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recensioni
Giocateatro 2015/Le recensioni di Mario Bianchi e Elena Scolari
7 SPETTACOLI ITALIANI E UNO TEDESCO

Dal 14 al 19 aprile 2015 si è svolto a Torino, presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani e il Teatro Agnelli, il tradizionale festival primaverile “Giocateatro”, dedicato al teatro per le nuove generazioni, giunto alla diciannovesima edizione, organizzato dalla Fondazione teatro ragazzi e giovani.

E' stata quest'anno un'edizione molto particolare, un poco ridotta, visti i tempi di vacche magre in cui viviamo, anche se l'iniziativa è stata comunque seguita da un folto numero di operatori e da molti bambini che, come sempre succede, riempiono le sale dove si svolgono gli spettacoli di questa benemerita manifestazione, che questa volta ci ha offerto, soprattutto, una selezione delle migliori novità delle compagnie di teatro-ragazzi del territorio piemontese.

Venerdì 17 e sabato 18 aprile oltre 100 operatori culturali hanno infatti potuto assistere a 8 debutti nazionali, tra cui una creazione tedesca :SSST!una coproduzione di Schaubude Berlin, Brotfabrik Bonn e Méli’môme Reims / Festival Reims Scènes d’Europe, che si è dimostrata la più interessante vista quest'anno al Giocateatro.

Sette dunque gli spettacoli piemontesi visti a Torino, tra cui la riproposizione di uno spettacolo storico, assai composito tra marionette e burattini di tutte le forme e dimensioni del Dottor Bostik “Cipollino” tratto da Gianni Rodari, una proposta teatrale di una nuova storia animalesca di Luis Sepulveda “Max Mix e Mex” prodotta da Assemblea teatro, con in scena questa volta, non una gabbianella ed un gatto, ma un gatto e un topo messicano ed un divertente e surreale pastiche di Coltelleria Einstein, una sperimentazione intrigante sul concetto di lievità per i piccolissimi, assai legato allo stile più intimo della compagnia, da registrare e ancora da riequilibrare con nuove invenzioni, dal titolo assai divertente e programmatico “ Il fiore equilibrista(La via della leggerezza) ovvero Com'è difficile essere giapponesi se non si nasce a Tokyo”.

La compagnia di Teatro Circo di Olivia Ferraris e Milo Scotton ha invece presentato “Lost & found”, creazione che testimonia, secondo il nostro parere, il disorientamento in cui si è perso questo glorioso duo teatrale che ci ha donato spettacoli assai divertenti e pieni di invenzioni molto particolari. Secondo noi Milo ed Olivia dovrebbero ora misurarsi con un occhio registico e creativo esterno per poter incamminarsi verso nuove promettenti direzioni.Lo speriamo con tutto il cuore.



Tre sono stati gli spettacoli piemontesi di buona fattura visti a Torino e che ci hanno maggiormente interessato, anche per poter fare un discorso più diversificato sulle metodologie della messa in scena : “In viaggio con nessuno” di Guido Castiglia di Nonsoloteatro, “Dolcemiele” di Onda Teatro e lo studio di Giorgia Goldini “Luna delle mie brame”.



“In viaggio con Nessuno”, Guido Castiglia, complici le essenziali quanto evocative scenografie di Lucio Diana, racconta ai ragazzi l’Odissea, l'immortale poema di Omero, restituendocelo in modo poetico, attraverso le emozioni dell'eroe protagonista del famoso viaggio verso Itaca “ mostrando il fianco debole e umano dell’eroe Omerico, trasformandolo in un uomo nel quale ci si può facilmente identificare. Il giovane spettatore potrà ascoltare e “vedere” con la propria capacità immaginativa, le esperienze e le emozioni che compongono l’Odissea, viaggiando con le ansie, le speranze, i desideri, le paure e il coraggio dell’uomo”

Lo spettacolo, come si evince dal corposo e puntuale contributo didattico, che ne è parte integrante, è frutto di un intenso lavoro sull’Odissea, svolto con i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, con cui Castiglia si è, come di solito confrontato, prima di presentarlo al pubblico. La narrazione ci sembra volutamente non voler legare insieme il piano didattico con quello narrativo ma pur comprendendone la metodologia, ci piacerebbe che i due differenti contesti fossero teatralmente più amalgamati tra loro, allargando magari la sfera dei vari sentimenti che la poesia omerica suggerisce, anche se i materiali didattici sottolineano adeguatamente il percorso intrapreso sull' Odissea da Castiglia.

“Dolcemiele” di Onda Teatro con la consueta regia di Bobo Nigrone, liberamente tratto dall'opera di Roald Dahl” Matilda” , con la brava ed efficace Silvia Elena Montagnini è veramente un racconto a quadri come recita il sottotitolo.La scena infatti è popolata da cornici molto particolari, quasi dei piccoli palcoscenici, da cui spuntano i vari personaggi che popolano “ Matilda”, il famoso romanzo di Dahl, interpretandone dal loro punto di vista tutte le varie sfumature.

La sapiente ragazzina Matilda, la meravigliosa sua maestra Dolcemiele con cui alla fine andrà a vivere, gli odiosi genitori, il fratello, la compagnia di scuola, la terribile direttrice Spezzindue, si affacciano dalle cornici in una specie di puzzle di personaggi, capaci di farci godere la storia sino in fondo. A nostro avviso, forse, meno caratterizzazioni e un contatto diretto con le loro eroine, attraverso un maggiore approfondimento dei due personaggi principali, che solo alla fine acquistano il giusto spessore, aiuterebbero maggiormente i piccoli spettatori a vivere dal di dentro, in modo più empatico, tutte le vicende narrate.

La brava e proteiforme Giorgia Goldini invece ci racconta in “Luna delle mie brame” come Cappuccetto Cappuccino, chiamata per comodità K, sorella della più famosa Cappuccetto rosso, riesca nell'incredibile missione di rimettere la luna, rubata da una strega malefica e dal suo aiutante, al suo posto.Molte le prove da superare e i personaggi da incontrare ma alla fine l'impresa sarà compiuta.

Giorgia Galdini usa l'arma dell'ironia e della comicità per confezionare un gustoso spettacolo per famiglie che intende soprattutto destrutturare con arguzia i luoghi comuni delle fiabe.Secondo noi, levando alcune caratterizzazioni( tanto tutti gli spettatori adulti capiscono che l'attrice è davvero brava)ed una maggiore attenzione ai significati meno evidenti della storia, aiuterebbero lo spettacolo ad essere maggiormente efficace per il pubblico dei più piccoli.


Alla fine del Festival si è tenuto l'incontro con Bruno Tognolini noto autore per ragazzi e splendido compositore di filastrocche, la compagnia Florschütz & Döhnert e il pubblico dal titolo “IL BAMBINO COME AUTORE “da un’idea di Opera Munifica Istruzione, Goethe-Institut Turin e Fondazione TRG onlus L'Incontro di formazione si teneva all'interno del progetto ASSITEJ ITALIA IN-FORMA

MARIO BIANCHI


SSST! Florschütz & Döhnert  (Berlino)

Idea e interpretazione, scenografia Michael Döhnert e Melanie Florschütz. Collaborazione artistica Joachim Fleischer, Werner Hennrich, Hendrik Mannes. Musica Michael Döhnert. Costumi Adelheid Wieser.Pittura scenica Wolf Dieckmann

Di come si può far uscire uno spettacolo da una tasca. In silenzio, nessuna parola, pochi suoni e molta fantasia.In scena un tendone aperto, rotondo, color écru, a misura d’uomo, e una piccola sezione di percussioni a sinistra.

Qualcosa si agita nella tasca degli ampi pantaloni circensi che Melanie indossa, prima ne esce una bacchetta, che sarà la prima spazzola per la batteria di Michael, poi la seconda. Lentamente, con il ritmo giusto, quello che non fa accorgere del tempo che passa, entriamo volentieri nell’atmosfera della finzione.

Ma c’è ancora qualcosa che rimbalza nei pantaloni: lo stupore aumenta, qualcosa che fa saltare anche Melanie, un coniglio! Un piccolo coniglietto bianco con zampe lunghe e adatte per balzare, appunto. Il coniglio non sa stare fermo, avrà bisogno di un tavolo, di una casa, di una scala a sua misura. E questi piccoli oggetti in legno appaiono dalle mani di Michael.E così il coniglio diventa il protagonista di piccole avventure, anche da equilibrista acrobata sul filo, finirà anche per addormentarsi e ronfare, nella tasca di Michael, stavolta.

Ciò che colpisce in questa delicata performance del duo berlinese è la cura, la semplice attenzione, la poesia non melensa e la tenerezza che non dimentica l’ironia. Mica poco.

C’è un che di felliniano in questo piccolo mondo, con meno melanconia ma uguale lieve evanescenza.

Michael Döhnert e Melanie Florschütz hanno la disinvolta professionalità di chi sa come risultare credibile con un coniglietto che ti si agita in tasca, fanno le facce giuste, sorridono quando serve e si corrucciano se necessario. Pare facile…

E “SSST!” ha anche un altro pregio: non ci vuole insegnare niente, vivaddìo!

Solo a stare attenti a cosa ci possiamo ritrovare in tasca.

ELENA SCOLARI