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Eolo
recensioni
LOS PROTAGONISTAS - El Conde de Torrefiel
ALLA TRIENNALE DI MILANO PER IL FESTIVAL INTERNAZIONALE FOG

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La Compagnia spagnola El Conde de Torrefiel guidata da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert  ha presentato  a Milano al Festival “Fog“ della Triennale , per la prima volta, una produzione per l’infanzia: un dispositivo scenico in 4 quadri – più una sorta di “introduzione” – che interagisce con un pubblico ridotto: una decina di bambini e qualche adulto accompagnatore.
Strutturato come un percorso guidato, vuole stimolare i più piccoli ad immaginare storie attraverso quanto vedono, sentono e provano durante il susseguirsi di luoghi; per questo, ogni spettatore indossa delle cuffie, attraverso le quali una voce suggerisce cosa fare.
Da una sorta di “anticamera” buia dove si racconta come le storie stiano tutte in un luogo in attesa di nascere grazie all’immaginazione di ciascuno, si passa – attraverso una lama di luce – nella prima stanza, che potrebbe essere la sala di una mostra di quadri. Qui i quadri, che dormono, si svegliano e muovendosi cominciano a dialogare fra di loro (o con gli spettatori?) in una sorta di gramelot; qualcuno si anima lasciando cadere palline, mostrando tralci di foglie,…

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Ma ecco che si viene invitati ad entrare, attraverso una piccolissima botola che di apre improvvisamente nel muro, in uno stretto corridoio buio: bisogna vincere la paura e osare (qualche bambino preferisce non essere il primo del gruppo)! Ci si trova in un luogo circolare, illuminato dall’alto, che cambia colore e dimensione, quasi si fosse - suggerisce la voce-guida - nella pancia di un mostruoso animale dal quale si è stati inghiottiti. Da qui si passa nella terza stanza: un bosco, immerso nella nebbia, creato da poche lampade verticali verdi circondato da suoni di uccelli e voci di bambini (dove saranno nascosti?). Ed infine, sempre guidati dalla voce, si entra come spettatori in un piccolissimo teatro dove, su di un palco con fondale e quinte rosa, sulle note di una Lacrimosa barocca, assistiamo alla discesa di palle e palline bianche di diverse dimensioni e, alla loro improvvisa fuga, al materializzarsi di uno strano disco nero. La magia del teatro si interrompe bruscamente : la platea è percorsa da suoni stridenti, rumori, scuotimenti, scricchiolii, “Che sarà?” chiede la voce, “forse un terremoto? i vicini che spostano mobili? l’abbaiare improvviso di un cane? Un clacson o una sirena?” L’incanto è finito e si torna nella vita reale attraversando l’ultima porta.
In alcune “stanze” si ha una permanenza troppo lunga , a giudicare dall’attenzione dei bambini, in altre troppo corta. La creazione del bosco è debole e poco emozionante, dopo la precedente magica permanenza nella pancia del mostro. Forse qua e là ci sarebbe bisogno di maggiori indicazioni da parte della voce guida, per meglio stimolare l’immaginazione dei bambini. Avvincente la permanenza all’interno della pancia del mostro e lo spettacolo nel teatrino che fa esclamare a più di un piccolo spettatore “ma è già finito?”
Nell’insieme una performance interessante che cattura l’attenzione dei bambini ( aggiusterei la fascia d’età, dai 4 ai 7 anni) ed anche dei grandi che li accompagnano.
In alcune “stanze” si ha una permanenza troppo lunga , a giudicare dall’attenzione dei bambini, in altre troppo corta. La creazione del bosco è debole e poco emozionante, dopo la precedente magica permanenza nella pancia del mostro. Forse qua e là ci sarebbe bisogno di maggiori indicazioni da parte della voce guida, per meglio stimolare l’immaginazione dei bambini. Avvincente la permanenza all’interno della pancia del mostro e lo spettacolo nel teatrino che fa esclamare a più di un piccolo spettatore “ma è già finito?”
Nell’insieme una performance stimolante che cattura l’attenzione dei bambini rendendoli protagonisti ( aggiusterei la fascia d’età, dai 4 ai 7 anni) ed anche dei grandi che li accompagnano.

NICOLETTA CARDONE JOHNSON



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