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recensioni
SEGNI D'INFANZIA 2017 IL REPORT
A CURA DI MARIO BIANCHI

Dal 28 Ottobre al 5 Novembre si è svolta a Mantova la dodicesima edizione di “ Segni” New Generations festival, la manifestazione dedicata al Teatro e alle arti per l'infanzia, diretta da Cristina Cazzola. Come accade ogni anno tra Ottobre e Novembre, per una decina di giorni, una folla festosa di bambine e bambini, maestre, operatori teatrali e genitori hanno invaso le strade della bellissima città dei Gonzaga per seguire gli spettacoli, le installazioni, i laboratori, gli incontri che questo festival così particolare dedica all' Infanzia. L'animale simbolo di “ Segni”, quest'anno è stata la chiocciola, disegnata per l'occasione da Giorgia, la famosa cantautrice, musicista, produttrice discografica e conduttrice radiofonica.


Curiosamente ben tre spettacoli visti nei nostri tre giorni di permanenza al Festival hanno toccato, seppur in modi alquanto diversi, il tema della morte e conseguentemente del dolore che spesso accompagna la nostra esistenza.

Il nuovo spettacolo del Teatro Gioco Vita “Io e Niente”, con le inconfondibili regia e scene di Fabrizio Montecchi, è come sempre ispirato ad un libro, questa volta “Moi et Rien” di Kitty Crowther, illustratrice e autrice di origini anglo-svedesi. “Io e Niente”, che vede in scena Valeria Barreca e Tiziano Ferrari, con le sagome di Nicoletta Garioni, pone al centro della storia Lilà, una bambina che, dopo aver perso la mamma e, con il papà disinteressato, per il dolore alle cose del mondo, si crea un amico immaginario, Niente. Assieme al suo amico, dolce e burbero, Lilà passa le sue giornate in costante indolenza, lasciando incolto il giardino di casa, finchè non verrà spinta, anche attraverso un 'antica leggenda, a piantare i semi di papavero blu dell’Himalaya che la mamma aveva conservato nel grande ripostiglio.

Ecco dunque che il giardino rifiorito darà forza sia alla bambina che al padre di continuare a vivere, ammortizzando il dolore che li aveva pervasi. Come accade spesso in tutte le creazioni di quesa comagnia, vero patrimonio, non solo italiano, dell'arte per l'infanzia, grazie alla fusione  di ombre e attori, che mescolano sapientemente ombre nere e colorate, manipolazioni a vista, schermi in movimento, con misuratissime parole, i bambini possono comprendere che non bisogna avere paura del vuoto che la morte, a volte, inevitabilmente, crea intorno a noi, perchè sempre qualcosa di prezioso può nascere, affrontando la vita con le armi della speranza.

Anche la compagnia lombarda “Scarlattine” decide di parlare di morte, nel primo, ma già significativo, studio di “Dall'altra parte”, in collaborazione con Associazione 0432 utilizzando la poesia di Giusi Quarenghi su ideazione di Martina Monetti.

E' Francesca Cecala, bianca essenza ammaliatrice a condurci dall'altra parte, mentre Anna Fascendini e Giulietta Debernardi si muovono in un cerchio dantesco, attorno al quale si siedono, incuriositi i bambini. E' la terra a fare da protagonista, per ora a un rito solo accennato, che ci ricorda che lì, alla fine, riposeremo. E sono le dolci ed eteree parole di Giusi Quarenghi che navigano sopra di essa accompagnate dalla danza e dai movimenti delle due performer ad accompagnare i bambini verso il senso profondo della vita e della morte. Ecco poi un telo leggero che percorre la scena dove prendono vita le ombre, ombre che come in Orfeo ed Euridice, hanno paura di separarsi, nella speranza che un giorno possano ricongiungersi. Perchè ciò che muore non va' mai perso, continua ad esserci nel ricordo di chi rimane, perchè vita e morte fanno parte di un ciclo continuo, inarrestabile di cui la nuda terra è testimone.

Il nuovo spettacolo di Teatro Distinto “ Il Canto del Coccodrillo”, scritto da Daniel

Gol, indaga invece per altro verso, come, attraverso la condivisione, si possa combattere l'ineluttabilità della presenza del male. Josephine e Vincenzo, forse madre e figlio, anche se parlano lingue diverse, anche se una cicogna ne conferma il legame, forse, vivono insieme, avendo bisogno l'uno dell'altra. E' uno spettacolo di tanti gesti, accompagnati da musica e da poche parole, pieno di forse, quest'ultima creazione del gruppo piemontese che sta ai bambini riempire di certezze, forse! Un giorno dalla bocca di Vincenzo nasce un uovo, che diventa un piccolo innocuo coccodrillo. Ma Josephine non si fida e si affretta ad ucciderlo,quello che sembra un innocuo animaletto che non farebbe male a nessuno. Ha ragione Josephine che non è capace nemmeno di pronunciarlo quel nome, Co co...! Infatti, poco dopo ci accorgiamo che il coccodrillo è diventato grande e calpestarlo, non è più possibile, se non affrontandolo insieme e, prepotentemente, come un avversario sul ring. Lo spettacolo attraverso una cura dell'immagine e del gesto davvero encomiabile con Vincenzo Durso e Giuseppe Palasciano perfetti nel loro ruolo, pone continue domande ai piccoli spettatori, invogliandoli a dare risposte alle mille curiosità che “Il Canto del Coccodrillo” pone loro.

Dario Moretti di Teatro All'Imrovviso concepisce invece con “ Un Giorno” un divertissement omaggio a Calvino e in definitiva soprattutto a se stesso, a se stesso e alla sua encomiabile sapienza di costruttore di mondi, componendo un viaggio a mo' di giostra che piano piano attraversa universi sempre diversi.

Ecco la città degli uccelli, quella sotto gli alberi, della notte sospesa, quella racchiusa in una foglia, dove un bruco vive le sue giornate d'amore, quella sotto il mare e quella sottosopra e ce n'è perfino una nel cielo. L'ultima è quella tra le colline minacciata da un'ombra malefica, ma, non abbiano paura i bambini, tutto si risolverà per il meglio.

L'artista mantovano, conducendo per mano i bambini, con la sua solita narrazione timidamente scabra, a volte affettuosamente tentennante, immerge i bambini in un percorso materico colorato, trasportandoli tra cielo, mare e terra, nei meandri della fantasia.


Ma "Segni" non è composto solo da spettacoli, Eleonora Diana e Daniele Catalli, hanno creato per il festival un originale percorso, site specific, denominato “ Stanza 4 Discesa” ambientato nelle suggestive cantine di Vincenzo di Palazzo Ducale.
Ispirandosi al famoso libro di Jules Verne “ Viaggio al centro della terra” e memori della loro residenza in Islanda, i due artisti imbastiscono attraverso grandi tele disegnate un viaggio di iniziazione, a cui contribuiscono giochi di luce costruiti dal vivo e rumori che immettono i bambini in ambientazioni sempre diverse e cariche di sensazioni assai diversificate tra loro.


Due gli spettacoli stranieri da noi visti a Mantova, ambedue di scuola francese, ”Wax” prodotto da TJP, Centre Dramatique National D'Alsace Strasbourg e MA Scène Nationale de Montbéliard, in cui la simpaticissima Justine Macadoux gioca con la cera formando semplici suggestive magie compositive e “Ma biche et mon lapin” del Collettivo Aïe Aïe in cui Charlotte Blin e Julien Mellano compongono un delizioso pastiche tra sguardi e oggetti che indaga sulle relazioni tra gli esseri umani.

MARIO BIANCHI