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Eolo
recensioni
A BOLOGNA
IL REPORT DEL FESTIVAL DEDICATO AI PICCOLISSIMI 'VISIONI DI TEATRO,VISIONI DI FUTURO....... '

Dal 25 febbraio al 4 Marzo si è svolta a Bologna l’ottava edizione di “Visioni di futuro, visioni di teatro...” , il festival internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia, che come consuetudine si è svolto prevalentemente presso il Teatro Testoni Ragazzi, sconfinando però in molte scuole per l'infanzia della città emiliana.
Sono stati nove giorni intensi di spettacoli, laboratori, conferenze e incontri, dedicati alle famiglie, alle scuole, agli educatori e agli insegnanti. Un evento unico nel suo genere in Italia che ha aperto le porte del teatro a più di 5000 persone, tra bambini e adulti e che è diventato un punto di riferimento internazionale per chi si occupa di arte e cultura per la prima infanzia.
Già da qualche anno il festival è stato consacrato all'incontro tra il linguaggio teatrale e le altre espressioni artistiche, e dopo l’arte visuale e la danza, quest’anno è stata la volta della musica.

Per l'occasione sono stati programmati quattro concerti che hanno visto altrettanti musicisti italiani confrontarsi, alcuni per la prima volta, con un pubblico di piccolissimi. Protagonisti di questi eventi sono stati Patrizio Fariselli degli Area che è stato in scena con la figlia Cleo, Riccardo Tesi con Maurizio Geri, Ginevra Di Marco insieme a Francesco Magnelli e perfino i mitici Modena City Ramblers.
Quattro spettacoli concerto che hanno avuto grande successo e che sono stati dedicati ad un pubblico d'eccezione : piccoli spettatori da 2 a 6 anni. Ma la musica, come abbiamo detto, è stata durante il Festival la vera protagonista di spettacoli, laboratori, incontri e conferenze. Nelle intenzioni degli organizzatori questa edizione di “Visioni di Teatro, Visioni di futuro è stata “ Un’occasione per chiedersi come mai in Italia non esiste un movimento che produce con continuità e ricchezza “musica per bambini”, e per confrontarsi sul senso e il modo di creare brani per un giovane pubblico “.
Diciassette le compagnie invitate al festival, 9 italiane e 8 straniere.In calendario 26 titoli: 10 rivolti ai bambini da 0 a 3 anni e 16 a quelli da 3 a 6. Un totale di 42 repliche: 22 per i nidi e le scuole dell’infanzia e 20 per le famiglie . La nostra presenza ha attraversato il Festival per tre giorni concentrandosi su alcuni spettacoli in prevalenza italiani.

La musica di Maurice Ravel accompagna per tutto lo spettacolo lo svolgersi de “I racconti di mamma Oca “ del gruppo ravennate Drammatico Vegetale. Ma Mère l’Oye è infatti una suite scritta dal compositore francese per pianoforte a quattro mani , in seguito trascritta anche per orchestra, composta di cinque pezzi ispirati ad illustrazioni di Gustave Dorè per La bella addormentata nel bosco, Pollicino, Laideronnette imperatrice delle pagode, La bella e la bestia, Il giardino fatato. A fare da contenitore di tutte le fiabe nello spettacolo è “La bella addormentata nel bosco” alla quale durante il lungo sonno, che come sappiamo dura cent'anni, appaiono per incanto le vicende delle altre, sogna infatti la principessa gli uccellini che cancellano le tracce di briciole di pane lasciate da Pollicino, sogna poi di Bruttina, la piccola imperatrice delle pagode amata dal serpentino verde, Bella prigioniera della bestia e così via sino all'arrivo del principe azzurro, col suo cavallo bianco. Un sogno, un altro sogno e un altro ancora dunque . Elvira Mascanzoni e Giuseppe Viroli, aiutandosi con la narrazione e con un impianto visivo di tutto rispetto dovuto a Marco Antonelli e Matteo Semprini, accompagnano la musica di Ravel. Lo spettacolo, coraggioso e filologicamente molto preciso, avrebbe bisogno forse di un ritmo più brioso e coinvolgente ma è raffinato e ricco di invenzioni scenografiche notevoli e ben calibrate.
La giovane compagnia carrarese Stradevarie (Soledad Nicolazzi ,Attrice; Enrica Pizzicori, Illustratrice; Alessandra D’Aietti ,Musicista) imbastisce con “Carta Canta”, nella sua semplice esecuzione, uno degli spettacoli più convincenti visti al festival. In scena c’è un grandissimo foglio, che viene dipinto e che scorre sotto gli occhi dei bambini. Ci sono una pittrice, un’attrice-mimo, una percussionista e poi c’è ovviamente il foglio che rotolando diventa un piccolo palcoscenico dove da un uovo nasce un pulcino che poi comincia il viaggio alla ricerca della mamma: nella terra, nell’acqua, nell’aria dove altri animali appaiono accompagnati da una musica quasi sempre suonata dal vivo. Alla fine i bambini disegnano l’ultima pagina con grande partecipazione. Anche in “10 parole” della compagnia Melarancio alla fine dello spettacolo i bambini irrompono sul tappeto cangiante che Tiziana Ferro e Vanni Zinola, aiutati dal segno grafico dell'illustratrice giapponese Kimiko, hanno srotolato per loro e che li ha fatti viaggiare per territori differenti in cui si muovono oggetti e animali che rappresentano le prime dieci parole che un bimbo impara a dire. Lo spettacolo è leggero e gradevole e si aggiunge a “ Piè di Pancia, Mamma di Terra, Narcisi “ per esplorare le tappe fondanti dell’universo bambino.
“Spot “ è invece un nuovo tassello della ricerca che La Baracca - Testoni Ragazzi sta conducendo da anni sul rapporto tra i bambini e la luce e che porta in scena un faro teatrale, uno spot appunto, dotato di vita propria, capace di animarsi e comunicare; un vero e proprio amico che dialoga e gioca con l'attore Andrea Buzzetti. L'idea è molto bella e funziona perfettamente per venti minuti dove spot diventa veramente umano e cattura la simpatia indiscriminata di tutto il pubblico, alla lunga però il gioco della luce e delle forme diventa ripetitivo ed avrebbe bisogno di una drammaturgia più complessa e inventiva. Ma il cammino dello spettacolo è solo all'inizio.

Ketty Grunki della compagnia vicentina Piccionaia dedica il suo secondo spettacolo che ha come protagonista il tenero personaggio del clown Mimì alle emozioni. Mimì si è trasferita nella casa dei nonni e vive in una terrazza sopra i tetti della città tra i panni stesi, divertendosi ad annotare in un libriccino le cose che le piacciono e quelle che non ama. Sono gli stessi desideri e le stesse idiosincrasie di tutti i bambini che l'attrice ha sperimentato nei suoi laboratori e che diventano teatro. Ecco allora che Mimì- Ketty aiutata dalla voce di Sergio Mascherpa gioca con gli elementi, uno scroscio di pioggia trasforma la terrazza nella tolda di una nave in tempesta e l´ombrello diventa il timone di una traballante bagnarola. Gioca con il vento e con gli scherzi che le combina aiutata dagli effetti speciali, mentre un sasso nero sarà la cornetta dalla quale arrivano le brutte notizie, quello bianco, invece, racconta solo cose allegre. Nella lista nera delle cose indigeste vengono annotati i rimproveri, il 'mostro sotto il letto ' e il terrificante 'attacco dei dinosauri invisibili '. Alla fine Mimì, riprende le sue cose, saluta e se ne va. Lo spettacolo risulta divertente e gradevole, a nostro avviso andrebbero meglio sfruttate le possibilità che la “location” del tetto possono suggerire ma l'adesione con le emozioni dei piccoli spettatori è totale e ben realizzata.
Particolarissima è risultata “Foresta Blu” la nuova creazione di Teatro all' improvviso di Dario Moretti , non è infatti un vero e proprio spettacolo ma un concerto dove dieci sculture composte da materiali diversissimi , che rappresentano altrettanti alberi sonori, prendono vita sulla scena giocando le loro stesse sagome grazie all’azione della percussionista giapponese Saya Namikawa e al violoncello di Irene Priante. Il suono del violoncello di Irene Priante si contrappone alla sinfonia dei suoni degli alberi mentre la musica elettronica accompagna dall’inizio alla fine lo spettacolo. Troppo grande, secondo noi, la sala che ha accolto Foresta Blu che avrebbe bisogno un maggior contatto con i bambini.

Infine ci è d'obbligo segnalare il progetto di coproduzione nato con “Wanderlust” il fondo erogato dalla German Federal Cultural Foundation, che ha lo scopo di finanziare partnership e progetti di scambio fra teatri pubblici tedeschi e altri teatri stranieri.
Grazie a questo finanziamento lo JES - Junges Ensemble Stuttgart, Teatro per ragazzi della città di Stoccarda, e La Baracca - Testoni Ragazzi di Bologna, hanno dato vita al progetto “Non trovi mai la parola giusta” che prevedendo momenti di confronto fra i due teatri ha visto la produzione di due spettacoli rivolti, uno alla prima infanzia e l’altro agli adolescenti. A Bologna abbiamo potuto vedere due versioni distinte e diverse di “ Uno ad uno “ creazione allestita da due coppie di attori, una tedesca e una italiana . L'avventura di io, che piano piano diventando grande incontra tu e si costruisce un mondo che dovrà preservare, scritta da Roberto Fabretti, è raccontata con musica, parole e gesti in modo ovviamente diverso, più minimalista e percorsa da metafore la versione tedesca, più raccontata e densa di situazioni quella italiana, ambedue però nel complesso ben congeniate e accolte con favore dal pubblico dei bambini più piccoli, i veri e propri protagonisti di questo particolarissimo festival.
MARIO BIANCHI




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