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recensioni
Premio scenario infanzia 2018
DI MARIO BIANCHI in collaborazione con KLP

Aria decisamente nuova per il Premio Scenario! La settima edizione dello Scenario Infanzia (la sezione del premio dedicata ai ragazzi) ha avuto la sua degna conclusione, per la prima volta, a Cattolica, dal 21 al 24 giugno, all’interno di un vero e proprio festival, interamente dedicato allo storico premio del teatro emergente italiano.
Scenario Festival ha infatti visto al suo interno, oltre alla finale del premio con gli estratti di 20 minuti degli otto progetti finalisti, la programmazione degli spettacoli vincitori delle edizioni 2012 e 2017 ( “John Tammet fa sentire le persone molto così :- ?” di Davide Giordano e “Da dove guardi il mondo?” di Valentina Dal Mas), e la possibilità di far gustare al pubblico delle famiglie della località romagnola alcuni spettacoli cult del teatro ragazzi italiano, sempre provenienti dal premio, come “Il Principe Mezzanotte” della Compagnia Teatropersona diretta da Alessandro Serra, e “Storia di un uomo e della sua ombra (mannaggia ‘a mort)” di Principio Attivo, regia di Giuseppe Semeraro. Marco Baliani ha inoltre presentato il suo spettacolo cult per l’infanzia “Frollo”.

A far da corollario alla manifestazione, un laboratorio teatrale per adolescenti curato da Babilonia Teatri e la presentazione del volume, stampato di fresco, da Titivillus “Scenari del Terzo millennio”, curato da Cristina Valenti che, per mezzo di vari autorevoli interventi, osserva il nuovo teatro italiano attraverso l’occhio del premio, che è riuscito per molti versi a rinnovare, fornendogli in nuce alcune delle personalità più fervide della scena italiana di oggi, ma non solo.

Nella nuova edizione del premio la giuria (composta da Maria Maglietta, presidente, Stefano Cipiciani, Cira Santoro, Cristina Valenti e Federica Zanetti), riconoscendo la particolare ricchezza e varietà dei linguaggi emersi dai progetti degli artisti, ha ritenuto di assegnare non solo il premio ma anche due menzioni speciali.
Il premio Scenario Infanzia quest’anno è stato assegnato a “Storto” di InQuanto Teatro, mentre le menzioni sono state attribuite a “Fratellino e Fratellina” di Asini Bardasci e a “Domino” di Generazione Eskere.

“Storto” dei fiorentini InQuanto Teatro, al loro terzo tentativo di vittoria al premio, vede in scena due giovanissimi attori, Davide Arena ed Elisa Vitiello, che, narrando in modo fervido e vitale di un’evidente altrui diversità – il fratellino della ragazza -, anche utilizzando immagini grafiche, parlano della loro diversità in quanto adolescenti, come persone alla ricerca di un’identità ancora in formazione, che non deve essere accettata, essendo essa stessa valore esistenziale.

“Fratellino e Fratellina” di Asini Bardasci si avvale, anche attraverso l’utilizzo di immagini video significanti, della metafora di “Hansel e Gretel” per parlare dell’infanzia di oggi, immettendo i due celebri fratelli (Filippo Paolasini e Paola Ricci) in un mondo adulto che, come la strega antagonista, “invece di ingrassarli, li obbliga a diventare grandi e produttivi, senza aver compiuto il naturale processo di crescita”.

La seconda menzione è dedicata all’esilarante “Domino” di Generazione Eskere (compagnia di La Spezia), che come il recente” Faustbuch”, presentato al Premio Scenario Ustica, fa parte della Factory ligure di Enrico Casale.
Questo gustoso e volutamente caotico frammento teatrale mette in scena nove attori, proponendo una bizzarra famiglia dominata dal piccolo Gianmaria, sempre pronta a soddisfarne anche i minimi desideri.
Il rapporto del bambino con l’unico rappresentante extra familiare, il fidanzato della sorella, sembra però aprire nuovi scenari.

Come anticipato, la forza di questa edizione è stata la pluralità di linguaggi, varia e presente anche negli altri cinque progetti. Ecco dunque l’installazione drammatica di “Dreaming Beauty” di Madalena Reversa, per ora composta da sole due stanze (sulle sette finali) che si rifà alla celebre fiaba della Bella Addormentata, componendo un vero e proprio percorso per tre spettatori, che vengono immersi visivamente e verbalmente nelle suggestioni e nelle difficoltà che possiede l’adolescente, alle prese con la crescita dei sentimenti.
I modi dello stare in scena si uniscono nelle esemplari storie di forza e di esclusione che uniscono la giovane Rom Licia di “Rautalampi” della romana Compagnia Garofoli/Nexus e della sua omologa M di “Come quando è primavera” di Binario 1310 che, vestita da maschio, vive in un paese dominato dalla guerra, voluta dai maschi, dove le donne non possono lavorare e nemmeno uscire di casa da sole.

Meno interessanti, per ora, ci sono sembrati “Lonely” degli aretini Officine Montecristo, spettacolo senza parole con protagoniste tre diverse solitudini, e “Cosmonauti degli Universi”, progetto ancora un poco confuso di Valentina Pagliarani, nettamente diviso in due parti, sul tema della felicità.

Unica nota stonata del premio, non certo per colpa di Scenario, che monitora in modo sistematico e meritevole l’esistente, è la mancanza di progetti dedicati alla prima infanzia, un fatto che testimonia quanto il teatro ragazzi italiano abbia difficoltà nell’incontrare un pubblico così particolare come quello dei piccolissimi.
MARIO BIANCHI