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recensioni
LEONARDO RACCONTATO DA ELENA RUSSO ARMAN
LO SPETTACOLO COSTRUITO COME UN LIBRO POP-UP E'PRODOTTO DAL TEATRO DELL'ELFO

Di solito quando ci accingiamo ad assistere ad uno spettacolo per ragazzi, prodotto da un teatro importante, che raramente si è avvicinato al pubblico dell'infanzia, storciamo il naso, anche se la curiosità è tanta e quasi sempre prende il sopravvento. Per cui ci siamo recati lo stesso un po' titubanti per assistere alla milanese sala Baush ad uno spettacolo “Leonardo, che genio!”, prodotto dal Teatro dell'Elfo, scritto, diretto, perfino costruito, da Elena Russo Arman, attrice e autrice che ben conosciamo, non nuova per la verità a spettacoli per ragazzi. Nelle tre stagioni passate ai giovani spettatori ha infatti proposto all' Elfo una creazione dedicata al grande bardo “ Shakespeare a merenda” dopo essere stata in carne ed ossa, Ermia nel “Sogno di una notte di mezza estate “, Ofelia in “Amleto” e Ermione in “Racconto d'inverno” ( ma la ricordiamo per averla vista tra gli altri anche in Williams, Koltes e recentemente in una divertentissima versione “ Importanza di chiamarsi Ernesto”).

Eccola ora avvicinarsi in “ Leonardo che genio” al mondo di Leonardo da Vinci, di questo genio appunto, pittore, architetto, ingegnere, ricercatore, filosofo, musicista, inventore, ma anche regista, designer di moda, organizzatore di eventi, scenografo, progettista di macchine da guerra, ingegnere idraulico. Costruttore di mondi dunque, che ha passato per tutta la vita a ricercare, ad osservare la natura con curiosità, cercando di entrare nelle viscere di ogni umana conoscenza.

E' un grande libro pop up, il palcoscenico scelto da Elena Russo Arman, per narrare la vicenda umana e artistica di questa grande personalità. Ci confida l' autrice “ Per raccontare la storia di Leonardo volevo usare la carta, come se i suoi ricordi affiorassero da quella marea di appunti e disegni raccolti nei suoi codici. Ho dipinto i fondali e i pupazzi, tutti realizzati in carta e cartone. Ci sono pannelli di poliplat, leggeri e resistenti, di cui mi sono servita per le pagine del libro, fogli di carta Ingres per ricoprirle; cartoncino triplex, perfetto per i fondali, da piegare e ottimo supporto per gli acrilici; cartone ondulato - riciclato - per i pupazzetti; carta telata e garza per la rilegatura del libro, e altri tipi di carta che ho scoperto frequentando i bellissimi colorifici milanesi e i negozi storici.”

E'in questo piccolo mondo, metafora di un mondo antico, periodo meraviglioso della storia d'Italia, che attraverso delle piccole figure di carta e cartone, vediano scorrere la vita di Leonardo, dalla natia Vinci, figlio illegittimo di Caterina e Piero da Vinci, a Firenze, nella bottega del Verrocchio, con i primi capolavori e l'avvicinamento ai Medici e poi a Milano dagli Sforza di Ludovico il Moro ( tratteggiato con sferzante sarcasmo), per ritornare alla Firenze di Raffaello e Michelangelo, dalla quale per l'ultima volta parte per la Francia, protetto da Francesco Primo, dove morirà.

Ogni volta il grande libro, di bella e preziosa fattura, si apre in pagine nuove, dove Leonardo si muove, diventando da bambino un giovane uomo, poi uomo maturo e alla fine un vecchio sapiente , circondato da potenti, gente comune, artisti e allievi, come il prediletto, Salaì, Giacomo Caprotti, che gli starà vicino sino all'ultimo, persone e personaggi a cui Elena Russo Arman, dona voce variegata e movimento.

Il rischio evidente è che la creazione possa diventare una copia teatrale, un poco televisiva, de “ La storia siamo noi” che a volte inevitabilmente si fa' sentire nello spettacolo, ma che è eluso, soprattutto, attraverso una sana ironia che imbeve il rapporto tra l'animatrice e le figure di carta e cartone, che Arman muove con semplice perizia e con cui spesso dialoga, interrompendo il fluire della storia.

Vi sono poi, inseriti in un tappeto sonoro di musiche d'epoca, un giusto mix di informazioni, accompagnate dai quadri più famosi che la narratrice di volta in volta appende dietro alle spalle, che si mescolano con il sentire dell'uomo e dei suoi pensieri, che una voce fuori campo offre al pubblico dei ragazzi. E così possiamo approfondire anche le sue ossessioni, il non finito di molte sue opere, a volte non voluto a volte cercato, la ricerca sempre di qualcosa che sconfini dalla realtà in utopia, simboleggiato da un nibbio, la solitudine di una vita apparentemente vissuta senza affetti; sentimenti e pensieri che si accompagnano alle figure che nascono dal grande libro di carta, meraviglioso palcoscenico dell'esistenza che conducono per mano i ragazzi alla scoperta non solo di un genio, ma di un uomo che ha reso grande non solo il nostro paese, ma l'intera umanità.

MARIO BIANCHI

Leonardo, che genio!

Uno spettacolo pop-up

di e con Elena Russo Arman

musica a cura di Alessandra Novaga

la voce di Leonardo da Vinci è di Cristian Giammarini

luci di Giacomo Marettelli Priorelli
suono di Giuseppe Marzoli

produzione Teatro dell'Elfo