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Eolo
recensioni
SEGNALI 2025/ LA RIMA PARTE DEL REPORT DI EOLO
IL FESTIVAL SI E'TENUTO A MILANO DAL 5 ALL'8 MAGGIO

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TERESA CHE CATTURO' IL BUIO

Dal 5 all’8 Maggio 2025, organizzata dal Teatro del Buratto ed Elsinor con la direzione artistica di Renata Coluccini e Giuditta Mingucci si è svolta tra il Teatro Fontana e il Bruno Munari, la XXXV edizione di SEGNALI, lo storico Festival milanese di teatro per le nuove generazioni.
L’edizione ha proposto 22 titoli per 29 repliche, con una varietà di proposte che hanno spaziato tra stili e poetiche diverse che ben hanno rappresentato la feconda forza creativa del teatro dedicato alle nuove generazioni di spettatori e spettatrici. Come negli anni precedenti tra i 22 titoli, sono state proposte anche 7 produzioni presenti nel progetto NEXT, create da altrettante compagnie lombarde selezionate nell’ambito dell'omonimo progetto regionale. Accanto alle novità, come sempre è stata data anche un’attenzione al Repertorio, con la riproposta di un titolo storico “Giovanni Livigno - Ballata per piccione solista “, di e con Roberto Anglisani.
Il Festival ha anche confermato il proprio interesse per la nuova drammaturgia, ospitando un incontro con il Corso autori della Scuola Civica Paolo Grassi, che da due anni include un modulo dedicato alla scrittura teatrale per il pubblico giovane, contribuendo a far emergere nuove voci e prospettive. E come da tradizione, vi è stata la consegna degli Eolo Awards, che celebrano le migliori produzioni dell'anno, in una serata interamente dedicata all'importante evento, in occasione del suo ventesimo anno.

A partire dalla cura e attenzione che Segnali dedica alla drammaturgia per le nuove generazioni è stata anche annunciata una bellissima novità che ha riguardato il prestigioso Premio Riccione: ai tradizionali riconoscimenti si è aggiunto infatti, in questa edizione, il 1° Premio Riccione alla drammaturgia per le nuove generazioni. Per la sua assegnazione, la giuria (presieduta dalla drammaturga Lucia Calamaro, affiancata dalla giornalista e scrittrice Concita De Gregorio, dal critico Graziano Graziani, dall’attore Lino Guanciale, dal direttore del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa Claudio Longhi, dallo scrittore e autore radiofonico Lorenzo Pavolini, dalla curatrice di Anni Luce | Romaeuropa Festival e co-direttrice di Carrozzerie n.o.t. Maura Teofili e dal direttore del Teatro Stabile di Bolzano Walter Zambaldi) si affiderà a un comitato di esperti formato da Federica Iacobelli (presidente), Renata Coluccini, Giuditta Mingucci e Cira Santoro Cengic, oltre che da Graziano Graziani. I lavori iscritti in questa sezione concorreranno comunque anche per tutti gli altri premi previsti dal concorso e, per tali premi, saranno quindi valutati dalla giuria presieduta da Lucia Calamaro. I testi finalisti, incluso il testo vincitore, saranno oggetto di lettura scenica non integrale durante la 36esima edizione di Segnali, a Milano a maggio 2026.



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UN PEZZETTO DI BUIO

Due le installazioni ospitate quest'anno all'interno del Festival : La Nuvola e Tuttatesta.
Dopo quella bellissima, presentata precedentemente, dedicata alle Lucciole, MOMMOM ha nuovamente incantato gli spettatori che man mano l'hanno visitata, con una vera e propria nuvola bianca che si è colorata di vari e propri sentimenti simulando il passaggio di un temporale verso il sereno. Tuttatesta è stata invece una curiosa ed esilarante video installazione animata a cura di Davide Calvaresi, prodotta da Fontemaggiore, in collaborazione con 7-8 chili, nata come progetto parallelo all'omonimo spettacolo, durante la quale, attraverso la presenza di vari monitor viene ricreato in modo ironico un vero e proprio paese formato da persone diverse che prendono vita per raccontare in maniera comica il presente e le sue contraddizioni.

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Due gli spettacoli dedicati ai piccolissimi “ Meraviglia” di Elsinor e “Un pezzetto di buio” di Tam Teatro Musica
Giuditta Mingucci ha firmato per Elsinor “ Meraviglia” per i piccolissimi con in scena Francesca Tisano, un percorso teatrale che si nutre di Scienza, una delicata performance sullo stupore che la realtà suscita quando i cuccioli d'uomo si accorgono della varia consistenza degli oggetti che popolano i loro primi giochi, vere e propria magie che, senza trucco e senza inganno, il mondo fisico ci offre dove la scienza più elementare si sposa con l'esperienza e l'incanto della “prima volta” Davanti ai loro occhi prende vita la forma diversa delle cose, la loro leggerezza, la loro pesantezza, la solidità, l'ampiezza, che le loro mani sperimenteranno per la prima volta.

In “ Un Pezzetto di di buio” di Flavia Bussolotto in scena con Raluca Ciocan in un ambiente ricreato da Stefano Razzolini e Michele Sambin attraverso le luci e i suoni di Stefano Razzolini reinventano una specie di “stanza dei giochi” dove attraverso le ombre vengono ricreati mondi incantati dove i piccoli spettatori possono immergersi. Con il perfetto tappeto musicale delle note di Debussy – che rimanda all' indimenticabile il bellissimo “Children’s corner” degli esordi del TAM – in un raffinato gioco di ombre, degli attori e degli oggetti, si snoda l’attenzione e lo stupore nell’ultima produzione della compagnia. Oggetti semplici che le ombre ingrandiscono e rimpiccioliscono, la meraviglia delle trasparenze, la luce ed il buio che si alternano come il giorno e la notte: piccole storie che si snodano, una dopo l’altra, in una manciata di minuti, catturando l’attenzione dei più piccoli.
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Al Festival abbiamo potuto vedere compiuto il progetto vincitore del Premio Scenario adolescenza 2024 : Tinta - Una storia autobiografica di Verdiana Vono con Elena Cicconi coprodotto da Palinodie ETS e Teatro Gioco Vita.
Lo spettacolo porta a termine con coerenza e ulteriore senso teatrale i 20 minuti che ci avevano già commosso e convinto a Bologna in occasione della finale del Premio. La creazione attraverso la multiforme narrazione di Elena Cicconi, sulla drammaturgia e regia Verdiana Vono, rende viva l'appassionante melanconica vicenda realmente accaduta di Tinta / Giovanna: il viaggio fatto in aereo da una adolescente con la propria nonna a Toronto , non per una gita di piacere ma per fare uscire dalla memoria della madre di sua madre una storia appassionante cucita con il dolore e la speranza. Dalla memoria esce così il ricordo di un altro, questa volta lungo viaggio, fatto molti anni prima da nonna Giovanna, su un un transatlantico per andare dalla sua Sicilia a incontrare un uomo, con cui si era appena sposata per procura. Quella ragazza, ora anziana, narra così alla nipote quei ricordi, ricucendoli con il filo della memoria. Eleonora così li riporta sulla scena con tutti i mille ostacoli che la nonna aveva trovato, con le speranze di una nuova vita, con le molestie subite, senza che nessuno intervenisse per evitarle. In scena un grande gomitolo da cui esce un filo bianco ci ricorda non solo la sua passione, il cucito, ma è anche metafora dei fili della memoria che si connettono, dei fili che ora la possono connettere alla felicità. L'attrice incarna perfettamente il racconto anche attraverso il corpo che si fa danza in mezzo a tutti quei fili che si sciolgono per esprimere via via tutti i sentimenti che si affollano sul palco. ( MARIO BIANCHI)





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EVERY BRILLANT THING

GLI SPETTACOLI DI NEXT A CURA DELLA REDAZIONE

BUIO CELESTE del Teatro all’Improvviso, coprodotto dalla Fondazione Sipario Toscana è una immaginifica lezione /viaggio tra stelle e comete, asteroidi e buchi neri, condotta da Dario Moretti con i suoi disegni dal vivo e l’arpista Alice Caradente che pone ai bambini e alle bambine domande universali : Le stelle vivono per sempre? E il sole? Di quanti mondi è composto l'universo?.

BARBABLU' prodotto da Campsirago Residenza su testo di Sofia Bolognini, utilizza la celebre figura di Barbablù, con Benedetta Brambilla e Sebastiano Sicurezza tra le significanti scenografie di Michele losi e Annalisa Limonta, per parlare in modo ampio e metaforico della violenza di genere.In questo modo la metafora del personaggio si fa presente sul palco: Non esiste “un solo Barbablù”, ma infinite incarnazioni e declinazioni del male simboleggiato dalla sua figura. Così nel medesimo tempo lo spettacolo ci porta a interrogarci sulle modalità attraverso le quali è possibile rompere una catena di traumi intergenerazionali che possono condurre all'incubo e ad incontrare, anche molto da vicino, scheletri nell'armadio.

BUON COMLE(D)ANNO Teatro Prova con la regia di Dadde Visconti e in scena Umberto Banti e Francesca Poliani attraverso un divertente gioco di clownerie, gags e sorprese ci racconta un improbabile colloquio di lavoro nell' agenzia “Te lo do io il compleanno “ nell'intenzione, giocando, di mostrare qualcosa di più profondo : come nella nostra società  conti più l’apparire rispetto all’essere, la festa più del…festeggiato. Ciò avviene con il ritmo ed il divertimento delle immarcescibili “comiche”. Gli elementi ci sono tutti: l’aspirapolvere rotto che riprende a funzionare appena l’operatore si allontana, i palloncini che scoppiano o che diventano giganteschi, i peluche e le bolle di sapone di ogni dimensione e forma, le piramidi di pacchetti di regali che rischiano di crollare. I 2 attori si cimentano con entusiasmo in queste prove, dal ritmo frenetico, trascinando con loro il divertimento del pubblico.

PESCANDO UN SOGNO di Andrea Gosetti prodotto da Intrecci Teatrali, con Andrea Gosetti e Elisa Baio, mette a confronto una figlia con il padre : rivivono sogni e ricordi in un viaggio poetico e divertente. Tra errori e cadute il padre capisce che “crescere” significa anche lasciare andare senza alcun rimpianto chi si ama. Nel medesimo tempo riesce ad accettare la crescita di una figlia che non può restare bambina per sempre, che non è capace di parlargli con sincerità senza paura di ferirlo, per crearsi, poco a poco, uno spazio nel mondo che sia soltanto suo.

LA STANZA di Pandemonium Teatro su testo e regia Lisa Ferrari con Giulia Manzini e Federico Nava
Che cosa è successo ai signori Cassini? Perché non sono in casa la mattina in cui avevano appuntamento con una psicologa? Nello spettacolo assistiamo a un giallo fantascientifico in cui i due interpreti, Giulia Manzini e Federico Nava, sono rispettivamente una psicologa e un commissario che si incontrano per ricostruire l'accaduto iin una stanza misteriosa. Ciò che sappiamo è che i signori Cassini sono scomparsi all'interno di quella stanza : dotata di intelligenza artificiale, a terra i loro vestiti insanguinati lasciano presumere il peggio e per di più accanto ed essi è seduta loro figlia Giada. Così la trova, immobile che non spiccica una parola, la psicologa incaricata di seguirla nel rapporto con questa stanza così speciale. Cosa sarà successo? Questa curiosa creazione porta il pubblico al centro di un commuovente percorso che ci porta ad interrogarci su quali siano realmente le priorità in un giusto rapporto tra genitori e figli.

TERESA CHE CATTURO'IL BUIO prodotto dal Teatro del Buratto di e con Jessica Leonello e Roberto Capaldo
Dopo “A metà strada” che narrava la storia di un incontro, quello felice ma un poco difficoltoso,tra Giraffa e Pinguino che non si conoscono ma che decidono di trovarsi “a metà strada”Jessica Leonello e Roberto Capaldo con l'aiuto di un pupazzo,Teresa, costruito da Raffaella Montaldo, narrano ai bambini della lotta di una bambina contro il buio che avendolo con un prodigio catturato, vorrebbe addirittura eliminare. Presto, però, si accorge che senza di esso il mondo non può più andare avanti. Sarà allora che, tra stupore e meraviglia, Teresa scoprirà il lato magico e assolutamente prezioso dell’oscurità. Ne nasce una bella creazione che mescolando narrazione con il teatro di figura su ritmi, forme elementari e antiche che appartengono ai primi giochi, parla con delicatezza di crescita e di accettazione di ciò che non conosciamo, anche le paure più intime, perché in fondo persino quelle sono preziose.
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EVERY BRILLANT THING  di Teatro Telaio

Molto bene ha fatto Angelo Facchetti del Teatro del Telaio ad adattare per gli adolescenti il fortunato testo di Duncan MacMillan e Jonny Donahoe già messo in scena diverse volte per gli adulti nella traduzione di Michele Panella. Il davvero efficace  Pietro Mazzoldi narra come fosse sua una vera e propria esperienza di vita, quella di un bambino che nel corso di tutta la sua esistenza imbastisce una lista di cose per cui vale la pena vivere, per far capire alla madre in perenne depressione come la vita valga la pena di essere vissuta per tutte le migliaia di circostanze e occasioni che ci dona.
Per far questo sempre in modo discreto e partecipativo, coinvolge anche gli spettatori, ai quali all’inizio viene dato un foglietto con un numero e una indicazione appartenuta alla lista, facendola leggere ad alta voce e facendo interpretare al pubblico anche i vari personaggi che il protagonista narrato da MacMillian trova sulla sua strada: il padre taciturno che comunica solo con la musica, la psicologa della madre che diventerà anche la sua, la compagna che diventerà sua moglie e che poi lo lascerà. In questo modo avviene un vero e proprio coinvolgimento emotivo con il pubblico, un abbraccio vero e solidale partito dall’esperienza che via via è stata raccontata in scena in modo naturale, senza mai artificio alcuno, tanto da sembrare appartenere allo stesso narratore.
Tutto avviene con una lievità naturale, impastando l’emotività del pubblico con tutti i sentori che realmente la vita ci dona, sia quelli che la lista ci suggerisce, sia gli altri che la quotidianità elargisce.
Così alla fine lo spettacolo continua : i ragazzi saranno non solo invitati ad allungare la lista di cose per cui vale la pena vivere ma anche a riempirla delle cose che rendono a loro la vita difficile(Mario Bianchi)

NELLA SECONDA PARTE DEL REPORT CI SARANNO LE RECENSIONI DEGLI ALTRI SPETTACOLI AFFIDATE A SAMUEL ZUCCHIATI, NICOLETTA CARDONE JOHNSON,MARIO BIANCHI,ROSSELLA MARCHI,VITTORIA DE CARLO E ARIANNA BARONI...TO BE CONTINUED



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