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I PARENTI TERRIBILI DI FILIPPO DINI
VISTI DA SAMUEL ZUCCHIATI

Nel suo " I Parenti Terribili" Cocteau non si limita a mettere in scena dinamiche famigliari-affettive: le esagera, le torce, le rivela nel loro lato più oscuro e, al tempo stesso, profondamente umano. Come in un esperimento sulla luce l'autore usa il prisma della drammaturgia per far sì che ogni relazione si spezzi in infinite sfumature di amore, ossessione, gelosia e dipendenza.
La trama è apparentemente semplice: una madre possessiva, Yvonne, incapace di lasciare andare il figlio Michel; un padre assente e ironico, Georges; e Léonie, la zia che osserva tutto come un coro greco. Ma nel momento in cui l’amore di Michel per una giovane donna, Madeleine, irrompe nella casa, ogni equilibrio viene spezzato. I sentimenti, compressi per anni, esplodono in una serie di rivelazioni che sconvolgono i legami familiari. In I Parenti Terribili, le dinamiche di dipendenza emotiva e manipolazione sono portate all’estremo, ma non risultano mai lontane da noi.
La scrittura di Cocteau con la traduzione di Monica Capuani è tagliente e precisa, con una delicatezza di fondo che denuncia la bellezza che c'è nella fragilità umana. Le fragilità dei personaggi sono il cuore pulsante di Cocteau: Yvonne vede in Michel non solo un figlio ma un amante; Michel è bloccato in una fase di immaturità emotiva; Georges è un padre inetto, assente nel suo stesso estro creativo. Léonie si aggrappa al risentimento per un amore mai superato, mentre Madeleine, incapace di amarsi, accetta relazioni distruttive e manipolatorie. Sono fragilità che ci costringono a riconoscerci, in qualche misura, in ciascuno di loro.
Sarebbe occasione sprecata limitarsi a giudizi di superficie: Cocteau non ci chiede di giudicare i suoi personaggi, ma di riconoscerli. E, riconoscendoli, riconoscere qualcosa di noi stessi.

E' Filippo Dini a raccogliere questa sfida portando la sua regia e la sua interpretazione assieme a Milvia Marigliano (Léonie), Mariangela Granelli (Yvonne), Giulia Briata (Madeleine) e Cosimo Grilli (Michel).
C’è qualcosa di quasi rituale nell’opera e Dini sembra averla colta: Cocteau usa la casa come un microcosmo, una sorta di gabbia simbolica dove le pareti si stringono e i personaggi scivolano impotenti nelle loro stesse trappole relazionali. È un gioco crudele, ma anche incredibilmente onesto. Dini gioca con le pareti della casa, proponendole a mo' di labirinto, spostandole e riposizionandole.
Filippo Dini mette in scena un codice e uno stile che lo contraddistingue spesso nelle sue regie. Uno stile chiaramente e volutamente sopra le righe: non si scivola nel grottesco, ma si resta in bilico, in una zona ambigua dove l’assurdo si intreccia al naturalismo.
L'anno scorso, nel suo Agosto a Osage County andato in scena al Teatro Franco Parenti nel gennaio 2024 questo stile aveva avuto effetto e il pubblico uscì di buon umore dalla sala nonostante il destino tragico di Violet Weston.
Il suo I Parenti Terribili è un crescendo che lascia il pubblico esausto, con la testa che rimbomba delle urla dei personaggi, ma anche con il petto colmo di emozioni. In una video-intervista per il Teatro Stabile del Veneto Filippo Dini parla da attore e sul suo personaggio dice che vuole rappresentare "la sua fragilità per la quale possiamo nutrire pietà e contemporaneamente la sua debolezza per la quale dobbiamo essere spietati" eppure la fragilità dei personaggi fatica ad emergere, proprio per questo loro divenire nel loro crescente isterismo macchiette di loro stessi. In questa scelta recitativa, Milva Marigliano è quella che si muove con più disinvoltura riuscendo a ritagliare degli spazi per il personaggio di Léonie e permettendoci di conoscerla un po' più in profondità. Davvero meraviglioso assistere alla sua abilità sul palco.
Si apre il sipario prima su un incubo che ricorda il dipinto di Johann Heinrich Füssli, per poi proseguire poco dopo con uno scambio di battute tra madre e figlio che ha come sottofondo gesti incestuosi e per nulla equivoci: è chiaro il rapporto malato tra Yvonne (Mariangela Granelli) e Michel (Cosimo Grilli). Avremmo voluto approfondire queste promesse così perturbanti e disturbanti.

In definitiva, I Parenti Terribili è uno spettacolo che non lascia indifferenti e che suscita impressioni contrastanti. Un'opera che affascina e provoca, oscillando tra l'estetica e il contenuto, tra il sublime e il ridicolo. Dini riesce a creare uno spettacolo di forte impatto emotivo, ma il rischio è che l'eccesso stilistico soffochi la complessità umana che Cocteau voleva mostrarci. Resta un'esperienza teatrale intensa, che solleva interrogativi profondi sulla natura delle relazioni umane.

SAMUEL ZUCCHIATI



I parenti terribili
di Jean Cocteau
traduzione Monica Capuani
regia Filippo Dini
con Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Filippo Dini, Giulia Briata, Cosimo Grilli
produzione TSV – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile Bolzano

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