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recensioni
IL REPORT DI MARIO BIANCHI E ROSSELLA MARCHI DEL FESTIVAL DI VIMERCATE
A VIMERCATE DAL 10 AL 12 LUGLIO

Non poteva iniziare significativamente che con “Pollicino Pop” la ripresa festivaliera del Teatro ragazzi italiano, lo spettacolo del Teatro invito firmato da Luca Radaelli, che ha inaugurato il Vimercate ragazzi teatro festival che si è tenuto nella piccola cittadina lombarda dal 10 al 12luglio. Uno spettacolo scanzonato, nel vero senso della parola, che ha messo in musica allegramente tutti gli stereotipi della celebre fiaba per far divertire tutto il folto pubblico di famiglie che non vedeva l'ora di ritornare a teatro.
Bello e importante poi che i tre attori in scena, Giusi Vassena, Davide Scaccianoce e Gabriele Vollaro, fossero di tre generazioni diverse, tutti coinvolti nel rendere in modo semplice ed immediato, irrorata da una felice vena ironica, spesso felicemente collegata al contemporaneo, una fiaba senza tempo.
Ed ora caro Luca Radaelli dopo “Cappuccetto Blues” “Cenerentola Folk” e “Pollicino Pop”, vogliamo assolutamente vedere “Peter Punk”.
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Il festival, organizzato nel rispetto rigorosissimo delle regole, in modo inappuntabile, da Campsirago Residenza, Delle Ali e Teatro Invito, ha visto il pieno di pubblico e la presenza di un folto numero di operatori.
Un festival punteggiato da tutte le forme con cui il teatro ragazzi si esprime, dalla efficace narrazione con musica di Andrea Gosetti di “ La Fabbrica dei baci”, vivificata dall'occhio esperto di Roberto Anglisani, di cui vi abbiamo già reso conto, al Circo, con la presenza di una vera e propria famiglia,la Famiglia Mirabella,  e di una giovanissima compagnia friulana Cieocifa, che è riuscita a mescolare in "3 Piccioni in una favola", in modo nel complesso efficace, tutti i linguaggi circensi, ma non solo, in uno spettacolo sul tema dei colori.
Il teatro per i piccolissimi era presente con un nuovo spettacolo della Compagnia cuneese Il Melarancio, di cui ci parlerà Rossella Marchi e con una delicata creazione del vasto repertorio dei padroni di casa di Delle Ali”Pesce Pesciolino”.
E il Festival non poteva finire se non con una vera e propria biciclettata, ideata e proposta dal multiforme ingegno di Faber Teater, che in precedenza ci aveva già meravigliato con un viaggio dantesco nelle viscere di un palazzo e con un omaggio polifonico, allo Stabat Mater. Qui ne "Il Campione e la Zanzara "ci ha condotto in modo curioso e inusitato nella vita e nelle imprese di Fausto Coppi, a suon di pedalate per le strade e per i parchi di Vimercate.
Presente anche al Festival un duo straniero, che avevamo già visto al Festival Il giardino delle Esperidi, il Fossick Project, che anche in "L'ammalia fuoco", attraverso il canto di Marta Del Grandi e le immagini dell' illustratrice/performer Cecilia Valagussa, ci hanno regalato un affettuoso omaggio ad alcuni piccoli animali in via di estinzione. In definitiva un 'ottima, varia, edizione del Festival. Grazie agli organizzatori è stata una fresca ventata di speranza per il futuro.
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CORPI AL VENTO/GELMI RUGGIERO

Ci è molto piaciuto al Festival l'incontro di due attrici di estrazione diversa, come la parmigiana Ilaria Gelmi, che avevamo già conosciuta per alcuni assoli, prodotti con il Teatro Evento, e la pugliese Antonella Ruggiero, già per altro stimata per alcuni lavori di Michelangelo Campanale, che, qui, sotto gli occhi di Roberto Anglisani in "Corpi al vento" intersecano in modo efficace, foriero di intense suggestioni, le vicende di 5 donne cretesi Fedra, Pasifae, Europa, Arianna e Antiope. Le due attrici vestite di turchese, come le onde di quel mare in cui si specchiano le storie che narrano, si muovono sul palco,avvicendandosi nel racconto, dialogando, attraverso poche parole, creando rumori e atmosfere, disegnando gli spazi con i loro corpi che all’occorenza si avvicinano e si separano.
Sono storie che si intrecciano, che si avviluppano, tra loro, che iniziano e che si interrompono, per continuare più avanti verso la loro naturale fine che la morte rende tutte eguali. Come nel labirinto di Minosse, dunque, qui il teatro si camuffa da filo per condurre, amorevolmente, per mano lo spettatore che, ogni volta, felicemente, si perde, per ritrovarsi stupito più avanti. Forse troppe le storie, ma onore al merito alle due interpreti, che incontrandosi hanno creato uno spettacolo di grande poesia, arricchito da un efficace visibilissimo lavoro sul movimento di Elisa Cuppini.
Antonella e Ilaria narrano infelici storie di donne, la vicenda di Pasifae, la madre del Minotauro, di Arianna, si  proprio quella del filo, tradita da Teseo, di Fedra, la di lei sorella, innamorata del figliastro Ippolito, di Europa, rapita da Zeus in forma di toro, di Antiope la regina delle Amazzoni, morta di morte violenta. Sono donne cretesi,fragili, come la creta; fragili,riverbera lo spettacolo, come le tante donne che ancora oggi sono tradite, violentate, uccise da uomini che credono di amarle, ma che, in verità, amano di gran lunga di più se stessi che le loro donne.

TRE /SCENAMADRE

Sono passati alcuni anni dalla “Stanza dei giochi” , lo spettacolo che fece conoscere a pubblico e critica ScenaMadre, la creazione che vinse nel 2014 il Premio Scenario Infanzia, e, nel nuovo spettacolo della compagnia ligure, “TRE”, idealmente, il bambino, che allora giocava teneramente  nella sua stanza, è diventato un adolescente che, come tutti gli adolescenti, vorrebbe uscire dal guscio protettivo in cui per molti anni si è trovato rinchiuso, per vivere la sua vita autonomamente. Peccato che i suoi genitori siano superprotettivi, ma, non solo, vorrebbero indirizzarlo, ognuno a modo suo, verso strade maestre assai precise, che molto spesso non collimano con le sue. Ma non solo, Francesco, il nostro ragazzo, non sa proprio come cavarsela, perché i suoi genitori dicono sempre cose diverse, riguardo le sue esigenze, anzi, litigano sovente in modo concitato tra di loro, sempre, lasciando inascoltati i suoi desideri. Grida, si divincola, protesta il nostro Francesco, ma mamma e papà non gli danno tregua, strattonandolo perfino, di qua e di lá in una scena di grande ed esilarante valenza scenica. Comunque Francesco intuisce che tutto ciò avviene per troppo amore: l’importante è saperlo dosare intelligentemente, l'amore, cercando di condividere insieme i bisogni e le esperienze. I nostri tre, il padre, la madre e il figlio, Simone Benelli,Giulia Mattola e l'efficacissimo nella sua naturalezza, Francesco Fontana, si muovono sul palcoscenico, utilizzando pochissimi oggetti e delimitando gli spazi attraverso 15 sedie che, di volta in volta, danno significato ai loro sentimenti. "TRE" su regia e drammaturgia di Marta Abate e Michelangelo Frola, alla fine, si configura come un eccellente radiografia, spesso intrisa di ironico sarcasmo, della Famiglia, in cui lo spettatore adolescente può facilmente rispecchiarsi, riconoscendo molti dei meccanismi che condizionano le scelte della sua giovane età e, dove, anche i genitori, percepiscono, perfettamente, tutta la grande responsabilità del loro difficile compito. Finalmente, uno spettacolo dedicato agli adolescenti, ironico profondo e intelligente, e stupisce molto che gli operatori di IN-BOX non se ne siano accorti.

MARIO BIANCHI

ALBERI MAESTRI KIDS/PLEIADI,CAMPSIRAGO RESIDENZA

Il valore di questo spettacolo itinerante emerge ancor più chiaro dopo il periodo di chiusura che abbiamo vissuto. Alberi Maestri Kids, di Pleiadi, Campsirago Residenza, è un inno alla vita e alla Natura, al tornare ad essa, consapevoli di farne parte esattamente come qualsiasi altro essere vivente animale o, in questo caso, vegetale. Si respira, in questo spettacolo itinerante, si odora, ci si punge, si accarezza ma soprattutto ci si sente parte, si appartiene. Cominciamo il nostro viaggio all’entrata del parco “Sottocasa” con Michele Losi, il nostro accompagnat(t)ore, che, con grande grazia, introduce in modo graduale e mai eccessivo il gruppo di bambini, donne e uomini in quella che dovrebbe essere la casa della quale naturalmente fanno parte. Ci si accorge così di quanto la vita con i suoi ritmi frenetici e innaturali ci abbia tenuto lontani dalle radici. Cominciamo a conoscere gli alberi e non solo i loro nomi ma restiamo in ascolto, li tocchiamo, ne sentiamo l’odore, condotti da Voce in un racconto che, attraverso le cuffie, ricevute da ognuno di noi  all’inizio del percorso, ci accompagna. Andiamo così alla scoperta di un mondo di cui facciamo parte che è stato sempre sotto i nostri occhi ma che poco abbiamo osservato nonostante ci ri-guardasse. E in questo viaggio di risveglio della Natura dentro noi, incontriamo un gruppo di funghi ridenti, di tutte le forme e i colori, che ci portano istintivamente a ridere con loro.
Cantiamo spensierati il ritornello della canzone dei funghi ballando per il parco e lo sguardo delle persone è quello di chi sorride insieme all’altro, di chi percepisce di far parte di un unico, stesso universo.
Si corre allegri verso il centro del parco dove troviamo due splendide danz-radici che hanno bisogno di essere irrorate: ognuno di noi prende quindi in mano i bicchieri che sono posti ai lati dello spazio da loro occupato e versa l’acqua sulle radici che, finalmente nutrite, si ravvivano. Si esce leggeri da questo viaggio. La leggerezza di chi sente che in fondo non si è mai soli. Alberi Maestri Kids è uno spettacolo che, attraverso gli strumenti del teatro immersivo, ti conduce in un percorso interiore che si fa con i piedi dell’anima ben piantati a terra e con la testa al vento, tra le foglie.

NATURALIS-4 ELEMENTI COME CASA/COMPAGNIA IL MELARANCIO

Molto interessante la nuova produzione per i piccolissimi della Compagnia Melarancio “Naturalis – 4 elementi come casa”, nata dall’esperienza raccolta durante i laboratori condotti nei nidi e nelle scuole d’infanzia. Una gestazione durata un anno e mezzo che tutta si ravvisa nelle scelte artistiche fatte: dai costumi alle scene, dai movimenti alla musica davvero interessante e puntuale nel sostenere i due bravi performer Alice Mattalia e Maurizio Bertolini. La versione vista da noi non ha aiutato purtroppo la resa dello spettacolo: lo spazio all’aperto, ma soprattutto il distanziamento fisico, hanno lasciato ben intuire il lavoro interessante ma non hanno dato la giusta soddisfazione che lo spettacolo avrebbe meritato. La narrazione dei quattro elementi costitutivi Aria, Acqua, Fuoco e Terra viene condotta dai due protagonisti attraverso il gioco dei due performer che, combinandoli, creano e trasformano le cose dando la possibilità ai bambini di sentirli, lavorarci e riconoscersi nel loro trasformarsi. Questo percorso di conoscenza, che accompagna i bambini per mano alla scoperta della nascita delle cose, è un importante viaggio verso la consapevolezza: poter, per esempio, assistere al miracolo della combinazione degli elementi che porta alla nascita di una piantina, ci porta a comprendere meglio il mistero profondo che è dentro di noi e che riguarda anche la nostra nascita. Ma la bellezza di questo spettacolo sta nella libertà che lascia allo spettatore di ogni età di prendere quello al quale più si sente di assomigliare. Non manifesta quindi mai il fastidioso compito di essere didattico: ti rimane accanto, seminando strumenti, non vuole insegnare nulla, ma solo suggerire e aiutare a far emergere quel qualcosa che è già costitutivo in ognuno di noi. Bravi!

L'USIGNOLO DELL'AMICIZIA/TEATRO PAN BAM BAM TEATRO

“L’usignolo o dell’amicizia”, coproduzione di Teatro Pan e Bam Bam Teatro, è uno spettacolo che riprende la fiaba di Andersen, riproponendola in chiave contemporanea, ma non abbandonando la fiaba tradizionale. Due infatti sono le storie che si intrecciano sul palco: quella di un’anziana signora che, chiusa nella sua stanza, ricuce i ricordi di una vita e quella della ladruncola che tenterà di entrare in casa per cercare di sottrarle le cose di valore ma soprattutto la storia tradizionale dell’Usignolo che riuscirà con il suo canto a salvare dalla morte l’Imperatore della Cina, dimostrando che gli esseri viventi mai potranno essere sostituiti dalla tecnologia, senza perdere quell’incanto speciale che è dato proprio dall’irripetibilità. Una convincente Cinzia Morandi, anziana signora tiene “il filo della storia”. Si trova all’interno della sua casa (l’interessante scenografia di Lorenzo Bassotto con pochi elementi che si trasformano durante il racconto, riesce ad essere ben di supporto alla drammaturgia) quando una ladruncola, Monica Ceccardi, tenta di intrufolarsi dalla finestra aperta ma viene sorpresa dall’anziana signora che, senza preoccuparsi particolarmente delle possibili cattive intenzioni della ragazza, tenta di costruire con lei una relazione. Diversissime sono le nature e le generazioni delle due donne e all’inizio, la ragazza moderna che risponde ai ritmi frenetici e poco attenti del suo tempo, non capisce nulla dei racconti dell’anziana signora fino a che non decide di fermarsi e ascoltare perché “Se non ascolti non puoi sentire”. Inizia così il loro viaggio parallelo alla storia dell’Usignolo che verrà ripercorsa dalle due donne così diverse. Riusciranno alla fine, nonostante la diversità, a trovare una Storia comune, che appartenga ad entrambe. Lo spettacolo scivola via con un buon ritmo, grazie anche ad una scrittura a tratti comica con elementi di grande fantasia, e ci trascina ora nella storia dell’Usignolo ora in quella delle due donne che la raccontano. Una sola perplessità è data dall’integrazione delle due storie: a nostro avviso troviamo che sarebbe utile riuscire a farle dialogare maggiormente, sviscerandone le assonanze, riuscendo quindi a farle risuonare insieme come corde diverse di un unico strumento.

ROSSELLA MARCHI