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recensioni
Y GENERATION A TRENTO DAL 17 AL 20 OTTOBRE
IL REPORT DI MARIO BIANCHI SUL FESTIVAL DEDICATO ALLA DANZA PER LE NUOVE GENERAZIONI

Dal 17 al 20 ottobre, in diversi luoghi di Trento, si è tenuto per la terza volta Y Generation, festival di danza e teatro danza per le nuove generazioni, promosso come sempre dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara, con la direzione artistica di Giovanna Palmieri.

Festival importante, sia perchè cerca di offrire nello scarno panorama italiano le poche presenze e le poche eccellenze emerse negli anni in questo ambito, sia perchè presenta spettacoli stranieri di grande interesse, quest'anno rivolgendo lo sguardo a tre aree europee specifiche: il nord di Belgio e Olanda, le zone di confine tra l’Austria e i Balcani e infine l’area mediterranea. In questo senso come gli anni precedenti artisti e organizzatori di quelle zone sono stati invitati anche a partecipare a un confronto reciproco tra loro e soprattutto con i colleghi italiani.
In scena sono state presentate oltre 20 performance di cui 4 prime nazionali.
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Importantissima novità quest’anno è stata la sezione CollaborAction KIDS, nuova azione del network Anticorpi XL che vuole offrire attenzione e visibilità alla produzione italiana di danza rivolta al pubblico giovane (dai 3 ai 14 anni) che ha proposto 6 progetti in forma di studio selezionati attraverso una call: “Volumi” di Alice e Tommaso Ruggero, “Morfeo” di Marta Bevilacqua, “Il mio giardino” di Letizia Fata, “Libra” di Silvia Bennett, “Rosaspina” di Cecilia Ventriglia e lo spettacolo scelto dalla giuria per essere seguito e finanziato “Oltremai” di Lucrezia Maimone. Dovendo basarci sui 6 progetti visti, senza il necessario approfondimento da parte degli autori, possiamo dire che abbiamo notato una certa superficialità nell'individuare il pubblico di riferimento, che nella maggior parte dei casi è stato esplicitato nella scheda di presentazione ma alla prova dei fatti non ricercato e scelto con il necessario discernimento.
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Altro elemento di novità è la collaborazione con il MUSE - Museo delle Scienze che ha ospitato nell’avveniristico edificio progettato da Renzo Piano la performance “Genoma Scenico” di Nicola Galli, basata su un dispositivo ludico ispirato al corredo cromosomico umano, e frutto di un periodo di lavoro laboratoriale con un gruppo di giovani performer selezionati in loco.

Ygeneration ha presentato anche spettacoli già entrati nella storia del teatro ragazzi, come il vincitore del Premio Scenario Infanzia 2017, Da dove guardi il mondo? di Valentina dal Mas, co-produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni e Teatro La Piccionaia che si pone in scena utilizzando il suo corpo in movimento in relazione con la parola, impersonando in modo credibilissimo una bambina disgrafica, che supera le sue difficoltà di scrittura mettendosi in relazione con quattro amici veramente particolari, e la storica produzione del Teatro Giocovita L’Uccello di fuoco , tratto dall’omonima opera che Igor Stravinskij compose per i Ballets Russes nel 1909, in cui musica e danza attraverso le ombre, si fondono con le illustrazioni di Enrico Baj animate in scena da due attori e una danzatrice.
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L’apertura del festival, come da tradizione, è stata affidata a performance urbane nel centro storico, ha visto come protagonista la compagnia friulana Arearea, specializzata della danza in contesti non teatrali con la performance “ Ruedis_ruote di confine “, che ha attraversato le strade del centro ripercorrendo alcuni momenti salienti della Prima Guerra Mondiale.
Subito dopo le scuole di danza di Trento hanno realizzato un curioso ed emozionante flash mob dedicato al mitico spettacolo “The Nielken” del 1982 di Pina Bausch, realizzando una delle sue sequenze più famose, tratta dallo spettacolo del 1982 in cui attraverso, semplici ma precisi gesti i danzatori, protagonisti migliaia di garofani, raccontavano l’avvicendarsi delle stagioni.
Scuole protagoniste anche in occasione della Festa del Teatro che sabato 20 ottobre ha chiuso il festival: un pomeriggio, in cui i diversi spazi del Teatro Sociale sono stati abitati da brevi performance ispirate alle atmosfere di Cappuccetto rosso, accompagnando il pubblico alla visione dell’omonimo spettacolo della compagnia di Ruvo di Puglia La Luna nel Letto, di cui vi abbiamo già diffusamente parlato, che ripropone la fiaba in chiave contemporanea anche attraverso la danza.


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Nei giorni in cui siamo stati presenti al festival abbiamo assistito a diversi momenti spettacolari dove i bambini sono stati protagonisti. Per i piccoli spettatori delle materne ecco Dance Museum , installazione performativa del collettivo croato VRUM , vero e proprio museo del gesto, in cui i piccoli sono coinvolti, attraversano stanza per stanza gli ambienti, sperimentando ritmo, movimento, uso dello spazio.
Bimbi in scena anche in Pop up garden della compagnia toscana TPO, di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo ed nel bellissimo e commovente “ Guardami” restituzione del laboratorio tenuto da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Altra restituzione di un laboratorio è quella effettuata sui tetti del teatro Sanbàpolis degli olandesi Arch8, un sapiente mix di parkour e atletismo. Infine anche il regista e coreografo Omar Meza ha tenuto un laboratorio con i bambini, presentando anche una piccola performance da solo.

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Ecco poi il progetto di cui avevamo già visto il primo step a bologna : La donna che cammina dove Silvia Traversi con la regia di Valeria Frabetti dialoga con il suo corpo con le immagini di maestri dell'arte contemporanea.
Ancora in forma di studio ci ha interessato “No te hubiera conocido” dei trentini Teatri Soffiati, che mette in scena la danzatrice cubana Seydi Rodriguez Guitierrez che narra la sua vocazione ed il suo amore per la danza tra il suo adorato paese natale che evoca con nostalgia e l'Italia, la sua nuova patria.
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Tre i grandi spettacoli proposti, esemplificativi di come la danza per le nuove generazioni viene esplicitata negli altri paesi:Tetris degli degli olandesi Arch8,#fomo degli austriaci Hungry Sharks e ” Horses “ dei belgi Kabinet K.
Ha molto diverito adulti e i bambini, “Tetris”, la performance ispirata all’omonimo videogioco, in cui Kim Jomi Fischer, Ryan Djojokarso, Paulien Truijen, Mayke van Kruchten, parafrasandone i meccanismi e i colori, interagiscono tra di loro in modo giocoso, perfettamente esemplare, componendo e scomponendo figure, attraverso la danza diventano essi stessi i famosi blocchi colorati in un omologo gioco teatrale dove ad un certo punto anche i performer diventano spettatori.
Non ci ha convinto del tutto invece #fomo degli Hungry Sharks, nel suo accentuato didascalismo che mixando i diversi stili hip hop, ma non solo, mette in guardia le nuove generazioni sui pericoli della tecnologia. In #FOMO (acronimo che sta per “The fear of missing out, ovvero la paura di sentirsi esclusi”)Moritz Steinwender, Patrick Gutensohn, Valentin Alfery, Farah Deen, Olivia Mitterhuemer, guidati dal coreografo Valentin Alfery, giocano con grandi telefonini ma non solo, realizzando situazioni, proponendo metafore. Diversi gli stili coreografici, presentati non sempre eseguiti con la necessaria forza espressiva. Nel complesso, comunque, uno spettacolo coinvolgente in cui il pubblico di riferimento si ritrova perfettamente.
Assolutamente meraviglioso ci è parso ” Horses “ dei belgi Kabinet K, in cui 4 bambini e quattro adulti, Jacob Ingram-Dodd/Miguel do Vale, Evelyne Rossie, Kwint Manshoven, Jitte Schoukens, Mona De Broe, Lio Maelfeyt, Judith Ginvert, Suza De Gryse/Louisa Vermeire, sulle varie e coinvolgenti coreografie di Joke Laureyns & Kwint Manshoven,accompagnati dalla musica dal vivo di Thomas Devos e Bertel Schollaert, imbastiscono un continuo gioco danzante, dove grandi e piccoli si prendono cura uno con l'altro, danzando gioiosamente sul palco.

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Ci ha intrigato molto l'incontro avvenuto dagli  studenti adolescenti  con Claudia Marsicano, strepitosa interprete - Premio UBU 2017 come Nuova attrice under 35 – del curioso e da noi visto diverse volte, in contesti diversi,  R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi ,  di Silvia Gribaudi, che si sono subito trovati in sintonia con la performer e la coreografa,ponendo domande intelligenti e pertinenti.
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Come ogni anno agli spettacoli è stato affiancato un ricco programma formativo e informativo della sezione Step by Step, che ha creato occasioni di incontro, studio e dialogo tra artisti, organizzatori, formatori e il pubblico di giovani e adulti, con 3 tavoli di lavoro dedicati alla danza in Olanda, il futuro della danza e all'onnipresente Audience development e un convegno sulla danza per ragazzi in Europa.

Ovviamente non poteva mancare la festa finale dedicata quest'anno all'Hip hop.
Come si nota un Festival ricco di mille stimoli e mille proposte in cui la danza è stata declinata in tutti i modi possibili, per cui attendiamo con curiosità i prossimi step, come metaforicamente, in questo caso, si può efficacemente dire.
MARIO BIANCHI








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