
ASSITEJ IN-FORMA A TORINO 11/13 SETTEMBRE
Ce ne approfondisce i temi trattati Rossella Marchi.
Da questa dialettica multidisciplinare è emerso come sia fondamentale la partecipazione al confronto delle persone con disabilità perché sono le uniche che possono in effetti portare la loro esperienza per migliorare e rendere sempre maggiormente efficaci gli interventi e gli strumenti che consentono ai luoghi e alle esperienze di essere accessibili. Molto importante in questi giorni di formazione è stata l’alternanza delle esperienze fatte, dagli interventi ai laboratori e alle visite a realtà impegnate nel sostegno delle famiglie e delle persone con disabilità: abbiamo ascoltato interventi su esperienze e strutture che hanno fatto dell’accessibilità un fiore all’occhiello della propria attività come Spazio Kor, lo spazio teatrale e culturale diretto da Chiara Bersani e Giulia Traversi e il Teatro Stabile di Torino che ha all’attivo 7 produzioni accessibili, il gruppo di studio e di lavoro Ri-Mediare che riunisce professionisti di varie provenienze ed elabora strategie di risoluzione delle criticità in vari ambiti da quello ambientale a quello culturale, l’esperienza di Roberto Frabetti del La Baracca Testoni Ragazzi e Cattarina Seia del Cultural Welfere Center che hanno affrontato il problema dell’accessibilità alla cultura partendo dalla nascita. Abbiamo potuto esperire quello di cui si parlava negli interventi in alcuni laboratori che ci hanno impegnato in prima persona facendo provare sulla pelle gli stereotipi e gli automatismi di cui nemmeno ci accorgiamo ma che permeano la nostra quotidianità come quello di Dajana Gioffrè, attivista e chief visionary officer di AccessiWay e Chiara Basile e Federica Hartvig di Fondazione Time2 intitolato “Decostruire le abilità: da attori a fruitori ideali ad attori e fruitori reali”; il laboratorio “Risonanze: armonizzare le diverse esserità” condotto da Eliana Cantone attrice e docente che presta la sua opera presso la Fondazione Paideia, il laboratorio intitolato “Barriere architettoniche e senso percettive” a cura della Consulta per le persone in difficoltà, e quello interessante presso la Fondazione Links “Intelligenza artificiale, realtà aumentata e metaverso: quali opportunità offrono le nuove tecnologie” a cura di Roberta De Bonis Patrignani che ha permesso a tutti i partecipanti di sperimentare gli strumenti che possono rendere accessibili eventi culturali che altrimenti non lo sarebbero, il laboratorio della psicoterapeuta Francesca Sicuro “Comunicazione e accoglienza: stereotipi vs potenzialità, barriere vs facilitatori” e quello di audiodescrizione poetica con Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino che ha portato a focalizzare il tema dell’accessibilità relativamente a persone cieche e ipovedenti facendo sperimentare la pratica dell’audio descrizione dal punto di vista sia teorico che pratico. Abbiamo potuto visitare luoghi dove “accessibilità” è la parola d’ordine: la Fondazione Paideia un centro che sostiene le famiglie con bambini e bambine con disabilità con attività culturali e sportive e che aiuta i genitori grazie all’efficienza del loro centro di ascolto e la Fondazione Time 2 con il suo nuovo spazio Open, un centro di apprendimento e condivisione di attività dedicato a persone con e senza disabilità. Abbiamo visitato la Fondazione Links dove nascono le idee per rendere la tecnologia strumento di supporto per persone con disabilità sfruttando la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale e il metaverso.
Vivere insieme queste esperienze, ascoltare insieme i temi, le difficoltà e le possibili risposte ha portato un clima di grande complicità nel gruppo di noi uditori. Immaginare in due giorni la possibilità di un cambiamento rivoluzionario di cui non solo è un dovere far parte ma anche un’opportunità, ha portato tutti noi a cominciare a pensare a come poter portare un piccolo pezzetto di questo entusiasmo all’interno ognuno della propria attività trasformandosi in tanti trampolini di lancio che tentino di superare il muro degli stereotipi.
Assitej In-Forma 2024 sul tema dell’accessibilità è stato più di un’esperienza di formazione. È stata un’occasione per riflettere, apprendere e collaborare, per trasformare il teatro in uno spazio accogliente e accessibile, capace di rispecchiare la ricchezza della nostra società
ROSSELLA MARCHI
Ce ne approfondisce i temi trattati Rossella Marchi.
La nona edizione di Assitej In-Forma si è svolta a Torino presso La Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani diretta da Emiliano Bronzino che si è occupata di organizzare e strutturare, in collaborazione con Assitej Italia, tre giorni intensi e pieni di spunti di riflessione sul tema dell’accessibilità. “Assitej In-Forma 2024 – Aprirsi agli altri: riflessioni su un teatro accessibile e inclusivo” questo il titolo/cappello sotto il quale si sono avvicendati interventi, esperienze, laboratori e testimonianze che hanno composto un mosaico che alla fine dei tre giorni di formazione è stato illuminante per tutti gli operatori e operatrici e ha messo in luce come il nostro paese sia all’alba di un cambiamento rivoluzionario nella percezione delle diverse abilità. Un cambiamento che attraversa tutte le discipline in egual misura e sottolinea come proprio in questa trasversalità disciplinare ci sia la chiave per comprendere quali politiche e azioni possiamo attivare per rendere il diritto alla cultura un diritto che sia veramente accessibile a tutti. E’ di fondamentale importanza il cambiamento di prospettiva sulla disabilità che già nel momento in cui si definisce biodiversità assume un connotato che indica una direzione verso la quale guardare e iniziare ad incamminarsi: è l’ambiente a non essere accessibile a tutti, non la persona a non essere adatta. Con questo nuovo sguardo è possibile quindi cominciare a pensare che una nuova progettualità possa consentire di mettere in atto una serie di politiche e azioni che siano funzionali a rendere un ambiente più accessibile a tutti.
In questa direzione l’ONU ha dato una grande spinta con la “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” sottolineando come sia necessario assicurare che tutti i cittadini possano e debbano godere di eguali diritti e come, a tal fine, sia importante utilizzare le nuove tecnologie, l’informazione e la comunicazione. Questo vento nuovo investe tutti e tutte in tutte le direzioni e a maggior ragione l’ambito della cultura e quindi quello teatrale che deve porsi il tema dell’accessibilità per assicurare che il suo pubblico non sia escluso dalle proprie attività. In particolar modo il teatro per le nuove generazioni viene ad essere il terreno più fertile e significativo dove cominciare ad operare con consapevolezza in questa direzione perché il pubblico delle scuole rispecchia fedelmente una identità della società che è quanto mai composita e variegata e alla quale il settore si deve riferire e per la quale deve trovare strategie che rendano possibile l’accessibilità a tutti e tutte.
Tutti gli interventi, gli incontri e i laboratori hanno consentito ai soci e alle socie Assitej Italia che hanno partecipato a In-Forma 2024, di comporre un quadro completo sul tema dell’accessibilità restituendone il costitutivo carattere di multidisciplinarietà e allo stesso tempo di profonda interconnessione delle materie e delle professionalità. Le varie discipline che abbiamo attraversato in questi tre giorni, i professionisti e le professioniste che ci hanno accompagnato nell’esplorazione di questi ambiti così diversi dalla psicologia all’ingegneria, dall’urbanistica all’architettura, dall’arte e i nuovi linguaggi alla linguistica, hanno evidenziato come soltanto mettendo insieme le conoscenze e le discipline sia possibile trovare soluzioni e strumenti per rendere accessibili i luoghi e le esperienze ad ogni persona, qualunque sia la sua condizione. 
Da questa dialettica multidisciplinare è emerso come sia fondamentale la partecipazione al confronto delle persone con disabilità perché sono le uniche che possono in effetti portare la loro esperienza per migliorare e rendere sempre maggiormente efficaci gli interventi e gli strumenti che consentono ai luoghi e alle esperienze di essere accessibili. Molto importante in questi giorni di formazione è stata l’alternanza delle esperienze fatte, dagli interventi ai laboratori e alle visite a realtà impegnate nel sostegno delle famiglie e delle persone con disabilità: abbiamo ascoltato interventi su esperienze e strutture che hanno fatto dell’accessibilità un fiore all’occhiello della propria attività come Spazio Kor, lo spazio teatrale e culturale diretto da Chiara Bersani e Giulia Traversi e il Teatro Stabile di Torino che ha all’attivo 7 produzioni accessibili, il gruppo di studio e di lavoro Ri-Mediare che riunisce professionisti di varie provenienze ed elabora strategie di risoluzione delle criticità in vari ambiti da quello ambientale a quello culturale, l’esperienza di Roberto Frabetti del La Baracca Testoni Ragazzi e Cattarina Seia del Cultural Welfere Center che hanno affrontato il problema dell’accessibilità alla cultura partendo dalla nascita. Abbiamo potuto esperire quello di cui si parlava negli interventi in alcuni laboratori che ci hanno impegnato in prima persona facendo provare sulla pelle gli stereotipi e gli automatismi di cui nemmeno ci accorgiamo ma che permeano la nostra quotidianità come quello di Dajana Gioffrè, attivista e chief visionary officer di AccessiWay e Chiara Basile e Federica Hartvig di Fondazione Time2 intitolato “Decostruire le abilità: da attori a fruitori ideali ad attori e fruitori reali”; il laboratorio “Risonanze: armonizzare le diverse esserità” condotto da Eliana Cantone attrice e docente che presta la sua opera presso la Fondazione Paideia, il laboratorio intitolato “Barriere architettoniche e senso percettive” a cura della Consulta per le persone in difficoltà, e quello interessante presso la Fondazione Links “Intelligenza artificiale, realtà aumentata e metaverso: quali opportunità offrono le nuove tecnologie” a cura di Roberta De Bonis Patrignani che ha permesso a tutti i partecipanti di sperimentare gli strumenti che possono rendere accessibili eventi culturali che altrimenti non lo sarebbero, il laboratorio della psicoterapeuta Francesca Sicuro “Comunicazione e accoglienza: stereotipi vs potenzialità, barriere vs facilitatori” e quello di audiodescrizione poetica con Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino che ha portato a focalizzare il tema dell’accessibilità relativamente a persone cieche e ipovedenti facendo sperimentare la pratica dell’audio descrizione dal punto di vista sia teorico che pratico. Abbiamo potuto visitare luoghi dove “accessibilità” è la parola d’ordine: la Fondazione Paideia un centro che sostiene le famiglie con bambini e bambine con disabilità con attività culturali e sportive e che aiuta i genitori grazie all’efficienza del loro centro di ascolto e la Fondazione Time 2 con il suo nuovo spazio Open, un centro di apprendimento e condivisione di attività dedicato a persone con e senza disabilità. Abbiamo visitato la Fondazione Links dove nascono le idee per rendere la tecnologia strumento di supporto per persone con disabilità sfruttando la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale e il metaverso.

Vivere insieme queste esperienze, ascoltare insieme i temi, le difficoltà e le possibili risposte ha portato un clima di grande complicità nel gruppo di noi uditori. Immaginare in due giorni la possibilità di un cambiamento rivoluzionario di cui non solo è un dovere far parte ma anche un’opportunità, ha portato tutti noi a cominciare a pensare a come poter portare un piccolo pezzetto di questo entusiasmo all’interno ognuno della propria attività trasformandosi in tanti trampolini di lancio che tentino di superare il muro degli stereotipi.
Assitej In-Forma 2024 sul tema dell’accessibilità è stato più di un’esperienza di formazione. È stata un’occasione per riflettere, apprendere e collaborare, per trasformare il teatro in uno spazio accogliente e accessibile, capace di rispecchiare la ricchezza della nostra società
ROSSELLA MARCHI

