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Eolo
recensioni
Segnali'
Ecco i contributi critici della diciassettesima edizione.

Non si puö uscire che con un po' di sconforto dall'ultima edizione di 'Segnali ',la vetrina delle produzioni lombarde dedicate ai ragazzi e ai giovani che si è svolta tra Pavia e Vigevano dal 10 al 12 maggio. La decisione della direzione di allargare da 12 a a 15 il numero delle produzioni presentate per dare un quadro il piü completo del panorama lombardo del settore non ha fatto altro che aumentare il disagio degli operatori nel constatare come a fronte di una grande numero di compagnie presenti sul territorio vi sia anche il perdurare di una difficoltà creativa delle stesse.
Molti infatti gli spettacoli non ancora finiti, diversi ,gli impresentabili, tra cui non possiamo sottacere la performance del vecchio caro Teatro del Sole che é incappato in una improbabile quanto teatralmente imbarazzante lezione di fisica. Diversi tra l'altro anche gli abbassamenti di tono ,le parodie, peraltro apprezzati in qualche caso ahimè da stuoli di maestre. Ma come per la rassegna di Torino anche qui nella nostra modesta disanima delle creazioni viste cerchiamo di sottolineare le presenze degli spettacoli per noi piü meritevoli, quasi sempre dedicati alle fasce didattiche più alte dei ragazzi

'Faust e la Commedia divina ' della Filarmonica Clown consente ai tre consumati attori della compagnia di misurarsi in modo intelligente ed ironico con i riferimenti dei due grandi capolavori letterari, scelti per il loro lavoro, attraverso un gioco raffinato sul teatro e quindi sulla vita. Il monologo finale che entra a perdifiato nei significati piü meditati dello spettacolo , affidato ad un intenso Piero Lenardon, ha rappresentato il momento più alto del Festival
'La leggenda dell'Uomo selvatico ' di Teatro Invito conclude in modo degno la ricerca che da anni Luca Radaelli sta conducendo per la compagnia lecchese, nel solco del suo personale percorso sul teatro popolare di ricerca , su questa figura mitica che è presente in molti contesti territoriali del nostro paese con connotati fisici e prerogative molto diverse. Lo spettacolo, ancora un poco sfilacciato tra i vari racconti che lo compongono, si affida alla grande comunicativa di Valerio Maffioletti che dà alla figura del narratore guida e ai vari personaggi una fervida quanto densa consistenza.
'Robinson e Man Friday 'di Erbamil sfrutta l'ispirazione dal celebre romanzo e soprattutto le intuizioni della 'riscrittura ' che ne ha fatto Tournier per creare un'originale lezione di inglese in cui uno stralunato Joseph Scicluna insegna la sua lingua al povero indigeno Antonio Russo con il quale inevitabilmente i ragazzi si identificano in un gioco didattico e drammaturgico felice e dinamico. Lo stile divertito e surreale, ormai consolidato della compagnia bergamasca ,si riverbera in numerose situazioni di grande risalto comico anche se il ritmo delle invenzioni non è ancora registrato del tutto. A Pavia abbiamo visto solo l'ossatura dello spettacolo che,quando verrà riempito di polpa con un ritmo incalzante, potrà certamente diventare un piccolo gioiello.
Analogo discorso si potrebbe fare in tono minore per ' Avanti Permesso ' (gustosissima l'invenzione di affidare ad un medesimo attore i due personaggi protagonisti della storia) della Compagnia Mattioli che ha in nuce tutte le possibilità per diventare un ottimo spettacolo, ma che forse non era ancora pronto per un'occasione importante .
Giorgio Gabrielli in 'Legno,diavoli e vecchiette...storie di marionette ' , dopo l'ottima entrèe dell'anno scorso e coadiuvato da due musicisti si conferma ancora burattinaio e marionettista di razza regalandoci diversi momenti di ottimo teatro di figura col ricreare un affettuoso e divertente rapporto con le sue umanissime creature . Ma le performances volutamente 'sbrindellate ' di Gabrielli a nostro avviso forse dovrebbero avvalersi di un occhio registico e drammaturgico esterno per essere godute in tutta la loro grande maestria.
Ispirandosi liberamente a 'La Sirenetta ' di Andersen la compagnia milanese 'Quelli di Grock ' con 'Senza coda ' imbastisce uno spettacolo di raro rigore formale non scevro tuttavia da qualche durezza nella scrittura di scena, a volte sovraccarica di linguaggi. Il Plot narrativo scritto da Valeria Cavalli, basato sull'incontro di un giovane ragazzo ,forse Andersen stesso, con una misteriosa ragazza rimasta imprigionata sulla riva del mare in un relitto,ha un improvviso quanto inaspettato finale che conferisce allo spettacolo una dimensione niente affatto scontata e foriera di interessanti suggestioni.
In molti degli spettacoli il nodo irrisolto è stato ancora una volta quello drammaturgico come in ' Superwilly, il Signor Rossi e la città computer ' di Teatrinviaggio o in 'Tre Righe ' di Comteatro , dove la troppa carne al fuoco porta confusione nel primo e abbondanza di luoghi comuni nel secondo, anche se alla base c'è un' onestà di intendimenti che ben si amalgamano con il pubblico di riferimento che purtroppo spesso è mancato soprattutto a Pavia, dove molte volte nessun bambino era presente agli spettacoli. Della qual cosa hanno patito diversi spettacoli come per esempio ' Frottole ' del Teatro del Vento , creazione di Commedia dell'Arte che a nostro modo di vedere è risultata troppo impegnativa e specialistica per le due pur brave attrici, spettacolo che aveva però nel rapporto con i bambini il suo ' sfogo ' più importante.
'Segnali ' é terminato con l'esemplificazione di uno dei laboratori che Antonio Viganò sta conducendo con adulti e ragazzi insieme in Italia partendo da un quadro famoso. Dopo 'Jeux d'enfants ' di Bruegel, Viganò conduce un gruppo di ragazzi e di adulti di Bolzano a misurarsi con 'Le radeau de la meduse 'di Gericault ponendo a loro e al pubblico una domanda senza risposta certa, che cosa è l'adolescenza? Come per protagonisti del famoso quadro le parole d'ordine che connotano questa insondabile età dell'uomo sono disperazione e speranza. E sul palcoscenico utilizzando tutto il repertorio stilistico che contraddistingue il mondo poetico del regista/ autore di Merate gli allievi attori comunicano al pubblico tutte le suggestioni che l'argomento possiede in una serie di quadri scenici di sofferta poesia.
MARIO BIANCHI




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