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recensioni
SEGNI D I'NFANZIA
IL REPORT DI MARIO BIANCHI SUL FESTIVAL DI MANTOVA

Dall'8 all'11 Novembre a Mantova si è svolta la settima edizione di 'Segni d'infanzia', il festival diretto da Cristina Cazzola dedicato all'arte e al teatro per l'infanzia. L'evento è organizzato dall'associazione artistica e culturale Segni d'infanzia, promosso dal Comune di Mantova e sostenuto da Fondazione Cariplo, Rappresentanza della Commissione Europa, Parlamento Europeo, Regione Lombardia, Palazzo Ducale, Camera di Commercio di Mantova, Fondazione Comunità Mantovana Onlus, Provincia di Mantova, Ambasciata di Norvegia, Parco del Mincio e diversi sponsor privati.

Come è tradizione anche quest'anno la manifestazione ha avuto il suo animale simbolo è il Bombo per l'occasione disegnato da Altan. Il Bombo è un insetto che appartiene alla famiglia degli apidi, che per anni è stato oggetto di studi: la struttura alare del bombo, in relazione al suo peso, non è adatta infatti al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Per cui l'animale è stato preso come simbolo di un mondo che vuole continuare a credere possibile ciò che sembrerebbe impossibile. Un augurio dunque per il futuro di Segni d'infanzia.

Nella prima parte del Festival, che ha assunto la formula ormai collaudata delle ultime edizioni, strutturata su quattro giorni, abbiamo potuto vedere diverse creazioni interessanti, dedicate soprattutto ad un pubblico di ragazzi come 'Paese dei ciechi' del Thèatre Nouvelle Gènèration Centre Dramatique National de Lyon (Francia), 'Talita kum' di Riserva Canini e 'Don Giovanni in carne e legno' del Tap Ensemble (Italia) mentre il nuovo lavoro di Dario Moretti di Teatro all'improvviso,come del resto tutto il suo repertorio, è stato ancora rivolto ai piccolissimi.
Il paese dei ciechi del Thèatre Nouvelle Gènèration & Centre Dramatique National (Lyon)tratto dal famoso racconto 'Nel Paese dei Ciechi' di Herbert George Wells con l'adattamento, regia e interpretazione di Nino D'Introna riporta in scena in modo del tutto diverso uno spettacolo storico del Teatro dell'Angolo curato anch'esso da D'Introna.
La vicenda dell'uomo che per un caso fortuito si trova ad essere catapultato in un mondo popolato solamente da non vedenti e che crede di essere superiore perchè possiede il dono della vista, tentando invano di impossessarsi del potere, è raccontato da D'Introna in modo assolutamente coinvolgente narrando avvenimenti, creando personaggi e ambienti in maniera evocativamente perfetta.
Anche perchè indissolubilmente legate allo spettacolo sono la costruzione del suono, le musiche originali eseguite dal vivo da Paolo Cipriano e Valentina Mitola, che non sono di puro accompagnamento, come spesso succede, ma danno senso agli avvenimenti narrati. Ma sono soprattutto le luci di Andrea Abbatangelo che inventano letteralmente questa notevole creazione. Il personaggio narrante, l'amore che pensa di avere trovato nella nuova terra, la bellezza dell'infinito che (per un attimo solo) teme di dover sacrificare per una nuova vita da passare al buio vivono infatti nello spettacolo attraverso un gioco di luci che si plasmano in perfetta sintonia con i significati stessi del bellissimo racconto di Wells.Insomma tutti i sensi dello spettatore sono stimolati in modo intelligente ed immaginifico.

Talita Kum è invece l'opera più matura di Marco Ferro e Valeria Sacco di 'Riserva Canini' uno dei gruppi più interessanti del nuovo teatro di figura italiano.
La creazione è uno spettacolo senza parole con in scena un'attrice-animatrice sola che vive in simbiosi diretta con una marionetta a taglia umana da lei stessa animata. Dopo un primo momento misterioso dove le creature si formano indistintamente, la marionetta prende vita e si scopre essere umana, respira, guarda, vive. In tutto lo spettacolo protagonista è lo sguardo dello spettatore che non comprende mai sino alla fine cosa veramente ha davanti, chi è marionetta e chi invece è essere umano in un gioco teatrale molto raffinato. Anche qui come nello spettacolo precedente sono anche il disegno luci di Andrea Narese e quello del suono di Stefano de Ponti con le musiche originali Luca Mauceri, Eleonora Pellegrini, Stefano de Ponti a far vivere 'Talita Kum' trasportando lo spettatore in un non luogo. Ma è soprattutto Valeria Sacco a fornire una prova maiuscola di attrice, non attrice, animatrice, non animatrice, di forte virtuosismo mai fine a sè stesso.

Di grande e originale fattura ci è sembrato anche 'Don Giovanni in carne e legno' uno spettacolo che vede riunito intorno al progetto un gruppo di attori di provenienza assai diversa:Nicola Cavallari, Eleonora Giovanardi, Luca Ronga, Gianluca Soren con la regia riconoscibilissima ( ma si avverte anche l'ombra rassicurante di Marco Manchisi) di Ted Keijser.
Lo spettacolo, che racconta in modo godibilissimo la resurrezione di Don Giovanni ed il suo rapporto contrastato non più con Sganarello- Leporello ma con Pulcinella, risulta essere un riuscito esempio di commistione di stili e tecniche dove il teatro di figura tradizionale si coniuga in modo originale con la commedia dell'Arte. Attori e burattini si muovono in scena invadendo in modo naturale e reciprocamente gli spazi loro assegnati per tradizione anche con indovinate incursioni nel contemporaneo. Non sempre il ritmo sostiene implacabilmente questo connubio ma siamo davanti ad uno spettacolo dove ricerca e tradizione si fondono in maniera coraggiosa in un progetto anch'esso coraggioso che sfida un mercato così poco avvezzo a creazioni di tal genere.
Infine, come si è detto, abbiamo visto 'Scherzo a tre mani' dove Dario Moretti alla pittura e Saya Namikawa al pianoforte rinverdiscono in modo originale alcuni degli 85 arrangiamenti facili per pianoforte, tratti da diverse canzoni popolari ungheresi che Bela Bartok scrisse tra il 1908 e il 1909 chiamandoli 'Pour les enfants '. Moretti con 'Scherzo a tre mani' dà vita attraverso la musica e la pittura a sei brevi storie, intitolate: 'Nel bosco', 'Al circo', 'Di notte', 'La città', 'L'uomo del faro', 'Autoritratto', 'La mosca', ma questa volta l'artista mantovano accompagna le sue creazioni pittoriche con luci, taglierine, piccoli oggetti e personaggi, che appaiono all'interno delle scene dipinte e che sono animati come microscopiche marionette portando il suo lavoro verso direzioni nuove e suggestive. Gli stessi colori ed i nuovi materiali interagiscono così con i piccoli spettatori fornendo cambi di segno e di registro spesso interessanti ed innovativi.
Essendo lo spettacolo ancora in studio, il rapporto tra musica e pittura ci pare ancora in embrione ma il modo di porsi in scena di Moretti ci pare foriero di nuove possibilità.

L' edizione di quest'anno del Festival ha proposto due incontri per gli operatori e diversi spettacoli per bambini di tutte le età, ragazzi, adulti e anche per piccolissimi spettatori dai 18 mesi in su. Al pubblico dei più piccoli sono stati rivolti appuntamenti come quello della Compagnie Piccola Velocità (Francia) ' Jeune pousse ' che invita a riflettere sull'importanza del tempo e sulla sua capacità di modellare la materia e 'Nuvole e case ' della compagnia italiana 'Nuvole in tasca' Molte anche le riproposizioni di spettacoli importanti già visti in altri festival come 'Picablo ' del TAM, il ' Piccolo Asmodeo ' di Giocovita e '24583 piccole inquietanti meraviglie ' di Scarlattine.
Il festival si è chiuso alla Loggia del Grano, dove domenica 11 novembre i bambini hanno potuto assistere alle acrobazie aeree e musicali del Circo Paniko composto da artisti provenienti da regioni diverse d'Europa.

MARIO BIANCHI