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VISIONI DI FUTURO VISIONI DI TEATRO
Recensioni a cura di Mario Bianchi

Per il terzo anno consecutivo, il Teatro Testoni di Bologna si è aperto positivamente alla scena per la prima infanzia con“Visioni di futuro,visioni di teatro”,il festival organizzato dal Centro La Baracca ,comprendente non solo spettacoli, ma anche laboratori,atelier, dibattiti che in modo stimolante ed intelligente ha coinvolto bambini educatori operatori teatrali per 10 giorni di intenso e proficuo confronto . Confronto che ha visto la partecipazione di molti insegnanti, non solo bolognesi, che hanno avuto la possibilità di aggiornarsi con artisti di varie discipline come Bruno Stori, Omar Meza , Germana Giannini, Fabrizio Cassanell,i Arianna Sedioli, Carlo Presotto ,Miriam Bardini,Sofia Quagliotto, Albert Barreda ,Bruno Cappagli, Mariano Dolci, Lesley Hutchinson per “Bologna,arte e prima infanzia” mentre per il progetto internazionale “Small size” l’attività laboratoriale era riservata a giovani artisti di compagnie italiane ed estere.

Ma ovviamente uno dei nuclei centrali sono stati gli spettacoli per i piccoli organizzati non solo nelle tre sale del Testoni ma anche negli asili dove molte compagnie straniere hanno portato le loro creazioni per il nido. Nella sezione” Vetrina tre sei” molte compagnie italiane hanno proposto spettacoli per questa particolare fascia di spettatori a dire il vero un po snobbata ultimamente ma che rappresenta il cuore pulsante dell’attività del teatro ragazzi italiano.
A confermare l’attrazione fatale che unisce indissolubilmente l’immaginario infantile e quindi quello delle compagnie con “Cappuccetto rosso”, sono state ben due le versioni della celebre fiaba viste a Bologna ,ambedue nel complesso convincenti, soprattutto perché concepite da due registe drammaturghe che sperimentano sempre con i bambini e osano muoversi su sentieri nuovi e quindi di per sé non sempre agevoli.
Ketti Grunchi della Piccionaia di Vicenza , abbandona la pura narrazione per misurarsi con uno spettacolo composito, a volte persino troppo, dove vari linguaggi e modi teatrali convivono ,dal racconto alla fiaba, dalla danza ad una ricerca sul valore dei colori.
“In bocca al lupo” è uno spettacolo sulla crescita ,dove una bambina diventa grande, confrontandosi con una sorta di lupo simpatico, innocentemente affamato, in un gioco che non ha niente di pauroso e che viene narrato niente meno che dalla voce preziosamente intensa di Cesar Brie. A volte i vari linguaggi usati si elidono a vicenda in una drammaturgia non sempre calibrata ,ma pur sempre intrigante, dove si nota con grande evidenza il rapporto avuto nella creazione con il pubblico di riferimento.
La stessa cosa avviene con “Cappuccetto rosso..nella pancia del lupo” di Maria Rita Alessandri di Fontemaggiore che ha condotto nelle scuole di Perugia un interessante lavoro didattico sul gioco che trasmette anche nello spettacolo, ben recitato da Nicol Martini e Giulia Zeetti che usando il loro corpo in tutte le sue possibilità narrative, si misurano anche con un preziosa ricerca vocale che alimenta la scena di notevoli suggestioni, soprattutto durante la seconda parte, quando i protagonisti della storia si annidano nella pancia del lupo. Lo spettacolo avrebbe bisogno a nostro avviso di momenti meno concitati, dove il gioco teatrale potesse concedersi momenti di ascolto e abbandono più marcati.

Ma il teatro per ragazzi non parla solamente di fiabe.
Raccontare la Shoà ai cuccioli d’uomo più piccoli è stata invece la grande sfida che Lisa Ferrari di Pandemonium Teatro ha inteso affrontare nel suo spettacolo “La bambola bionda e la bambola bruna”, dividendo in modo netto gli operatori e facendo discutere il pubblico.
Al centro della scena e del plot narrativo un negozio dove lo scontro tra due mondi rappresentati da due bambole intende significare due ambiti diametralmente opposti che via portano i piccoli spettatori in una vera e propria discesa agli inferi dove chi è diverso viene prima scartato poi eliminato.
Molte le metafore azzeccate da quella della cantina dove via via i giocattoli vengono accantonati ,a quella dei differenti usi del ballo che rimandano ad altrettanti mondi inconciliabili.
Le regole del teatro imporrebbero allo spettacolo un più adeguato e minor accumulo di materiali,ma è pur vero che le regole della passione e dell’impegno didascalico conducono, non sappiamo se a ragione,la drammaturgia ad uscire dalla metafora per entrare nella denuncia esplicita del nazismo. Al di là di come si possa giudicare “La bambola bionda e la bambola bruna” resta comunque un tentativo onesto e coraggioso di parlare del male assoluto ai bambini e la domanda lancinante che davanti alle camere a gas adombrate nello spettacolo un bambino ad alta voce si è posto “Ma davvero ?”ne è stata la prova più lampante .

Due le nuove produzioni proposte dai padroni di casa della Baracca “La bella addormentata” e “Guardando il cielo” L’adattamento teatrale della celebre fiaba di Perrault, agito da tre attrici,Daniela Micioni, Francesca Trippa,Carlotta Zini, tre fate narratrici che utilizzano pochi ma efficaci elementi scenici di Tania Eick che via via si adattano alla storia , è molto dedicato ,a volte ,oseremmo dire, un poco lezioso con il costante accompagnamento musicale di ninne nanne che ne dilata eccessivamente il ritmo ma contiene molte immagini di sicuro effetto prima tra tutte il momento della puntura dell famoso fuso che conferiscono al tutto una veste di sicuro impatto emozionale e spettacolare.
“Guardando il cielo “è la proposta invece per il nido che è uno dei campi di riferimento creativi privilegiato della compagnia bolognese. Lo spettacolo scritto e diretto da Roberto Fabretti si avvale di un suggestivo e bellissimo spazio scenico costruito da Vanni Braga dove due attori Carlotta Zini e Andrea Buzzetti conducono per magia i piccoli spettatori a visitare l’azzurro spazio popolato di mille magie. Con i necessari aggiustamenti temporali lo spettacolo rappresenta una delle migliori riuscite della Baracca in questo campo.

A Bologna si è potuto vedere anche un primo studio di Nautai “Sentieri……vieni c’è una strada nel bosco… elogio del perdersi e del ritrovarsi”. Il gioco scenico fin qui condotto si inserisce coerentemente nella poetica di Miriam Bardini e Gigi Tapella,qui coadiuvati da Martina Raccanelli.
La ricerca del fuoco da parte di una bambina è condotta con la creazione di personaggi di forte ed ironica simbologia e la narrazione si dipana tra pochi e calibrati elementi scenici che riconducono alla natura ed ai suoi elementi. Sempre molto brava ed efficace Tiziana Lucattini di Ruota Libera che ci consegna in modo semplice e convincente la famosa favola de”La Formicuzza e dello Scarafone” con le sole armi della parola riportando con ferma delicatezza il tema della diversità.
Ancora da calibrare invece lo spettacolo del C.T.A ” La bottega del sonno” dove la pur brava Serena Di Biasio si cimenta per la prima volta in una regia che non riesce ancora a sufficienza ad amalgamare i vari elementi dello spettacolo. Piacevole e come sempre stimolanti i mini teleracconti di Giacomo Verde che hanno appassionato i molti bambini presenti.

Le proposte del festival oltre che laboratori e spettacoli si sono indirizzate anche verso le poetiche delle compagnie che presenteremo dettagliatamente in un altro segmento del sito e nella presentazione dell’ASTRA, l’associazione dove le compagnie che credono fortemente nella loro identità di teatroragazzi si sono ancora una volta ritrovate.
MARIO BIANCHI