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recensioni
VIA PAAL LO SPETTACOLO DEI BAMBINI
ECCO LE RECENSIONI

E’ incoraggiante e molto significativo che la neonata Fondazione Culturale” 1860 Gallarate città onlus “,che gestisce due Teatri messi completamente a nuovo nella cittadina lombarda ,parta dal teatro ragazzi e da una rassegna dal titolo molto illuminante “Via Paal , lo spettacolo dei bambini” che si è tenuta dal 15 al 18 giugno.
Per questa prima edizione Adriano Gallina ha confezionato un programma accattivante che ha mescolato spettacoli ormai diventati cult (Un bacio, un bacio ancora, un altro bacio) con altri di repertorio alto(Didone ed Enea , Con gli occhi di Pinocchio) inserendo altri appena usciti dal Cantiere( La portinaia Apollonia, Siamo qui riuniti) e ovviamente altri in prima assoluta e di questi parliamo.

Abbiamo così potuto vedere in prima nazionale l’ultima creazione della premiata ditta Stori-Elsinor “Leonardo, un genio per tutte le stagioni ” Dopo l’omaggio alla matematica e a Guglielmo Marconi, ecco in scena Leonardo ed il suo mondo, ma il risultato diciamo subito è stato molto al di sotto delle attese. Infatti il felice gioco teatrale didattico biografico, condito di intelligente ironia che contraddistingueva gli spettacoli precedenti ,è qui ricondotto spesso ad una banalizzazione delle informazioni, alla facile battuta, spesso ripetuta, che suppliscono il più delle volte alla vera invenzione teatrale. Certo il filo sapiente del teatro qua e là raffiora attraverso immagini riuscite che la metafora teatrale arricchisce di senso ma qui è più sotterraneo del solito e l’invenzione teatrale latita per dare eccessivo spazio alla facile parodia, anche se Carlo Ottolini e Dario Sanna nei panni di due simpatici clowns si impegnano coraggiosamente nell’illustare agli spettatori tutte le innumerevoli facce del genio toscano.
Altro spettacolo che vive di ironia è “Fairplay”che vede insieme le compagnie bergamasche Ambaradan ed Erbamil nello scandagliare attraverso la comicità tutti i tic e le situazioni emblematiche delle principali discipline sportive. Molte le gag fulminanti dello spettacolo che senza parole vive di eccellenti tempi comici che navigano quasi tutti nella sfera della capziosa osservazione della realtà ,per altro non disgiunta mai dalla dimensione assurda con un omaggio palese a Tatì . Non tutto è di prima qualità ma molti momenti colgono nel segno e la parte dedicata al nuoto sincronizzato è da antologia.

Una prima nel vero senso della parola, è stata quella dello spettacolo che ha visto a battesimo una nuova compagnia, Zone Teatro, e un ‘attrice di sicuro talento, Sara Mignolli . Lo spettacolo “Karen sulle nuvole” liberamente tratto da “Scarpette rosse” di Andersen vede al centro della scena una fornaia che attraverso un dono molto particolare potrà confezionare un pane davvero speciale che rende le persone migliori. Diciamo subito che l’impresa di mescolare la danza,alla narrazione,alla caratterizzazione di diversi personaggi è di per sé molto ardua e Sara Mignolli vi si butta con grande energia in un’ impresa a volte più grande di lei con risultati alterni nel complesso accettabili. Lo spettacolo scritto e diretto con grande sensibilità da Renata Coluccini si fa amare per la leggerezza dei toni e per il coraggio di aver attraversato molte dimensioni teatrali,cosa assai rara nel nostro teatro ragazzi.

Molto interessanti da mettere in confronto, data l’estrema vicinanza dei contenuti e nel contempo l’estrema diversità delle metodologie, due nuovi spettacoli visti a Gallarate. Interssanti perchè ci permettono di fare diverse considerazioni sul teatro ragazzi
Si tratta di “Gioca Giocattolo” del Teatro del Buratto e “Il Soldatino di stagno” del Teatrino dell’Erba matta . Tutte e due gli spettacoli mettono al centro la stanza di un bambino dove magicamente alcuni giocattoli prendono vita. “Gioca Giocattolo”, nello stile di teatro nero tanto caro al centro milanese, agito perfettamente da tre animatori, ha una eccellente forma visiva curata da Marco Muzzolon ( che a Gallarate per il festival ha allestito una bellissima mostra dedicata alla fiaba ) ma alla lunga lo spettacolo risulta freddo e lezioso, complice anche un testo eccessivamente didascalico
Dall’altra parte, come al solito la presenza strabordante ,questa volta muta ,di Daniele Debernardi, grande artigiano popolare del teatro ragazzi, da solo, sul palco ,disegna un unverso ricchissimo di rimandi, spesso che avrebbero bisogno di essere maggiormente governati, ma che conferiscono allo spettacolo una forza e una atmosfera molto particolare e del tutto unica. Insomma ,insieme ,i due spettacoli potrebbero essere il miglior esempio di teatro di figura italiano e ,disgiunti, sono, nella distribuzione delle risorse, la perfetta fotografia delle incongruenza del sistema teatrale del nostro paese.
MARIO BIANCHI