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recensioni
ALPE ADRIA PUPPET FESTIVAL
Dal 26 Agosto all'8 Settembre da Grado e Aquileia arriva a Gorizia e alla slovena Nova Gorica

Siamo stati con piacere, dopo alcuni anni, all’Alpe Adria Puppet Festival, che quest'anno ha raggiunto la ragguardevole cifra di 28 anni in un percorso che dal 26 Agosto all'8 Settembre da Grado e Aquileia arriva a Gorizia e alla slovena Nova Gorica, coniugando queste diverse località attraverso spettacoli, anche internazionali, che propongono in modo assai diverso e stimolante il teatro di figura, come è sempre stato nello spirito del CTA che caparbiamente lo organizza.
La nostra presenza si è consumata in tre giorni passati nella località marina di Grado che ha previsto un programma più popolare, adatto al folto pubblico di famiglie, che a fine Agosto la abita e che ha seguito numeroso e attento gli spettacoli in programma. Il Festival ha debuttato con Mimmo Cuticchio, il Maestro indiscusso del teatro di figura e specificatamente quello che mette in scena i Pupi Siciliani, teatro dichiarato nel 2001 dall’Unesco “patrimonio orale e immateriale dell’umanità”.
Come si sa questo teatro pone in scena quasi esclusivamente le mirabolanti avventure dei Paladini di Francia, in un epopea guerresca che vede in lotta Mori e Cristiani in un conflitto che ogni volta si perpetua tra duelli, amori, avventure e visioni immaginifiche che i Pupi rendono ancora in modo meraviglioso.
“La Pazzia di Orlando” che Cuticchio ha presentato a vista, direttamente sul palco, non nell'abituale forma con gli animatori nascosti dietro e a lato del fondale, è uno dei capitoli più visionari del repertorio dell’Opera dei Pupi. Qui vengono rappresentate, anche attraverso le suggestive note del piano a cilindro suonato da Elisa Puleo, la guerra di Agramante d’Africa contro la Francia di Carlo Magno, gli incanti e gli incantesimi, l’amore tra Angelica e Medoro che scatena la follia di Orlando, Astolfo che in groppa all’Ippogrifo raggiunge la luna per recuperare il senno del cugino.
Lo spettacolo si fa ammirare non tanto nelle scene dei duelli e delle battaglie che avrebbero bisogno di un allestimento più composito, ma soprattutto quando il Maestro Cuticchio vive a tu per tu con il pupo, come nell'episodio di Astolfo sulla luna, nella grande scena solitaria della pazzia di Astolfo o quando i suoi personaggi si confrontano con la morte, momenti di purissimo emozionante teatro.

Dopo questo folgorante inizio il Festival è proseguito con altri spettacoli in diversi luoghi di Grado.
Piacevolissimo “Meeh” del Sotriffer Figurentheater, dove l'animatrice Eva Sotriffer, in perfetto connubio con il musicista Max Castlunger, segue su un minuscolo palcoscenico formato da due semplici bauli, le avventure di un buffo personaggio piccolo piccolo che ha come fidanzata una donnetta assai capricciosa che desidera una capretta. Anche se al centro di tutto ci sta una valigia ambita da tutti i personaggi che abitano l'angusta scena, con due ladri furfanti, rappresentati da piccolissime vivissime teste su due dita.

Josè Antonio Putchade di “Zero en conducta” per il suo spettacolo Nymio, non usa parole, ma racconta piccole storie con le sue sole mani. Vediamo un naufrago in attesa di essere salvato, un bambino che non sa volare e impara a ballare per sentirsi vicino al paradiso e, nei bellissimi due numeri finali, un mago alle prese con il suo cappello e un eccezionale ballerino, meravigliosamente creato con una semplice mano e dei pezzi di stoffa.

Post Scriptum | Théàtre du Sursaut è invece uno spettacolo lastricato di buone intenzioni che vuole narrare la fiaba di Cappuccetto rosso, utilizzando piccole figure che vivono su una specie di sipario dall'aspetto ligneo; ma il personaggio clown della belga Hélène Pirenne non decolla mai e il teatro di figura ci è sembrato assai poco intrigante anche perchè secondo noi lo spazio era troppo grande per viverlo intensamente da parte del pubblico.

I padroni di casa del CTA hanno presentato, nella bellissima corte Tognon, sotto l'ombra di un grande albero, “Il piccolo esploratore” una curiosa versione del Piccolo Principe, dove la brava Alice Melloni ci conduce  con un piccolo  razzo attraverso gli occhi di un bambino in luoghi sempre diversi, popolati da personaggi desolatamente soli, costruiti con estrema semplicità da Virginia Di Lazzaro con materiali sempre diversi.
Sarà una piccola volpe di pelouche a consegnare al protagonista un messaggio ecologico di speranza in uno spettacolo curato dedicato al pubblico dei piccolissimi .
La prima parte del Festival si è chiusa ad Aquileia con la presenza del Maestro napoletano di guarratelle,ma non solo,Gaspare Nasuto.

A Grado poi da lunedì 26 a venerdì 30 agosto alla Biblioteca Civica “Falco Marin” si è tenuto anche un laboratorio per bambini e genitori a cura di Suomi Vinzi sul tema della casa partendo da semplici domande Com’è la casa che vorresti? Cosa ci metti dentro? E come la decori fuori?
Bambini e Genitori hanno costruito assieme delle abitazioni usando colori, nuvole, fiori e materiali inconsueti. I bambini poi hanno lasciato le loro originali abitazioni in biblioteca per l’allestimento finale del Flash Art.

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Molto interessante il progetto che il CTA ha proposto poi per Gorizia e Nova Gorica.” Luoghi dimenticati”, un focus sui luoghi e sui monumenti che hanno segnato la storia e la cultura di Gorizia e Nova Gorica, un progetto all’interno del programma del festival, di avvicinamento a Gorizia/Nova Gorica capitale europea della Cultura 2025.
In questa edizione del Festival il progetto è dedicato ai luoghi e all’ambiente culturale della Comunità ebraica di Gorizia e Nova Gorica, ormai completamente scomparsa dopo il rastrellamento nazista del 1943. Una comunità che annovera nomi illustri, dal grande linguista Graziadio Isaia Ascoli allo scrittore e filosofo Carlo Michelstaedter al pittore Vittorio Bolaffio, solo per citare i più conosciuti, e che sotto l’impero austro-ungarico divenne un elemento importante nel tessuto sociale e culturale cittadino, dando impulso alla borghesia e all’imprenditoria goriziana.
Un percorso che si snoda dall’antica Sinagoga di Gorizia al cimitero ebraico di Valdirose a Nova Gorica, passando per i negozi della storica via Rastello, gestiti un tempo da famiglie ebree e per la casa natale di Ascoli.
Centrale in questo ambito la restituzione alla città del Teatrino di Lele Luzzati che nel 2007 l’assessorato all’Istruzione del Comune di Gorizia gli commissionò, da posizionare nel giardino della Sinagoga, legato al luogo e in particolare al bambino goriziano Bruno Farber (morto a soli 3 mesi di vita nel campo di concentramento di Auschwitz) a cui è dedicato il giardino. Luzzati propose “la storia di Ester “, legata alla festa del Purim, la festa ebraica della buona sorte, quando i bambini si travestono assieme agli adulti, si balla, si fa musica, si offrono dolci e si sta in compagnia. La realizzazione della scultura-teatrino con le figure dei personaggi della storia biblica fu curata dalla scenografa Coca Frigerio.
Il Festival ha voluto assumersi l’impegno di recuperarlo e restaurarlo. In questo ambito è stato riproposto da Luisa Vermiglio il medesimo spettacolo con le figure del teatrino di Lele Luzzati
Nello stesso ambito il Festival in un progetto consono all'iniziativa ha offerto al pubblico “ Zlateh la capra”da Isaac Singer con Duska Kovacevich e il già da noi recensito “ Giobbe” di Joseph Roth di Roberto Anglisani.