eolo | rivista online di teatro ragazzi
recensioni
PREMIO SCENARIO INFANZIA 2023
IL REPORT DI MARIO BIANCHI

IMG_6277_283195.jpg
A Bologna, nell'ambito di un vero e proprio Festival, dall’1 al 4 Settembre, nella consueta sede del Damslab, all'interno della Manifattura delle Arti, si è svolta la finale della nona edizione del Premio Scenario Infanzia che ancora una volta per noi è stata l'occasione per constatare sul campo le direzioni verso le quali si sta dirigendo il Teatro dedicato all'Infanzia. Questo è avvenuto attraverso l'Immaginario posto in scena da nuove generazioni di artisti e la possibilità di osservare da vicino le diversità dei linguaggi della Scena messe in atto, visti nella loro capacità di rapportarsi al proprio pubblico di riferimento, riuscendo a parlare soprattutto del suo mondo così in evoluzione.
Abbiamo assistito infatti a dieci i Corti teatrali di venti minuti, proposti da Artisti under 35, provenienti da tutto il territorio nazionale, scelti dopo un accurata metodologia dall'associazione Scenario, formata da 39 strutture che si occupano nel nostro paese della Scena contemporanea. I finalisti sono stati valutati da una Giuria, quest'anno presieduta dall’attrice-autrice Marta Dalla Via e composta da Bruna Gambarelli (fondatrice di Laminarie) Fabrizio Pallara (regista e autore del Teatro delle Apparizioni) e da due soci dell’Associazione Scenario con in primis l'instancabile direttrice artistica Cristina Valenti, coadiuvata da Jacopo Maj di Teatro Giocovita, che ha assegnato gli 8.000 Euro del Premio al progetto vincitore.
Novità di eccezione quest'anno è stata inoltre la collaborazione della FondazioneTeatro Metastasio che sosterrà con un contributo economico l’iter produttivo della compagnia vincitrice, impegnandosi a programmare lo spettacolo compiuto nella propria sede (con debutto previsto fra il 9 e il 12 novembre 2022).
La Giuria è stata come sempre affiancata da altre parallele, la prima composta da studenti sella Università di Bologna, coordinata da Fabio Acca, la seconda di Critica ragionata “ regolata “ da Stefano Casi, l'ultima di bambini e bambine di cui Beatrice Baruffini ha restituito i davvero illuminanti approfondimenti degli spettacoli.
IMG_6284_121623.jpg
Come spesso accaduto negli ultimi anni le valutazioni della Giuria, ci hanno trovato perfettamente d'accordo. Infatti l 'edizione di quest'anno del prestigioso premio è stata vinta dalla creazione che più ci ha convinto sia per per la qualità dei linguaggi posti in atto, sia per l'urgenza dei temi trattati. Stiamo parlando di “ Nunc “della Compagnia BRAT, spettacolo con la regia di Claudio Colombo su drammaturgia di Pier Lorenzo Pisano e le significative musiche di Paolo Tosin che ha visto in scena in un tempo e in un luogo indefinito Agata Garbuio, Michele Guidi, Claudia Manuelli e l'eccellente Aron Tewelde, giunto all'utimo momento per sostituire Irene Silvestri, indisposta. In scena infatti viene posto un tema centrale della Contemporaneità che mette in relazione la problematica della fame con quello del corretto utilizzo delle tecnologie, soggetto quest'ultimo legato anche alla sostenibilità ambientale, sempre più frequente nelle creazioni dedicate ai ragazzi e alle ragazze, qua riconsegnato con grande efficacia e corroborante fantasia. In un tempo e in un luogo imprecisato (ma Ora come simbolicamente enuncia il titolo ) nella semi oscurità riusciamo a scorgere tre presenze misteriose alla scoperta del mondo. Come dei bambini, si arrabattono in maniere diverse per procurarsi del misero cibo, dei chicchi forse di grano, mentre una specie di Totem, un microonde, incombe su di loro, un micrroonde a seconda dei casi simbolo del Diavolo o della possibilità di un progresso ragionato e convincente : una performance senza parole che i suoni di Paolo Tosin rendono con grande efficacia, piena di rimandi e dove esseri umani di ogni età possono ritrovarsi, utilizzando tutti i sensi in loro possesso.

La giuria poi ha proposto anche due menzioni che anche in questo caso ci hanno trovato d'accordo : a “California Under Routine” di Baladam B-side, già fattosi notare nell'ultima edizione del Premio dedicato agli Adulti per “Surrealismo Capitalista” e a “Ninnoli” della Compagnia Seppur.
“California Under Routine “ di Elena Pelliccioni e Pierre Campagnoli, che ne ha curato anche la regia, regala a Scenario Infanzia un progetto di natura performativa, assai rara nel teatro ragazzi, dove, sconvolgendo le regole del Teatro, la messa in scena di uno spettacolo sulla California non può essere svolto per la presenza nel luogo della rappresentazione di una entità sconosciuta, la Borda. Gli spettatori ( nella realtà di tutti i giorni un piccolo gruppo) attraversano timorosi, accompagnati da un improbabile Sciamano, divisi in due gruppi che si confronteranno sulla diversa visione dell'Accaduto, tutti gli ambienti del teatro, messi in sicurezza, finchè si troveranno davanti, manifestando sempre differenti emozioni, ad un essere dai contorni quotidiani. Il progetto diventa così, attraverso il manifestarsi nella realtà di ogni giorno dell'Inatteso, il pretesto per un discorso metaforico sul “linguaggio come strumento di manipolazione della realtà e sulla superstizione”. Nel medesimo tempo i bambini e le bambine si trovano davanti alla decomposizione del concetto di Spettacolo non più visto frontalente ma vissuto dal vivo, esperienza per loro inusuale.

“Ninnoli “ invece di Salvatore Crucitti e Emanuele Cantoro con in scena, insieme al giovanissimo Gabriele Anzaldi, il premio Ubu Matilde Vigna, mette in scena il rapporto doloroso di un adolescente con la madre, parzialmente cieca, coinvolti nel terremoto di Amatrice che diventa il motore per la riscoperta del loro rapporto per mezzo di alcuni giocattoli che avevano per il ragazzo un 'importanza speciale. Gli attori interagiscono con i personaggi e le ambientazioni illustrate sul fondale dai disegni dal vivo di Emanuele Cantoro. Uno spettacolo molto ben costruito nella sua dolorosa commovente sostanza in tutti i suoi aspetti, in qualche modo di valenza adulta.

Ci anche piace segnalare con questi tre progetti anche “La festa di fine anno” di Salvatore Cannova che propone in tempo reale la festa di fine anno di una scuola superiore qualsiasi. La festa diventa la radiografia impietosa dei pregiudizi che albergano nella nostra coscienza fin dall' adolescenza, facendoci diventare, nel medesimo tempo, succubi e complici, dove le tecnologie di comunicazione giocano un ruolo importantissimo, come testimonia il recente suicidio del tredicenne romano. Nei venti minuti che fanno parte del progetto tre studenti dalle tipologie diverse e in qualche modo disturbanti e un disc jockey si confrontano in un sottile gioco al massacro interrotto da uno sparo.

I quattro spettacoli proposti da gruppi che poco frequentano il Teatro ragazzi, se da una parte contribuiscono a rafforzare il ruolo del Premio nell' introiettare nel settore nuova linfa vitale, dall'altra testimoniano la crisi attuale del teatro per l'infanzia italiano che non riesce più ad essere convincente e a parlare soprattutto al suo pubblico più piccolo, se poi solo uno dei 10 progetti scelti è a lui rivolto.
IMG_6282_690034.jpg
Molto diversi tra loro i linguaggi e le tematiche proposte dagli altri lavori in gara. In “ Il Minotauro -Senza fili ", Cecilia Bartoli e Margherita Galli esplorano in modo giocoso, attraverso uno dei topoi più frequentati del teatro ragazzi, il mito, la figura  ancestrale del  Minotauro. Lo fa con gli occhi di Arianna bambina che intende conoscere suo fratello Asterione : insieme ai suoi coetanei, destinati ad essere pasto del Mostro, si accorgerà che quel mostro poi non è tanto dissimile da lei.
Il Tema della Solitudine, messo in scena attraverso le arti circensi e il teatro di figura, è esplorato invece in “Happy B-day to me !” da Erika Salamone e Mariasole Brusa, complici anche le voci di bambini che fanno da corredo al tristissimo compleanno della protagonista. Non poteva mancare la Fiaba, presente nel progetto “Inciampo – Nà e il filo rosso” di e con Francesca Bellini e Giulia Costantini dove Cappuccetto rosso si innesta nell'intimità del rapporto tra due sorelle. E non poteva anche giustamente mancare lo sguardo sul viaggio tragico dei Migranti verso un futuro migliore. Il tema è espresso con delicatezza da Francesca Tres in “May you live “ attraverso la storia di due fratelli, Sami che muore durante il suo viaggio verso la libertà e Hamid che, salvandosi, si impegna a costruire una nuova vita. A far da contenitore a queste storie la madre-mare che accoglie, raccoglie i corpi, i sospiri, le preghiere. In “Ornella” invece Gaia Amico, attraverso i ricordi della zia, rende presente la figura del padre, condannato a 18 anni e recluso per 12 a seguito della partecipazione attiva nell’organizzazione terroristica delle Brigate Rosse.
Infine “Il soggetto perfetto “ su regia e drammaturgia di Consuelo Bartolucci e Marco Selvatico è incentrato sul personaggio di Tommaso e sul suo dolore per la morte del fratello con cui lo accomuna la passione per i fumetti e i supereroi, i quali magicamente appaiono sul palco a dargli manforte. Di questo progetto in luce interessante  siamo curiosi di vedere il risultato finito.

Come si vede argomenti diversissimi tra loro che testimoniano un immaginario ricco e diversificato che spesso però, almeno nei venti minuti proposti, la drammaturgia fatica a far uscire dal convenzionale o non riesce del tutto a far emergere compiutamente i contenuti verso risultati completamente confacenti. Comunque un' edizione questa di Scenario Infanzia nel suo complesso per noi interessante che fotografa pregi e difetti del Teatro ragazzi italiano ma che soprattutto ha stimolato nuove generazioni di artisti a misurarsi con un terreno a primo acchito facile da coltivare ma in definitiva difficile da far germogliare compiutamente


Di meravigliosa sostanza, in concomitanza con l'evento, il progetto di Beatrice Baruffini “Straparole” dove in cuffia, seduti su una sdraio, abbiamo inteso dalla voce di bambine e i bambini indagare le parole del teatro: palcoscenico, regista, scena, spazio, azione, commedia, tragedia, copione, attore, performer… Cosa significano? Quali immagini suscitano in noi? Le loro parole intrise di stupore sono state capaci di restituircene tutto il loro intimo sinificato.

La proclamazione del progetto vincitore è stato preceduto dal  Talk dei Fratelli Dalla Via “I Fratelli Dalla Via e l’uso criminoso del mezzo teatrale” che attraverso il loro dissacrante stile teatrale hanno reso omaggio al Premio e alla sua importantissima vocazione che ancora una volta a Bologna si è espressa in modo lampante.
All'interno del Festival dedicato al Premio abbiamo potuto vedere oltre al loro significativo spettacolo “SBUM! yes we cake” anche il Teatrodistinto e il suo notevole “Solitarium “ e infine i vincitori della scorsa edizione Hombre Collettivo in “ Casa nostra “ e il duo Nardinocchi/Matcovich impegnati in “ Arturo”. Ha concluso il Festival Emma Dante con il suo Incontro con Biancaneve e Cenerentola. L'edizione di quest'anno è stata dedicata a Stefano Cipiciani con l'augurio di vederlo presto ancora in sella a dare il suo fondamentale contributo a questa lodevolissima iniziativa.

MARIO BIANCHI