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recensioni
VIAGGIO IN ITALIA 2
I TEATRI DEL MONDO A PORTO SANT'ELPIDIO

“i Teatri del mondo”, il Festival internazionale del teatro ragazzi che da venti anni si tiene a Porto Sant'Elpidio, è un occasione unica per tastare di persona i mille rivoli in cui si coniuga il teatro rivolto all'infanzia, oltre che per essere l'occasione in cui vedere nuove compagnie, non solo nell'ambito di “Palla al centro”, la vetrina del teatro marchigiano che vi viene ospitata all'interno.
Tranne i rari casi di cui parleremo però il risultato è sconfortante poichè in molti spettacoli è il “facciamo finta “ che regna sovrano ed il teatro così va in vacanza. Capita di vedere un pressapochismo lancinante dove le pur minime basi logiche della scena non sono rispettate, tanto il pubblico bambino non lo merita, il teatro quello vero,intendiamo!
E così un Pinocchio maschio di cui sono benissimo in evidenza gli attributi femminili entra nel ventre della balena attraverso l'Osteria del gambero rosso, un attore interpreta nello stesso modo diversi personaggi cattivi tutti coniugati nei vari dialetti meridionali, la strega ha le fattezze di un pirata mentre ogni sorta di fiaba ripete stancamente in modo banale tutti i suoi clichè, un padrone di un improbabile circo che non dovrebbe sapere l'inglese lo parla a meraviglia, una compagnia milanese da anni sulle scene rappresenta uno spettacolo indecente pur dedicato a Rodari in cui fa ancora l'imitazione dei bambini con tanto di puzze.
Poi ci sono per fortuna, al di là dei gruppi storici ,compagnie giovani che ottengono buoni risultati. E' il caso de “Il soldato e la figlia del re”del Teatroviola di Roma e de”La principessa senza pelle” della compagnia Spazi vuoti di Monza. “Il soldato e la figlia del re” finalmente si avventura in una fiaba poco nota del repertorio raccolto da Calvino e lo fa utilizzando una metodologia inconsueta cioè le canzoni e la musica popolare. La storia del prode soldato, ancorchè disertore ,Ciro, che, dopo numerose avventure, troverà la gloria e l'amore, è punteggiata infatti dalle musiche suonate e cantate dal vivo da Sara Marchesi e Enzo Troina che intervengono coerentemente negli snodi del racconto ed è narrata con grande dovizia di mezzi espressivi da Roberto Manzi. Peccato che nella seconda parte lo spettacolo divenga ripetitivo e manchi di misura ma con i necessari aggiustamenti “Il soldato e la figlia del re”potrebbe risultare una buona prova di un giovane gruppo.
“La principessa senza pelle “ , visto anche a Vimercate,conferma le doti di Marta Arosio e Lorenzo Piccolo che, dopo la loro fortunata versione della Sirenetta anderseniana, si avventurano in una storia ad incastro che prende spunto da “Pelle d'asino”. Il mondo delle fiabe consente alla giovane compagnia di “sviluppare il tema della metamorfosi delle cose e delle persone, della trasformazione, dell’andare al di là dell’apparenza, fino a toccare il pensiero del trascorrere del tempo e farsi racconto di una vita nel suo arco completo dalla nascita alla morte”. I quattro attori in scena,scambiandosi le parti, in una scenografia semplice ma significante che si adatta ogni volta a ricostruire ambienti diversi, consentono ai bambini di percorrere un viaggio meraviglioso che parla del sole e delle tenebre, di streghe e principesse e che come è costume delle fiabe termina in modo positivo e taumaturgico. Vi è ancora qualche dispositivo drammaturgico da oliare ma siamo davanti finalmente a un teatro per ragazzi costruito da giovani che tratta i piccoli spettatori come esseri pensanti destinatari di bellezza e di poesia a cui il teatro serve per crescere.

Ma passiamo ora alle compagnie storiche viste al Festival.
“L'albero” di Teatri Comunicanti su testo di Marco Renzi con lo stesso Renzi e Piero Massimo Macchini in scena , fa parte insieme a “Lo Scavo” “Tra le nuvole” e “ Acqua e Il Tappo del mondo” di un ciclo di quattro spettacoli per raccontare, attraverso i mondi che sogniamo, il mondo in cui viviamo. L'Albero è un apologo morale che ci invita a considerare come le regole e la loro attuzione, siano uno dei cardini della nostra vita. Due uomini vivono felici intorno ad un albero, finchè non decidono di dettarsi delle regole, apparentemente giuste ma che pian piano li condurranno a distruggere il loro mondo e la loro relazione.Come è nella linea degli spettacoli di Renzi lo stile è diretto e senza fronzoli e alla fine anche il pubblico viene gioisamente coinvolto. Ci vorrebbe forse, a nostro giudizio,tra le molte parole qualche momento con un po più di respiro poetico, legato alle cose , ma” L'albero” risulta uno spettacolo utile, sincero e coerente con l'assunto proposto.
Curiosamente ( ma non tanto visto il mondo in cui viviamo e chi ci governa)anche “Nubicuculia” lo spettacolo che Fabrizio Bartolucci ha diretto per il Teatro Stabile delle Marche è incentrato sullo stesso tema, quello delle regole.
Attingendo dagli “Uccelli “di Aristofane, con il fido e sempre efficace Sandro Fabiani accompagnato questa volta da Massimo Pagnoni, Bartolucci racconta l'impresa di due amici, Evelpide e Pisetero che , stanchi della loro città e del loro mondo che reputano inadeguato al vivere civile , se ne vanno alla ricerca di un altro luogo dove trascorrere il resto della vita. Nel mondo degli uccelli i due pensano di trovare una nuova patria , senza leggi né violenza. Ma anche qui il loro sogno dura poco... Lo spettacolo nella prima parte è assai convincente nel rappresentare il mondo degli umani ed il viaggio dei due protagonisti alla ricerca di una nuova città anche attraverso un uso fantasioso di effetti speciali semplici ma fortemente immaginifici, peccato che più avanti la descrizione di Nubicuculia e dei suoi malanni risulti invecealquanto generica e poco efficace.

“Il Sogno di Amleto”, realizzato da Nautai nella residenza artistica che la compagnia di Miriam Bardini e Gigi Tapella hanno costruito in seno al Teatro del Canguro non è solo uno spettacolo, ma un vero e proprio progetto didattico.
Lo spettacolo si basa su una particolarissima riscrittura del capolavoro scespiriano che tenta con successo di mettere in relazione il contenuto dell’opera con la quotidianità che ci circonda, ponendo al centro di tutto la figura del giovane Principe di Danimarca visto nel momento della crescita . La morte prematura del padre, ucciso dallo zio, mette in crisi tutte le sue certezze di adolescente e gli fa vedere con occhi nuovi lo stato e la famiglia, insomma il suo ruolo nella collettività. Come si è detto lo spettacolo è solo una parte del progetto che prevede un laboratorio rivolto agli adolescenti che poi partecipano coscientemente anche allo spettacolo, come si è visto anche a Porto San Giorgio, dove, alcuni ragazzi, dai palchi di proscenio, efficacemente dialogano con Amleto proponendo all'unisono con lui tutti i dubbi che hanno attraversato e che attraversano l'adolescenza. Siamo dunque davanti ancora una volta ad un teatro nobilmente didattico che cerca di mettere a disposizione dei ragazzi una materia che sembrerebbe impervia ma che contiene in sé invece come accade nei grandi capolavori i nodi stessi dell'esistenza umana, basta solo metterli in luce, e questo è il compito del teatro, e quello per ragazzi soprattutto.
Di divertente ed immediata presa è il nuovo spettacolo del Teatro Pirata “Bu Bu Settete” dove in un immaginaria conferenza sulla paura un professore coadiuvato da un buffo aiutante ( Silvano Fiordelmondo) attraverso tre storie cercano di far esocizzare la paura agli spettatori.
Infine di grande ed esilarante frattura tra gli spettacoli dedicati al circo e alle sue derivazioni,la performance del gruppo tedesco Extraart che in “Staunen & Lachen” mescola sapientemente clownerie, acrobazia, giocoleria e magia con risultati davvero eccellenti.