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recensioni
Più ombre che luci a 'Il Gioco del teatro'
Recensioni ed interventi di Mario Bianchi,Remo Rostagno e Nicola Viesti

MOLTE PIU'OMBRE CHE LUCI A 'IL GIOCO DEL TEATRO ' A TORINO

Molte più ombre che luci per il primo grande appuntamento del teatro ragazzi italiano “Il gioco del teatro” . Pochi infatti gli spettacoli convincenti e assai evidente la grande differenza di lievità e nel contempo di spessore tra le creazioni italiane e quelle estere presentate. La qual cosa è stata puntualmente evidenziata dalla giuria che ha premiato uno spettacolo belga, una coproduzione ed uno studio d’autori ancora per altro in divenire.
Di questa vetrina ci rimarranno infatti solo alcuni lampi ma veramente poco teatro. Ci rimmarrà la grande forza inventiva per la verità assai poco calibrata di Daniele De Bernardi di 'Erba Matta ' che rimane comunque nel teatro ragazzi italiano un autore attore, riconoscibile e dallo stile personale, ci rimarrà l’immagine finale dello spettacolo di 'Onda teatro ' , l’immediata comunicatività di Gabriella Picciau nello spettacolo dell'Archivolto ,l'omaggio poetico a Remondi e Caporossi di Silvano Antonelli , il coraggio della compagnia del Teatro del Piccione che ha osato in tempi duri come questi tentare una poetica coproduzione di danza con un gruppo olandese.
Durante il festival sono state presentate anche due novità editoriali “Animazione Teatrale – I luoghi, le idee, i protagonisti “ di Loredana Perissinotto, Carocci, 2004 dove la studiosa compie un preziosissimo viaggio nel passato e soprattutto nel presente dell’animazione facendo il censimento dell’esistente e ” Un ghiro, una bici, un letto di nuvole – Regali e prestiti tra immaginario infantile e teatro”, a cura di Mafra Gagliardi e Fabio Naggi, Marsilio, 2005. .Il volume come al solito in modo puntiglioso e nel contempo affascinante segue il percorso già tracciato dai contributi pcedenti quello delle paure(1992) i desideri (1994)le solitudini e le compagnie(2002). Insomma un altro tassello fondamentale per conoscere l’immaginario infantile. Tutto questo lo si ricordi portato avanti materialmente da una piccola compagnia di teatro ragazzi.
M.B.

RECENSIONI

DON&SANCHO E IL GRAN PREMIO DELLA MONTAGNA
COMPAGNIA VIARTISTI TEATRO
Con PierPaolo Congiu e Savino Genovese
Nel quarto centenario del Don Chisciotte, molte sono state le riletture dell’immortale capolavoro di Cervantes. “Don&Sancho e il gran premio dela montagna” della giovane compagnia “Viartisti teatro” si insinua efficacemente nell’alveo delle rivisitazioni teatrali costruite con gusto ed intelligenza e adatte ad un pubblico totale I due personaggi simbolo dell’opera cervantiana, Chisciotte e Sancho, interpretati da Pier Paolo Congiu e Savino Genovese ,con giusto ritmo e convincente immedesimazione , vengono immessi nel mondo del ciclismo nei ruoli del campione e del gregario. Siamo ovviamente nell’immaginario di ogni cicloamatore ma attraverso pochi segni teatrali di immediata ed ironica riconoscibilità, il plot si colora di epico e i due vengono trasportati in improbabili scenari dove la fatica del correre regna sovrana. Per di più c’è un esplicito omaggio al teatro d’altri tempi, ai mitici fratelli De Rege, a Chiari e Campanini,Franco e Ciccio,un teatro popolare del passato che rimanda nel contempo ad un mondo del ciclismo fatto di fatica e di analoghe mitiche coppie.
Lo spettacolo mantiene ancora qulche lungaggine di troppo ma possiede l’originalità e la freschezza delle opere prime e per di più l’omaggio irriverente ma non tanto all’opera di riferimento appare poeticamente centrato, e non è poco in un teatro dove la parodia è spesso fine a sé stessa .
MARIO BIANCHI

MI MANGIO LA LUNA
UNA COPRODUZIONE TEATRO DEL PICCIONE/KIKKABU'DANCE THEATRE
coreografie Rikke Baewert, Manuel Ronda
regia e drammaturgia Simona Gambaro
musiche dal vivo Cosimo Francavilla, Tommaso Rolando
con Rikke Baewert e Manuel Ronda
Da parecchio tempo in Europa il teatro ragazzi si è arricchito di nuovi linguaggi come, ad esempio, quelli della gestualità e della danza. Nel nostro paese siamo soliti non avere mezze misure e dopo un piccolo capolavoro come “Romanzo d’infanzia” che ha spopolato ovunque e a parte le incursioni nel mondo infantile di un coreografo del calibro di Virgilio Sieni, se non sbagliamo, vi è ben poco ancora da ricordare. Ben venga dunque “ Mi mangio la luna! “, nuova produzione del Teatro del Piccione di Genova in collaborazione con Kikkabù Dance Theatre di Amsterdam, presentata al “Gioco del Teatro” con successo tanto da vincere, ex equo con “C’è sempre un bosco” di Stilema, la seconda edizione del premio istituito dal festival. Uno spettacolo molto semplice ma assai attento non solo alle particolari esigenze dello spettatore bambino ma, soprattutto, a non snaturare la qualità di un tessuto coreografico mantenuto costantemente a livelli mai banali e sempre efficaci ed affascinanti. Un gioco in cui le parole di una scarna drammaturgia servono a suggerire temi e emozioni che hanno poi modo di svilupparsi al meglio nel connubio tra movimento e musica mentre prende corpo una spettacolarità incentrata sui più classici dei dubbi e delle stupefazioni dei piccoli, sulla scoperta del crescere e sulla percezione del tempo che passa con l’alternarsi delle stagioni. La protagonista è la Luna costretta per la prima volta a scendere sulla terra per ritrovare il suo segreto che una mano misteriosa ha rubato. Un viaggio che diventa una scoperta di mondi sconosciuti, di turbamenti mai provati ma che è destinato a finire, una volta che la missione è compiuta. Una proposta che ha il dono di una leggerezza assai gradita dagli spettatori di ogni età che hanno lungamente applaudito i bravi interpreti Rikke Baewert e Manuel Ronda e i musicisti Cosimo Francavilla e Tommaso Rolando.
NICOLA VIESTI .

LEZARD MENAGE
COMPAGNIE COATIMUNDI
di e con Jean-Claude Leportier e Catherine Krémer
Incantevole è il termine giusto per definire “Lézard ménagé “ della compagnia francese Coatimundi, una messa in scena deliziosamente surreale ma non priva di risvolti nostalgici e di accenni inquietanti. Una coppia festeggia il compleanno di lei in una sghemba cucina molto espressionista, una giornata che si vorrebbe diversa ma che in fondo sembra come tutte le altre immersa nella noia della quotidianità. Un marito che pensa solo al suo lavoro e una moglie che vorrebbe un po’ più di considerazione mentre il rito del pranzo si consuma tra equivoci ed incomprensioni. Lui corre via, ossessionato dai clienti che gli telefonano in continuazione, lei sogna una vita ed un amore differenti mentre ascolta alla radio la magica voce di Edith Piaf. Ecco il regalo, una grossa scatola rossa con uno strano aggeggio da costruire, una macchina da cucire che sembra dotata di vita propria e che non lesina anche un approccio non proprio casto con l’allibita signora. Un attrezzo magico con cui cucirsi un bel vestito a fiori per dimenticare il grigiore e che dona la forza di prendere decisioni audaci come quella di una bella passeggiata finalmente da sola per un incontro molto misterioso. Ora ad aspettare è l’uomo che decide, per attenuare dolore ed angoscia, di far pulizia con l’aspirapolvere che lascerà incustodito proprio mentre lei rientra finendo risucchiata nelle fauci dell’elettrodomestico. Lui non esita a raggiungerla ma sarà duro, molto duro riuscire a salvarsi perché nell’oggetto che si gonfia a dismisura alberga un mostro. “Lézard ménagé” è uno spettacolo bellissimo che non ha bisogno di parole e che vive e palpita grazie ad una fantasia e ad una visionarietà di gran classe. Immerso in atmosfere anni Cinquanta riesce a creare un tempo sospeso, emozioni profonde e allarmanti senza rinunciare all’ironia e al divertimento. Uno dei rarissimi esempi di un teatro ragazzi di estrema raffinatezza che sa parlare, con la complessità leggera dei suoi vari livelli espressivi, a spettatori di ogni età invitati a leggerlo ed ad interpretarlo ognuno secondo il proprio bagaglio di conoscenze e la propria sensibilità.
NICOLA VIESTI

FAIT DIVERS
COMPAGNIE SAC A DOS
con Susan Yeats e Patrick Huysman
regia Didier De Neck
Una coppia in una stanza ingombra di carta, un uomo ed una donna che vogliono raccontare una stessa storia ma ognuno a suo modo, senza rinunciare a farsi dispetti e facendosi coinvolgere, poco per volta, dagli stessi esseri che costruiscono con fogli di giornale. Un probabile ufficio abitato da due disordinati sognatori che diventa il libero territorio delle fiabe, dove re e regine vivono mille avventure ad un ritmo sempre più sostenuto mentre il piccolo protagonista, un buffo e fragile elefantino, diventa un eroe abilmente manovrato da sapienti mani, un cavaliere che supera mille tenzoni. “Fait divers” della belga Compagnie Sac à Dos è il secondo spettacolo straniero presentato al “Gioco del Teatro” a confermare le ottime scelte compiute dagli organizzatori di questa edizione per mostrarci alcuni esempi del panorama internazionale dedicato al teatro per l’infanzia. Certo vien voglia di fare paragoni – con il nostro teatro di figura, ad esempio – ma questa volta ce ne asteniamo e segnaliamo caldamente questa messa in scena di grande poesia e molto ben interpretata che sa misurare alla perfezione ritmo e divertimento e che sembra di inesauribile fantasia ed invenzione. Giocando su di un doppio binario, quello dei rapporti tra l’uomo e la donna segnati da tenerezza ma anche da competitività e quello della fiaba che non rinuncia ad ironie contemporanee – quella regina così uguale a Elisabetta d’Inghilterra! - “Fait divers” crea un’ atmosfera che si fa sempre più coinvolgente fino al pirotecnico finale ed elabora una drammaturgia che utilizza sia la lingua francese che l’inglese con risultati esilaranti e con una capacità di comprensione assoluta ad evidenziare, ancora una volta, come le parole, anche quelle sconosciute, possano essere recepite perfettamente se partecipano alla complessiva armonia di una forza spettacolare salda e sapiente.
NICOLA VIESTI

LA NUOVA ONDA DEL TEATRO RAGAZZI DI TORINO
di REMO ROSTAGNO

Caro Eolo, tu che sai ciò che succede nel mondo del Teatro Ragazzi e Giovani, sai che manca solo un anno all’apertura della Casa del Teatro ragazzi e Giovani, a Torino. Non importa che tu ci creda oppure no. Lo sai. Tu che sai quale mondo gira intorno al teatro che segue l’odore della pelle dei bambini, non ti sfugge che i bambini sono peggio dei camaleonti, difficili. Tu che sai come è facile ingannarli e farsi ingannare da loro, esseri impudichi, fragili e crudeli, con una doppia anima. Tu che sai come sia facile inseguire la facilità nel loro incontro, ma come sia difficile capire perché la facilità è solo l’aborto inghirlandato del piacere. Tu che sai per quali ragioni profonde e per quali emozioni indicibili c’è chi fa quel teatro che, a torto, si considera solo per i bambini. Tu che sai ciò che molti sanno ma fingono di non sapere, perché così va il mondo. Tu che sai, diglielo tu. Diglielo tu a quella piccola schiera di giovani che si sono confessati nel Teatro Massaia di Torino nei giorni del Gioco del Teatro nel mese di aprile 2005, la Nuova Onda del Teatro Ragazzi. Diglielo tu che la Casa che li aspetta non li aspetterà, se oggi non riescono a fare un sogno con le sembianze di un nuovo teatro. Li ho contati, sono dieci nuovi gruppi, solo in città, che rivendicano la necessità di coordinarsi, di manifestare, di reagire. Diglielo tu, caro Eolo, che per fare quel teatro che dicono di voler fare, non possono cominciare dalle rivendicazioni. Sacrosante, legittime. Sii prudente, perché a volte i giovani sono permalosi e se parli di creatività, di nuovi linguaggi, di sperimentazioni, di scarti immaginifici, di sogni da realizzare, di nuove visioni, potrebbero aversela a male. Sono figli della semplicità oscura a cui noi, sciagurati assassini, abbiamo ridotto la vita.
Remo Rostagno.