui il corpo gioca con un dentifricio o a mascherarsi in sembianze iconiche.
CollettivO CineticO nasce nel 2007, ad opera di Francesca Pennini, come” fucina di sperimentazione negli spazi ed interstizi del teatro e dell’arte visiva, indagando lo statuto ontologico dell’evento performativo, discutendo meccanismi e regole che lo governano”.. Tra danza e teatro, tra arte visiva e performance lo spettacolo lascia il marchio del ricordo nello spettatore che si immerge in un mondo di segni di graffiante ironia che pesca nell'immaginario bazar del contemporaneo.
Gioca anche con la danza ”Stop.... and go di Valentina Sordo” dove il suo danzare viene interrotto da un lancio improvviso di farina che la stravolge, e così irrompe la vita e allora a lei non resta che cominciare tutto da capo, tutto nuovo ed il suo movimento ti coinvolge direttamente verso nuovi spazi da riempire. Che meraviglia vedere all'opera una nuova generazione di performer italiani che cercano di reinventare la danza . Che meraviglia vedere un pubblico che partecipa ed applaude anche davanti a spettacoli non certo convenzionali.
Anche il coraggioso gruppo Riserva Canini gioca , coraggioso perchè come la danza, il teatro di figura per adulti non è considerato bene comune nel panorama del teatro italiano contemporaneo,ma passione eccentrica, gioca Riserva Canini con il computer mettendo in vita in CLIC niente meno che la freccia del computer. Sarà lei a condurci anche qui in un gioco che mescola il teatro con la didattica ,il manufatto con il sapere telematico. Con Marco Ferro, Maurizio Patella, Valeria Sacco assistiamo alla nascita della freccia,un tenerissimo burattino attraverso il quale, e lo sappiamo anche noi che stiamo scrivendo il pezzo, nulla ci sarebbe, e poi e poi ... con un omaggio evidente al teatro-ragazzi ... l'educazione di una freccia è il paradigma della nascita e crescita di un individuo, che lentamente, − lo voglia o no, gli piaccia o meno − viene introdotto a questo nostro mondo contemporaneo. La freccia si anima, soffre,impara ed una volta formata, sarà lei a condurci nei meandri del web. Riserva Canini conduce un divertissement semplice,qua e là ancora da registrare, ma nello stesso tempo meditato tra nuovi media e teatro di figura.

Chi non gioca perchè c'è poco da giocare è ” Idoli” di Carrozzeria Orfeo e Centro RAT-Teatro dell’Acquario dove la drammaturgia Gabriele Di Luca indaga sui mostri che popolano il nostro vivere quotidiano attraverso “ frammenti di umanità che si vanno ad incastonare all’interno di un desolante quadro di vita contemporanea.” Una famiglia come tante che si interseca con coppie come tante, dove il perbenismo nasconde un vermicaio di pulsioni che ormai hanno invaso il nostro essere e delle quali quasi noi non ce “ ne” siamo accorti. Ma tutto è raccontato in modo distaccato, spesso si ride, forse perchè ci riconosciamo nei riti e nelle allusioni che ci si pongono davanti, poi, per qualcuno dei protagonisti c'è persino un moto di pietà disinteressata che commuove.
Nè giocano Giulietta Debernardi e Stefania Luberti in “La grande illusione”di ScarlattineTre che con parole, musica e immagini, in verità in modo ancora scomposto, intendono narrarci il mondo pre unitario dal punto di vista delle donne.
La scena è abitata da cinque sagome di soldati − i nemici, i cavalieri, i compagni − che disegnano e differenziano gli spazi, maschi ma sono loro le donne, le protagoniste dello spettacolo, le donne che con il loro sacrificio troppo spesso negato hanno anch'esse contribuito a fare l'italia.Tre bambine sono testimoni a volte mute, a volte partecipanti degli eventi. Partecipare, vivere nel giardino delle Esperidi da spettatore privilegiato vuole dire muoversi in contesti diversi, passeggiare in una Brianza così diversa da quella immaginata da tutti, non orrendi casermoni o fabbriche infinite ma muoversi in boschi dal fascino arcano tra acque zampillanti a contatto con i rumori della natura tra suggestioni che non solo il teatro o la danza ti possono dare.
Ciò succede con “In-Boscati”, il cammino dello sguardo, di ScarlattineTeatro e Scottish Dance Theatre di e con Giulietta De Bernardi, Joan Clevillé, Anna Fascendini, Jori Kerremans, Anna Kazuba, Marco Mazza, Jer Reid, Joseph Scicluna, Solène Weinachter installazioni di Anna Turina collaborazione drammaturgica di Michele Losi, Barbara Pizzo collaborazione artistica di Francesco Panzeri, percorso itinerante per gruppi di 10 spettatori . Un 'ora e mezza di passeggiata nell'alta valle Molgora tra segni e tracce di forte suggestione che soprattutto le bellissime sculture- immagini di Anna Turina rendono memorabili, pesci, foglie, lumache, frasi che il passeggero ammira tra stimoli sonori e corporei proposti da ScarlattineTeatro e ScottishDance Theatre(bellissimo su tutti il gufo che ti manda precetti da sottoterra) . E così la natura ti restituisce tutti i suoi incanti mentre la fatica permea il tuo volto.Degna conclusione di questo festival.
MARIO BIANCHI