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recensioni
"Vimercate ragazzi Teatro Festival" il report di Mario Bianchi
La prima edizione rinnovata dello storico Festival che si è tenuta dal 9 all'11 Giugno

Da Venerdì 9 a domenica 11 giugno 2017, a Vimercate, nei Parchi Trotti e Gussi, nelle piazze Roma e Santo Stefano, nonché lungo le vie e negli angoli più prestigiosi della città, si è tenuta la prima edizione del “Vimercate ragazzi teatro Festival”, manifestazione che ha raccolto l’eredità di “ Una città per gioco” lo storico festival, ideato e organizzato dalla cooperativa Tangram, che per 25 anni ha ospitato centinaia di spettacoli, segnando in modo indelebile la storia del Teatro ragazzi italiano. Per non disperdere questo patrimonio culturale, Campsirago Residenza, delleAli Teatro, residenza del Vimercatese e Teatro Invito, attraverso un bando, proposto dal Comune, hanno deciso di unirsi al fine di costituire un nucleo operativo, con funzione di direzione artistica, tecnica ed organizzativa, per proseguire tale appuntamento, reimpostandolo su basi nuove e apportando nuove energie.I 3 soggetti hanno vinto il Bando proposto dal Comune e hanno dato corpo al progetto.

Per tre giorni oltre ai 15 spettacoli scelti dalla direzione artistica, in una call che ha raccolto più di 160 segnalazioni, la città di Vimercate è stata attraversata da laboratori, giochi, letture, sperimentazioni artistiche e momenti legati all’arte e alla cultura, organizzate in collaborazione con le associazioni del territorio. I bambini, ma non solo loro, per esempio, hanno potuto partecipare ad un laboratorio per la costruzione di Spaventapasseri che hanno formato un'allegra parata, attraversando la città, per non parlare della gioiosa e furibonda Battaglia dei cuscini della CompagniaIl Melarancio che ha letteralmente invaso il Parco Giussi. Il Teatro delle Briciole a Vimercate ha portato I'Mnatura, il suo percorso immaginifico, che avevamo visto a Volterra, creato da Emanuela Dall'Aglio, che ha popolato il Parco Sottocasa di animali straordinari.

Un festival che ha presentato le creazioni di compagnie storiche del Teatro Ragazzi ma anche di gruppi giovani meno noti, a cui è stata data una bella occasione di visibilità davanti ai più di 120 operatori provenienti da tutto il paese.

Una Yurta posizionata nel Parco Trotti ha ospitato gli spettacoli dedicati ai più piccoli: dal raffinato, ” Che si che nodella Compagnia drammatico vegetale, a “ Cosa c'èdi Delle ali, piccola , preziosa esplorazione tra le cose del mondo in continua trasformazione, sino a “ In viaggiodi Carmentalia, delizioso spettacolo di teatro di figura, diario di bordo di un percorso intimo alla ricerca di sé e a “Mr Hat al Mare “ di Silvia Bennet.

Insomma un festival vario, e spesso inusuale, che ha dovuto tener conto della necessità di mettere in scena sempre spettacoli all'aperto. e a cui Giugno ha regalato, perfortuna, tre splendide giornate.

Il “Vimercate ragazzi Festival” è stato aperto dalla celebrazione dei 20 anni di uno spettacolo storico “ Promessi” ovvero I Promessi Sposi in scena, di Teatro Invito, rimesso a nuovo da Luca

Radaelli, con l'arrivo di tre giovani attori, Nicola Bizzarri, Federica Cottini e Marco Menghini, che con i veterani Stefano Bresciani e Giusi Vassena, hanno riproposto l'immortale capolavoro del Manzoni in chiave popolare, in uno spettacolo costruito tra canto e narrazione con la collaborazione alla regia di Beppe Rosso, ancora capace di restituire in modo efficace la storia di Renzo e Lucia, eroi popolari,finalmente protagonisti.

Tra le altre varie proposte, la giovane compagnia Lagretateatro, ha regalato al festival la sua particolare versione di “Greta la Matta” tratto dal libro di Carll Cneut e Geert De Kockere, già visitato in chiave di danza e di teatro di figura da Occhisulmondo, mentre Anfiteatro, a mezzanotte,nella Yurta, con un testo scritto da Francesco Niccolini e, interpretato dalla sempre efficace Naya Dedemailan, ci ha trasportato metaforicamente in un 'isola molto simile a Cuba. Insomma ci sono stati spettacoli per tutte le età e per tutti i gusti.

Soffermiamoci ora sulle altre novità viste a Vimercate.

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Areaarea, uno dei gruppi più innovativi della danza italiana, su Coreografia di Marta Bevilacqua, con in scena Alessandro Maione e Valentina Saggin, su musiche di Aphex Twin, Autechre, Dimitri Shostakovich, Crystal Fighters, Vittorio Vella, ha presentato a Vimercate il suo primo spettacolo per ragazzi.Play with me come professato dal titolo, è uno spettacolo sul gioco, all'inizio soprattutto fisico, perchè la danza vive attraverso il corpo, e i due performer si muovono sul palco attraverso il loro, duttile ed espressivo e si muovono come bambini, rincorrendosi e trastullandosi come bambini (pur non essendolo) ma noi, certo, non ce ne accorgiamo. Ma non solo con il corpo giocano Alessandro e Valentina, ecco che un divano li incoraggia a narrare storie buffe e divertenti. Poi si cambiano d'abito, in uno dei divertimenti più frequenti nell'infanzia, ed il gioco si rinnova giosamente. Ecco poi piccole luci che riempiono la scena, creando fantasmagorie che incantano lo spettatore bambino. Poi Alessandro, sulle musiche dell'immancabile valzer di Shostakovich, telecomanda un vero e proprio cervello di gomma, avvertendoci che i giochi di una volta forse sono finiti.

Due tablet infatti piano piano incominciano a spadroneggiare sulla scena, giocando con le immagini virtuali che da essi scaturiscono, ma poi come d'incanto la condivisione del gioco viene messa in cantina e le luci si abbassano su Alessandro e Valentina malinconicamente soli, ognuno per loro conto, a rimirare da soli il portentoso oggetto che si è fatto padrone delle nostre vite. Alla fine “Play with me” si configura come un ironico e divertente omaggio al gioco, in tutte le sue diverse diramazioni, coniugato con tutti i diversi linguaggi che la danza può anche suggerire e comprendere dentro di sé e con un finale melanconico che evoca” i bei giochi di una volta” quando ci si divertiva tutti insieme .

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Lo spettacolo più stimolante visto a Vimercate ci è sembrato “ Short Skin”, scritto e diretto da Massimiliano Cividati per Aia Taumastica. In scena Camilla Pistorello, Marco Rizzo, Camilla Violante Sheller, Libero Stelluti, e Matteo Vitanza, attraverso situazioni spesso paradossali, soliloqui , confessioni disarmanti, si immergono in un vero e proprio percorso all'interno dell' adolescenza, non osservata però negli aspetti più gioiosi di un 'età che ci trasporta beatamente dall'infanzia direttamente verso la giovinezza, ma come un ' età assai difficoltosa, anzi vissuta con angoscia, piena di dubbi ed incertezze, piena di voglie inespresse, appetiti insaziabili di ogni genere, attrazione indiscriminata verso tutte le potenzialità che la vita  ci offre , sempre alla ricerca di un' identità che non riesce mai a completarsi in modo rassicurante.

Un 'età il cui corpo in formazione con tutte le sue esigenze si fa predominante, per cui è necessario marcarlo, per cui è necessario porlo in evidenza perchè in caso contrario sì è invisibili, in una massa sempre indistinta.

“Io alle volte sono troppo, troppo per i miei troppo per gli altri.....

troppo persino per me stesso..... Cosa me ne devo fare di quel troppo? Cosa devo fare di quella parte che rimane scoperta? Quella parte che alle volte è troppo tanto ...E alle volte è troppo poco.Ebbene, alle volte sento, che quello che riuscirò a fare di quel troppo farò la differenza ...quando diventerò uno di loro … quello che farò di quel tropp farà di me “uno di quelli felici”......Un 'età dove gli altri, gli adulti, sono tutti eguali, sempre visti come potenziali nemici, con la paura di non diventare uguali a loro che corrono sempre non si sa dove e perchè.

Short Skin” con il suo linguaggio diretto, spesso urticante, non fa sconti a nessuno, si immerge negli abissi di anime ancora in formazione, ma già colme di un'energia straripante che vuole afferrare subito, immediatamente, tutto quello che la vita offre, senza guardare in faccia a nessuno.

Uno spettacolo manifesto coraggioso, da proteggere in un progetto altamente condiviso, che deve essere “partecipato” tra adulti e adolescenti per guardarsi allo specchio e trarne le conseguenze e possibilmente le vie di uscita.Camilla Pistorello, Marco Rizzo, Camilla Violante Sheller, Libero Stelluti, e Matteo Vitanza si calano in modo convincente in questo mondo, rendendolo plausibile, caratterizzando senza retorica tutti i personaggi, che personaggi non sono, ma esseri umani, simboli di un 'età difficile e complessa, ardua da comprendere.

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Come abbiamo recentemente visto, il teatro ragazzi italiano riesce a parlare in modo originale e fecondo anche di temi difficili, come la morte e il dolore. Lo abbiamo visto recentemente con due spettacoli assai significativi, “Racconto alla rovescia ” di Claudio Milani e “Ahia !” di Teatri di Bari scritto da Damiano Nirchio.A Vimercate ne abbiamo visto un 'altra bella prova, assai diversa dalle precedenti ma anch'essa degna di nota Senza francobollodi Schedia Teatro, liberamente ispirato aOscar e la dama in rosadi Eric-Emmanuel Schmitt con Valerio Bongiorno, Sara Cicenia testo e regia Riccardo Colombini e le scene di Marco Muzzolon

In scena due postini del tutto speciali, come speciali sono i loro nomi Prospero e Ariel. Il loro compito è quello di smistare ed indirizzare tutte le buste che vediamo ben riposte sul palcoscenico negli appositi scaffali. Lo fanno da decenni, si presume, in maniera sempre metodica ed uguale, finchè ne arriva una, diversa dalle altre, che è senza francobollo e senza indirizzo, ma con un mittente e un destinatario, precisissimi, “Da Mario a Dio”.

Da prima molto restii ad aprirla, alla fine incuriositi, Prospero ed Ariel, lo fanno e si trovano davanti ad una crudele realtà : Mario è un bambino e sta morendo, e scrive a Dio interrogandolo sulle domande assai difficili da evadere che un bambino potrebbe fare intorno alla sua condizione.

Ai due postini non resta che rispondere, fingendosi Dio e instaurando con Mario, un gioco pieno di speranza composto da lettere che gli fanno presagire una vita piena di avvenimenti, un po' buoni e un po' cattivi, insomma, una vita come tutte le vite del mondo, immaginando di vivere sette giorni come se ogni giorno fosse dieci anni. Ma poi alla fine Dio andrà a visitare Mario, come chiede insistentemente il bambino? Forse come accade a tutti noi, del resto, prima o poi, sarà semplicemente Mario ad andare a trovare Dio.

“Senza Francobollo” è uno spettacolo pieno di parole, forse troppe, che dovrebbero essere supportate, secondo il nostro gusto, da maggiori invenzioni teatrali, ma scritte bene ed in modo narrativamente convincente, che Valerio Bongiorno, coadiuvato da una eccellente Sara Cicenia, riesce a far vivere in modo adeguato, rendendo lo spettacolo asssai godibile, facendo, quel che più conta, riflettere il pubblico dei ragazzi su domande che spesso per pudore non vengono loro poste. E lo spettacolo,lo fa con lo stesso pudore, in modo leggero e poetico, abituando i ragazzi al peso e al gioco delle parole, che sono importanti in un mondo dove sembrano aver perso la loro consistenza e verità.

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Fiabesca” si configura come un 'ulteriore tappa importante del teatro totale di Tam Teatro Musica, un teatro, in cui tutte le arti concorrono al risultato finale, dove l'attore vi si insinua come parte integrante, ma non prioritaria.

E' la voce di Mafra Gagliardi, una nonna racontafiabe, sapiente e ammonitrice, che nutre le sue parole con quelle di Cristina Campo e di Angela Carter, a condurci nei meandri più intimi di tre conosciutissime fiabe, tra le più inquietanti, Hansel e Gretel, Cappuccetto Rosso, La Bella e la Bestia, icone archetipe di tutte le fiabe. Le fiabe con i loro personaggi irrompono in scena evocando storie e simboli,viaggi e antagonisti, prove da superare e trasformazioni, invitando gli occhi e il cuore di chi le vede e le ascolta, a perdersi dentro, perchè, come la narratrice ci avverte, la linea è retta solo all'apparenza, ed inevitabilmente alla fine “ quella linea si svelerà un labirinto, un cerchio perfetto, una spirale, una stella o addirittura un punto immobile dal quale l'anima non partì mai, mentre il corpo e la mente faticavano nel loro viaggio apparente “.

E così è infatti, alla fine il compendio immaginifico delle immagini, che le parole evocano, o/e anche viceversa, ci sono sembrati proprio l’eco di un sogno o di un mito. Sono immagini, ombre, di grande e raffinata forza visiva, a volte di prorompente crudezza che si rifanno a quelle di Ana Juan, Susanne Janssen, Giovanna Ranaldi, Lorenzo Mattotti, Gabriel Pacheco, dove Flavia Bussolotto, Marco Tizianel e Stefano Razzolini si intravvedono solamente (a volte ci piacerebbe che la loro presenza fosse ancora più evocata dietro alle strisce di stoffa su cui le immagini vengono proiettate) dando ulteriore suggestione a questa nuova creazione del gruppo di Padova.

Uno spettacolo ammaliante, questo “Fiabesca “ che attraverso lo stupore del teatro espresso in tutte le sue forme, intende comporre un ulteriore indagine sulla fiaba, strumento ancora oggi valido per indagare soprattutto dentro di noi.


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Ecco poi infine “ Miraggi migranti” produzione Stradevarie_Campsirago Residenza | di e con Alem Teklu, Soledad Nicolazzi, Barbara Monaco e Alessandra DAietti, non il solito retorico spettacolo sull'emigrazione,ricco di parole e scene pietose, ma capace di muoversi, utilizzando linguaggi e modi diversi verso la comprensione di una realtà, che volente o nolente ci tocca da vicino.

“ Miraggi migranti” si propone come uno spettacolo, artigianale, nel senso nobile del termine, senza parole, che utilizza il teatro di figura, il disegno e la scrittura dal vivo, in sintonia con la musica che in modo significante lo accompagna.

Lo spettacolo mette al centro un paese spesso dimenticato nelle storie di migrazione, l'Etiopia, che Stradevarie ha attraversato, non solo portando lo spettacolo e facendo laboratori, ma immettendone l'humus culturale, evidentissimo nel disegno e nella struttura delle sagome umane che Alem Teklu e Soledad Nicolazzi fanno vivere, dando espressività a tutte le persone e agli avvenimenti che fanno parte del viaggio della protagonista verso una terra di salvezza, viaggio che ha nel denaro la sua più evidente indicazione.

“ Miraggi migranti” vive l'emozione in tempo reale attraverso tecniche artistiche che vengono proposte dal vivo, il teatro di figura di Soledad Nicolazzi, ma soprattutto la musica di Alessandra D'Aietti e il disegno e la pittura di Alem Teklu che insieme creano il momento più emozionante dello spettacolo, quando la barca dei migranti con le loro presenze, simili a fantasmi, prendono forma sulla grande lavagna che agguanta lo sguardo dello spettatore.

Pur con qualche meccanismo narrativo ancora da rodare e da semplificare nella sua troppa ripetizione che a volte rischia di imbrogliare lo sguardo, lo spettacolo si propone come un esempio alto di come il tema delle migrazioni può essere proposto.“ Miraggi migranti” è una creazione che non vuole dare soluzioni, volendo porre solo domande dove sta allo spettatore rispondere o solo riflettere e che quindi, a nostro avviso,  non ha  bisogno delle ulteriori retoriche parole che costellano il finale.



Dunque un Festival il “Vimercate ragazzi Festival”, terminato gioiosamente con i tamburi e le sonorità de “ La bambola e il mendicante” dall'associazione Taiko, vario e ben organizzato, che ci fan ben sperare in una prossima, ancora riuscita, seconda edizione.

MARIO BIANCHI