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recensioni
PALLA AL CENTRO 2016
Il Report di Mario Bianchi dell'edizione di quest'anno che si è tenuta a Perugia

Palla al centrola vetrina delle produzioni di Teatro per Ragazzi e Giovani delle Regioni Abruzzo, Marche ed Umbria, che ogni anno si sposta in sede diverse, è una ghiotta occasione per poter conoscere spesso, insieme ad alcune compagnie di provata professionalità, molti altri gruppi che si affacciano, invece, per la prima volta, al confronto con gli operatori che vi giungono da tutta Italia alla ricerca di nuovi stimoli e proposte per la loro rassegne. Per questa ragione il livello di “Palla al Centro”, cambia di volta in volta.

A Perugia, la città che ospita la storica compagnia e benemerita “Fontemaggiore”, si è tenuta, quest'anno, dal 27 al 30 Giugno,  l’undicesima edizione di questa altrettanto storica manifestazione, che, a differenza dell'edizione pescarese dell'anno scorso, ha ottenuto risultati a dire il vero del tutto inadeguati per una rassegna che vuole presentare il meglio del teatro ragazzi di queste tre regioni.Ma forse sarebbe meglio dire, tastare il polso del teatro ragazzi in queste tre regioni, e qui possiamo ben dire che i battiti del cuore, soprattutto in qualche direzione, sono assai flebili.


I numerosi operatori giunti da tutta Italia hanno potuto assistere a Perugia a 17 spettacoli( noi ne abbiamo visti 15 e purtroppo non abbiamo potuto godere di ”Bella da morir” di Teatro linguaggi”) dislocati in 4 sedi che hanno attraversato tutta la Provincia: il Teatro Brecht e la Sala di Fontemaggiore a Perugia, il Teatro Clitunno a Trevi, il Teatro Subasio a Spello.

Talmente arduo è stato il nostro compito nell'osservazione di tutti gli spettacoli che non riusciremo nemmeno ad approfondire criticamente in modo congruo nessuno degli spettacoli, anche se, per nostra fortuna, abbiamo potuto assistere ad uno degli Amleti scespiriani più belli degli ultimi anni dovuto alla compagnia perugina “Occhi sul mondo” che ci aveva per altro regalato due convincentissime prove con “Quando c'era Pippo” e “Greta la matta “. Spettacolo superbo ma certo non dedicato ai ragazzi e di cui parleremo in altri ambiti.

Per considerare lo spettacolo più confacente visto per un pubblico di ragazzi, dobbiamo rifarci ad un must antico, storico cavallo di battaglia della compagnia lecchese”Albero blu”, rimesso a nuovo da Fontemaggiore “Storia tutta d' un fiato” tratto da “Narco degli Alidosi” di Roberto Piumini, scritto da Roberto Piumini e da Luca Radaelli che narra, sulle orme di Don Chisciotte, le avventure di un nobile dall'alito pestilenziale che con il fido scudiero Bladante deve superare prove ardimentose per superare il fastidioso problema.

Ben recitato da Enrico De Meo, Emanuela Faraglia e Giancarlo Vulpes, coadiuvato da musiche appropriate, supportato scenicamente da bauli e valigie risagomate da Stefano Cipiciani, nel solco della tradizione, lo spettacolo è ancora capace di far divertire grandi e piccini.


Per il resto abbiamo visto cose che voi umani... ombre e teatro di figura, usati in ogni dove, con imperizia, danzatrici brave come Cecilia Ventriglia impegnate in storie senza capo nè coda, la compagnia Art Niveau che non conferma il bel risultato dello spettacolo precedente, scope che vorrebbero diventare cavalli, elefanti che rimangono soprammobili, cantanti che non sanno cantare, improbabili bambine, interpretate come deficienti che colloquiano con soldati che non sanno nemmeno la parte e via di seguito.

Allora tutto da buttare, certo che no! Nel nostro ricordo ecco rimarranno Il video che ribalta il libro collodiano di Pinocchio pastrocchiodi Marco Renzi, il doppio Cappuccetto rosso che imbroglia lo sguardo, ben giocato dal Teatro alla Panna, lo Sganarello di “Don Giovanni in soffitta del bravissimo Valerio Apice di Isola di Confine, il giornalaio utopico di Andrea Palladino in “Fuoco di libertà” diretto da Gabriele Ciaccia, il rapporto tra la civetta e il pipistrello nello spettacolo, però, sempre sopra le righe di Micro teatro terra Marique “ Il segreto del bosco”.


Ma ci siamo scaldati soprattutto il cuore con due progetti che davvero ci sono sembrati necessari per essere portati in scena, dove gli attori non sbagliavano mai, dove le parole che dicevano erano importanti per loro e per gli spettatori, dove veramente il teatro era rappresentato per la funzione massima per cui è stato preposto, essere specchio della vita, momento in cui riflettere e riflettersi “Donkey shot” e " Lavoro e vita” , realizzati rispettivamente con l'aiuto di Teatro Pirata e Fontemaggiore.

Donkey Shot nasce da un laboratorio di teatro integrazione della Rete del Sollievo di Jesi ASP Ambito IX, curato dall’ATGTP in collaborazione con Dipartimento Salute Mentale ASUR Area Vasta 2 di Jesi, Cooss e Malati di Niente, per favorire integrazione salute e benessere. Protagonisti di questa avventura, sulle orme di Don Chisciotte, guidati da Simone Guerro, Francesco Mattioni, Silvano Fiordelmondo sono stati Enrico Dottori, Simona Simonetti, Fabrizio Santilli, Michele Grassi, Luca Roccoli, Marcello Maiolini, Sonia Montalbini, Emanuele Montironi, Sara Pergolini, Federica Bordoni e Laura Zappelli, Nicholas De Alcubierre.

Lavoro è vita, in cui tutti i protagonisti parlano e mettono in scena il loro lavoro e quello che sognerebbero di avere, diretto da un inossidabile Giampiero Frondini, è invece l'ultima produzione della compagnia "Elisa di Rivombrosa - un mondo possibile per tutti" nata dalla collaborazione tra Fontemaggiore, che ne cura la direzione artistica, e l'Associazione Italiana Persone Down messo in scena da Erika Barbini - Rosa Gina Berardi - Lorenzo Cascelli – Alex Chiodi - Sara Chiodini - Antonello Coloni – Anna Paola dell'Aquila Alessandro Fanelli - Fabrizia Lopilato - Marco Mechelli – Federico Meniconi - Shari Moretti- Luca Morini - Pamela Olsen - Pierluigi Paoletti - Domenico Riccardi – Maresa Rocchi - Gaia Rossini – Luca Rossner – Rosanna Tassi - Damiano Valloni - Paolo Vispi. La Collaborazione artistica è Valentina Renzulli e Beatrice Ripoli.

Un vero e proprio pieno di vita che purtroppo, almeno secondo noi, non abbiamo visto nell'omonimo spettacolo di Valentina Renzulli e Beatrice Ripoli, prodotto da Fontemaggiore, dove quattro personaggi vestiti di bianco, su un letto, parlano soprattutto delle loro nevrosi. Chi sono, perchè sono lì, perchè si parlano in modo ripetitivo di ciò che li disturba? Per noi è rimasto un segreto; forse se anche loro, come tutti i protagonisti diLavoro e vita” e “Donkey Shot”, avessero avuto la grande esigenza e capacità di comunicare agli spettatori e a loro stessi come superare le loro reali ed evidenti difficoltà con un reale ed evidente pieno di vita, lo spettacolo avrebbe raggiunto il suo intento.

MARIO BIANCHI