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recensioni
ARRIVANO DAL MARE A CERVIA
Recensioni a cura di Mario Bianchi

Per chi avvesse avuto la ventura di frequentare a Cervia dall’1 al 6 Maggio “Arrivano dal mare” , il festival di burattini e delle figure,giunto alla sua trentaduesima edizione, avrebbe compiuto un viaggio intrigante ed esemplare all’interno del teatro figura ,espolorato in tutte le sue forme. Dalla tradizione,alla sperimentazione più accesa,dalla videoart,alla performance,dal teatroragazzi,al teatro di ombre sino a spettacoli con diversamente abili, tutte le tecniche possibili dunque sono state presenti per un teatro capace di spaziare tra mondi assai differenti tra loro ma accomunati da un filo rosso persistente.
Se ne è avuta la prova nella serata clou del festival dove mondi assai lontani tra loro come la Cina, l’India,il Brasile,Napoli e il suo Pulcinella sembravano fondersi con evidenti rimandi, a volte assai similari tra loro, lasciando spesso a bocca aperta il pubblico presente; rimandi che sono stati anche approfonditi in un puntuale convegno dal curioso ma quanto mai indovinato titolo “La drammaturgia del pollice opponibile ovvero le mani,radici comuni del teatro dei burattini” .
La serata ci ha offerto i due momenti più emozionanti del festival l’incontro con l’arte del maestro cinese Yeung Fai e l’esibizione combinata di Gaspare Nasuto e Luca Ronga.
Yeung Fai attraverso una collezione preziosa e di grande effetto di piccoli quadri, realizzati con consumata maestria che si avvaleva di una padronanza assoluta dei mezzi espressivi, ci ha immerso nell’atmosfera rarefatta dell’Oriente ,complice anche l’accompagnamento musicale con il quale i burattini dialogavano in una sorta di delizioso balletto dove ancora una volta il ritmo era il perno di ogni azione.
La medesima cosa è avvenuta con il napoletanissimo Gaspare Nasuto e il bolognese trapiantato a Cervia Luca Ronga che ci hanno donato ,unendo insieme le due baracche , venti minuti di meraviglioso gioco burattinesco in un continuo interscambio dove Pulcinella , muovendosi tra uno spazio e l’altro, creava una specie di stordimento nello spettatore, incantato dal ritmo dei due guarratellai che non concedeva mai soste all’emozione.
Mondi lontani quelli di Napoli e quelli di Peckino, come lontano è l’Iran portato a Cervia dalle quattro sorelle del gruppo Apple Tree ove il personaggio principale Pahlevan Kachal ha straordinarie somiglianze con Pulcinella persino nell’uso comune della pivetta.

Molti i burattinai tradizionali presenti a Cervia dal bravissimo Paolo Paparotto a Marco Grilli ,assolutamente a suo agio nei panni di Giandoja , a Strinati e Corniani che con i loro spettacoli hanno intrapreso coraggiosamente strade impervie ancora molto da registrare, sino ad “Oltre il ponte” ed il suo divertentissimo Basile, esperienze diverse e ricche di possibilità dunque, fatto questo che testimonia quanto sia viva ancora nel nostro paese l’arte del burattino tradizionale
La tradizione nel senso più alto del termine è ripresa in modo molto interessante anche nello spettacolo del Teatro del Drago presentato a Cervia che, mettendo in scena una sua particolare versione del Cirano di Rostand, ha inteso proporre un affettuoso omaggio al teatro popolare di una volta, utilizzando oltre al canto tutte le tecniche che il teatro di figura possiede.
Uno spettacolo complesso e affascinante che vince sostanzialmente la sfida di una piccola compagnia di burattini come quella dei Monticelli che ripensa in grande la propria storia . Non ci convince del tutto l’aspetto drammaturgico dello spettacolo ,affidato a Francesco Nicolini ,altre volte più felice , che misurandosi con il teatro di figura ingarbuglia troppo le trame della storia che risulta qua e là poco lineare.

Il teatro di ricerca era presente a Cervia con diverse creazioni molto particolari. Complessa la sperimentazione che sul teatro di figura hanno compiuto due compagnie assai diverse tra loro come il Teatro dei Sassi e il Teatro delle Apparizioni . Due generazioni di teatranti che insieme creano un percorso molto avvincente in cui gli spettatori diventano attori manipolatori di un rito iniziatico, dove vengono spinti a muovere i fili di figure indistinte in teatrini appositamente allestiti, figure indistinte ma vero e proprio specchio contraltare di ognuno di loro, di noi. Per ora” Giocattolo con i fili” si risolve in un gioco intrigante in cui ognuno può intervenire come e quando vuole ma a nostro avviso l’utilizzo di un testo come il Mahabarata potrebbe essere foriero di esiti drammaturgicamente più complessi.
Di estremo interesse anche” Haiku ,danza per una figura in un campo” dove Antonio Panzuto crea una performance fatta di atmosfere ,colore, materia viva e musica nella quale una marionetta viene mossa con una ragnatela di fili dallo stesso autore in una cornice materica di sicuro effetto in cui la scansione dei tempi e dei gesti dà al tutto un climax senza tempo.

Assai nutrito il numero si spettacoli di teatro ragazzi, “Ca luogo d’arte” ci regala con “Gnam” ancora un piccolo incantevole gioiello che ha come ambientazione una cucina ,dove una provetta cuoca che prepara tutte gli innumerevoli elementi culinari delle fiabe, pur aiutata dall ‘invenzione godibilissima di due mani davvero speciali , si trova ad essere inadeguata in un mondo contemporaneo sommerso da merendine e altre schifezze tutte sponsorizzate. Lo spettacolo si inserisce autorevolmente nel filone delle produzioni che si occupano di cibo per andare oltre creando una divertente e quanto mai attuale riflessione sulle storture che il mondo contemporaneo crea nell’immaginario indifeso dell’infanzia.
La “Compagnia drammatico vegetale”, utilizzando come spesso ci ha abituato tecniche multimediali, propone una nuova delicata versione della celebre fiaba Mignolina ,affidando efficacemente al video tutte le varie atmosfere dove la piccola protagonista si muove, lasciando al teatro di figura l’incombenza della rappresentazione dei personaggi ,non sempre per la verità trattati a nostro parere con gusto. Lo spettacolo tuttavia ha molti momenti davvero pregevoli e di grande finezza e si colloca autorevolmente nel filone delle fiabe a teatro.
Renzo Boldrini in “Buffopera Cenerentola” reinventa per i ragazzi la celebre opera di Rossini creando un pastiche che mescola diversi elementi in un gioco dell’illusione molto divertente, dove ogni cosa non è mai quella che sembra, utilizzando Il corpo deformato , l’ombra, il pupazzo, la marionetta, il burattino e ovviamente l’immagine virtuale.
Aiutato da una valletta d’eccezione come Rossella Parrucci e da un vero maestro Claudio Proietti, l’artista empolese con ironia entra nei meandri del capolavoro rossiniano restituendone gli elementi peculiari .
Non possiamo non citare poi “Il Libro delle Fantapagine” spettacolo cult della Compagnia del Melarancio che a Cervia ha compiuto la sua milleduecentesima replica non dimostrandolo affatto ,dato che il potere di fascinazione semplice ed immediato che scaturisce delle storie raccontate attraverso un grande libro illustrato che prende magicamente vita ,attraverso anche il contributo dei piccoli spettatori, è rimasto immutato.
MARIO BIANCHI


Anche quest’anno, al Magazzeno del Sale, sono state consegnate le prestigiose ‘Sirene d’oro’, riconoscimenti che il Festival tradizionalmente assegna a personalità del mondo artistico, che, con il proprio lavoro hanno contribuito a promuovere in Italia e nel mondo l’immagine del Teatro di Figura. Le “sirene” 2007 sono: Marek Waszkiel, direttore del polacco Bialostocky Teatr Lalek, eminente studioso e ricercatore del teatro polacco ed est europeo, già direttore del Dipartimento di teatro di Figura dell’Akademia Teatralna di Varsavia (la più prestigiosa scuola europea, gemellata con l’Atelier delle figure di Cervia); Antonio Rezza e Flavia Mastrella inventori di un genere e di una comicità teatrali originalissimi che ha messo assieme una straordinaria espressività mimica con l’uso di superfici di stoffa e materiali di altro genere; Maurizio Rigamonti e Lura Calder, autori e produttori del film-documentario ‘The Puppeteers’ dedicato ai Ferrari, la storica famiglia di burattinai di Parma.